26 Aprile 2024
il gruppo sul ponte di Brooklyn la domenica 4 novembre

New York: hanno vinto Sandy ma anche i runners!

E´ ormai trascorsa una settimana dalla terribile notizia acquisita nella hall dell´albergo Hamptonn Inn (ottava avenue e 51a strada): ´marathon is cancelled!´ (la maratona è cancellata). La notizia era nell´aria. La mattina, dopo la corsetta in Central Park (in realtà ai margini, sopra i marciapiedi dato che il parco era vietato per la rimozione di decine e decine di alberi pericolanti) avevo detto al mio compagno di camera (Giacomo Leone) "Avverto il clima del ´pacco´. Sta succedendo qualcosa di strano, c´è troppa ostilità verso i runners con la copertina impietosa del ´New York Post´ con due megageneratori per la sala stampa della maratona in Central Park sottratti a centinaia di famiglia ancora al buio a downtown e Staten Island. Come se volessero farci venire tutti qui per poi dirci in extremis ´Ci dispiace, ma la maratona non può svolgersi!´". Così come quando, durante il pranzo del venerdì, rientrando dalla visita all´expo maratona della mattina dove avevamo gioiosamente (!) ritirato i nostri pettorali e maglie dell´evento, presso un lurido diner con Michele e Maurizio, notiamo che alla tv appare un sottotitolo inquietante ´Marathon is still on!´. Come ´Still´? (Ancora?). O porca miseria quaggiù invocano la frittata ... Stampa e tv da giorni massacrano il loro Sindaco (Bloomberg), in clima pre-elettorale tra Obama e Romney, per aver dato l´assenso allo svolgimento della più famosa maratona al mondo quando l´uragano Sandy, lunedì scorso, aveva spazzato migliaia di case, divelto tetti e facciate anche nel centro di Manhattan con una gru staccatasi sulla 57th, ucciso non meno di 38 concittadini, ha lasciato oltre due milioni di newyorchesi senza luce, riscaldamento, acqua calda e collegamenti (soprattutto in downtown Manhattan), bruciato centinaia di case nel Queens, ha razionato benzina, acqua e cibo. Si poteva pertanto ´fare festa´ in queste condizioni? Non mancavano le immagini di abitanti sfollati di Staten Island, da dove parte la 42km195mt che definivano la loro maratona a ´stupid race´ così come le immense lunghe file di newyorchesi con le taniche rosse in mano ai distributori per fare il pieno di carburante necessario per i loro generatori. Ma c´erano anche le file all´Apple Store per l´uscita del mini-Ipad, se è per questo ....

In realtà tutti noi siamo partiti con molti dubbi. Si farà la maratona in quelle condizioni? Se Bloomberg ha detto di ´si´ vuol dire che ci sono le condizioni per cui tentiamo a sfidare il cielo con le 20.000 cancellazioni e ritardi monumentali.

Il martedì sera già gli amici del Livorno Team (ben 9) erano rimasti in aeroporto senza una soluzione che facesse arrivare loro a New York prima di sabato sera (siamo messi bene, penso io) e così tanta altra gente bloccata in Italia ed impossibilitata a partire perchè a quel punto non si trovava il posto per uno spillo da portare negli USA. Questo nel mentre i giornali pisani parlano della spedizione nostra (la mia arricchita del record di toscano con più New York city marathon nelle gambe e quella degli altri all´esordio). Non si trova un vettore che arrivi in qualsiasi punto degli States e noi che partivamo il giovedì dovevamo solo sperare che riaprissero gli aeroporti americani e che le compagnie non avessero problemi con gli aerei disponibili! Tanti maratoneti italiani sono così rimasti fregati da Sandy e dagli aeroporti della East Cost chiusi per mancanza di elettricità (è saltata una centrale elettrico nello stato del New Jersey che alimenta gran parte di Manhattan) e costretti a cancellarsi dalla gara della domenica. Anche i responsabili italiani dell´agenzia riusciranno a partire solo venerdì, non prima ma intanto registriamo la presenza sufficiente dei ragazzi e ragazze dell´Effetto che vivono negli USA e che salvano la situazione.

Al Galilei Airport, giovedì mattina, una doccia fredda che mina la quiete delle mie coronarie. Il volo Lufhtansa per Monaco riporta un ´cancelled´. In realtà è un refuso del giorno precedente ma che ci mette tutti in agitazione (´ma allora ditelo che mi volete vedere collassato ...´. Facciamo colazione offerta dal Brooks Store e ringraziamo per questo Federico e Piero. Atterriamo a Monaco con un ritardo di oltre 40 minuti e qui il capolavoro della compagnia teutonica: abbiamo solo 20 minuti di tempo per prendere il volo per NY, ci accolgono con due pulmini ai piedi dell´aereo, ci portano velocemente ad un controllo passaporti sulla pista e quindi al tunnel del volo intercontinentale. Non solo, all´aeroporto di Newark, aperto poche ore prima, troviamo anche i bagagli! Comprendiamo perchè sono la locomotiva del´Europa.

Facciamo fatica ad entrare a Manhattan by night per le file delle auto a fare benzina ma imbocchiamo l´unico tunnel aperto e non allagato: il Lincoln. Arriviamo in albergo con i dintorni buietti per la luce razionata e saluto il mitico Biagio di Fort Lauderdale (che ha vissuto l´uragano dalla Florida sino al New England) mentre nella camera 730 mi raggiunge Giacomo. Tutti insieme, stonati dal sonno, ceniamo alla rinomata Steak House ´Gallagher´s´ per poi riassaporare la bellezza di questi letti alti, profondi ed immensi!

La mattina del venerdì la consueta corsetta con Giacomo Leone (lo Speciani non era ancora arrivato), ma ai margini di Central Park, prima di andare all´expo, ricco di proposte ed entusiasmo come se nulla fosse. Nel pomeriggio la ´mazzata´ che fa il giro del mondo in pochi attimi e c´è chi addirittura lo sa dall´Europa: "Marathon is Cancelled" con un clamoroso dietrofront di Bloomberg (qui c´è chi dice che sia stato un ordine di Obama a 3 giorni dell´election day!) e le lacrime della rigida presidente dei New York Road Runners Mary Wittenmberg che subito informa il mondo e le agenzie che non restituirà le quote d´iscrizione (quest´anno superavano i 400 euro). A quel punto mi viene in mente di sputare a coloro che ancora mi rinfacceranno qualcosa sulla PisaMarathon del 2010 dove invece ci accollammo le perdite salatissime (80.000 euro) pur di garantire la partecipazione gratuita nel 2011. E con la differenza che noi avemmo solo 24/36 ore di tempo per reagire alle avversità meteo che misero in ginocchio la Toscana a tutti i livelli (con migliaia di persone che abbandonarono le loro auto in autostrada e dormirono nei centri commerciali, aeroporti, stazioni, etc.). Qui a New York lo sapevano dal lunedì come stavano le cose, che erano quelle che abbiamo poi visto con i nostri occhi ... E pensare che ero arrivato sin qui con l´onda dei giornali pisani che mi incensavano come ´super-atleta´ (quanto c´abbiamo riso ... ) e per il mio record che resta imbattuto di toscano con più NYCM nelle gambe.

Il sabato è stato quello del recupero dallo shock, in giro per Manhattan come amebe ferite ed anche umiliate perchè prese in giro. A parte il raid nei negozi classici di Times Square (Hard Rock cafè, Bubba Gump) e Fifth Avenue (Armani, Nike Store, Apple Store, etc.) la propensione allo shopping si è temporaneamente abborbata per crisi di rigetto, quasi di protesta. Salvo poi riprendere la vocazione poche ore più tardi con un bel pranzo da Stardust Diner (quello dei camerieri e cameriere che ti servono eppoi cantano sopra i tavoli nel loro anteprima ai musicals di Broadway) con la famiglia Bani (Marco, dottorando a Boston al MitLab e Lorenzo, famoso per aver screato la Strapazzata, il percorso vita alle Piagge ed aver portato Keith Haring a Pisa nel 1989). Michele la mattina era andato a Union Square per offrire il proprio supporto come volontario al centro raccolta ma un gentile rifiuto, per problemi assicurativi, ce lo aveva restituito ad un´attività meno filantropica e più ludico-commerciale della serie ´aiutateci spendendo in giro´. E così abbiamo fatto, riprendendo le nostre energie mentali, riunite per organizzare le corse spontanee della mattina della domenica.

La domenica partiamo tutti come se volessimo correre la maratona dal ponte da Verrazzano, tranne che ben più riposati, con quelle 3 ore in più (più anche l´ora solare che qui è arrivata con 7 giorni di ritardo rispetto all´Europa) post-colazionati. Alle 9,00 puntuali a Columbus Circle, all´angolo di Central Park, in un numero oceanico con la maggioranza dei maratoneti, perlopiù stranieri, che facevano esplodere il parco e con anche una maratona autogestita (con più giri da ripetersi per arrivare ai fatidici 42km195metri) ed il supporto di molti newyorchesi a porgergi acqua e banane che si scusavano dell´accaduto, facendoci riconciliare con loro. Il nostro manipolo di cento baldi italiani ha pensato ad un´altra alternativa: penetriamo tutta Manhattan lungo la Broadway e ci facciamo sentire fino al municipio diretto da Bloomberg eppoi ci dirigiamo sul ponte della famosa gomma, canticchiando ´O sole mio´, l´inno di Mameli ed alla vista dei francesi un bel ´Popopopopooooo´ ricordando il mondiale vinto Germania 2006. Sul ponte, dopo circa 9,5km di corsa l´apoteosi anarchica che le nostre corde tiravano fuori, di fronte ad un sole spettacolare che ci faceva rimpiangere la maratona che sarebbe potuta essere ... Ma le foto ed i video che potrete, a breve, consultare ci hanno restituito il nostro essere bambini dentro e l´amore per la corsa, più che con la gara. Run, but not race! Qui riuniti dalla nostra passione.
Chi poi ha allungato per fare un bel 30km, chi come me e Giacomo rientrati in metropolitana, finalmente funzionante, sognando un bell´espresso da Starbucks. A pranzo, sempre in una Steak House per poi passeggiare per Manhattan con i grandi Stefano Baldini e Giacomo Leone assaporando comunque il clima delle elezioni democratiche che, forse, avranno condizionato anche lo svolgimento della mia nona maratona newyorchese (la 27a della serie).

Gli ultimi due giorni (lunedì e martedì) sono stati dedicati all´assaggio della vita della metropoli con lo shopping ed un pò di cultura. L´ultima notte l´ho trascorsa con Roberto Tognalini di Roma, Giacomo rientrava anticipatamente in Italia dopo aver rilasciato dozzine di interviste a radio, tv, siti web, etc. In albergo la sorpresa (in realtà da tutti noi attesa) della consegna della medaglia della maratona, la mia nona medaglia! Oggi la più amara ed immeritata, domani chissà ...

Abbiamo anche vissuto la rabbia dei francesi (´e i francesi che s´incazzano´) per la diversità di trattamento delle loro agenzie rispetto a quelle italiane che, a prescindere dalla disponibilità della Wittenberg, hanno garantito l´iscrizione (gratuita) ai partecipanti 2012 nei prossimi 5 anni, accollandosi l´investimento. Un sano orgoglio italiano mi ha pervaso. Si parla sempre male del nostro modo di essere ma l´applauso corale dei francesi al desk di Effetto Italia è stato un segnale che tutto sommato ci rende sempre più speciali di tanti altri.

Chiudo qui questo mio reportage ´diverso´ dagli altri dove descrivevo cose effimere ed autoreferenziali come il pre-gara, l´attesa, il freddo dal Verrazzano bridge, le feste lungo il percorso, il silenzio di Williamsbourg, l´apoteosi della First Avenue, la sofferenza della maratona quando ti raggiunge la crisi nel Bronx e la gioia dell´arrivo al Tavern on the Green con i colori delle foglie arancioni. E´ solo shiftato di dodici mesi tutto questo. Ora conta recuperare i dispersi e dare luce, riscalmenteo ed un tetto a due milioni di persone, senza polemiche perchè runners are still (!) a beautiful people!

Foto e video di prossima pubblicazione.


Fonte: Andrea Maggini



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