Vivicittà Half Marathon Firenze: dissertazioni mooooolto filosofiche ...

05-04-2016 11:08 -

Mezza maratona di Firenze 2016 – esordi in terra gigliata e pretesto per dissertazioni filosofiche

Ttutti noi, chi più chi meno abbiamo avuto occasione di vedere l´architetto fiorentino (Alessandro Vignozzi, ndr) che corre abitualmente scalzo o al più con il modello più leggero in commercio di Fivefingers; ebbene potevamo noi pisani esser da meno? Ovviamente no ed ecco che portiamo un ingegnere in terra fiorentina a correre con le fivefingers!
Dopo questa breve chiosa iniziale però proseguiamo con ordine!;
Ci svegliamo alle ore 6:05, e dopo la colazione e le abluzioni mattutine, ci vestiamo per partire in auto alla volta della stazione ferroviaria per prendere il treno delle 7:32 che ci lascia a Firenze alle 8:32; laggiù altro caffè e poi a piedi fino alla zona degli spogliatoi e deposito borse dove ci cambiamo e lasciamo le nostre cose; ci dedichiamo ad un riscaldamento assolutamente insufficiente, ci posizioniamo, sbagliando, in fondo al gruppo, tentiamo con scarso convincimento ed altrettanto modesti risultati ad andare un poco più avanti (tutte cose da ricordare per la prossima volta!!!) e di li a poco sentiamo lo sparo dello starter che da il via ufficiale alla gara dopo di che, negli oltre tre minuti che impieghiamo prima di passare sotto al gonfiabile di partenza, ci auguriamo svariate volte in bocca al lupo e buon divertimento fino a che il ben noto beep del cronometraggio non ci segnala la partenza ufficiale della nostra gara; ma nostra di chi? Beh, ovviamente mia che sto scrivendo ma soprattutto di mia moglie che esordisce sulla mezza maratona!
Non era la sua prima gara ma non nascondo che la cosa mi ha emozionato e cercherò per amor di cronaca di spiegarne il perché; anche se ero sicuro che sarebbe riuscita a portare in fondo la gara, purtroppo 10 giorni precedenti aveva avuto l´influenza e nelle ultime 2 settimane non credo fosse riuscita a percorrere più di 20km, di cui gli ultimi 8km il martedì prima della corsa riportando tra l´altro un lieve risentimento alla bandelletta destra; quindi non potevo sapere “come” sarebbe arrivata, cosa che per me era piuttosto importante, primo perché quel che che più mi auguravo per lei era che potesse divertirsi e partecipare con gioia ad una bella festa di sport, poi perché, volente o nolente ad oggi il “motore” delle attività sportive sono io e quindi mi sento anche un po´ responsabile; ed infine perché l´idea che questa passione possa esser condivisa tra noi in modo più profondo e partecipato è qualcosa che trovo davvero bello.
Da podista, seppur amatoriale, ero quindi ben cosciente che le mie speranze avrebbero trovato scarso riscontro in futurto se fosse arrivata “male”, ma fortunatamente così non è stato e seppur affaticata l´ho vista transitare sorridente sotto al traguardo per poi andare (ma non prima di aver salvato la sua performance sul GPS) a farsi mettere al collo la meritata medaglia!
Per quel che riguarda la mia gara, c´è poco da dire, dopo la partenza mi sono trovato “imbottigliato nel traffico” tanto che ho raggiunto il pacer delle 2 ore e 15 minuti dopo 4,20km circa perdendo quindi quantità inenarrabili di tempo; ma il tempo questa volta era l´ultimo dei fattori, perché, come anticipato, correvo la mia prima gara con le fivefingers, ed alla fine, tutto considerato, il tempo finale è stato tutt´altro che disprezzabile; per il resto Firenze non ha tradito le attese, la bellezza del percorso è nota, così come la partecipazione cittadina che è stata positiva ed ha offerto una bella cornice ai numerosissimi partecipanti, organizzazione impeccabile e spogliatoi a mio avviso spartani ed un pochino sottodimensionati.
La parte conclusiva di questo mio piccolo racconto però non posso non dedicarla al barefooting; il mio percorso in questo mondo è iniziato col “taglio del drop” operato tempo fa da Saucony; all´inizio ne rimasi perplesso, poi notai come ciò portasse beneficio alla mia rullata naturalmente orientata sull´avampiede e così, dopo anni di pensamenti e ripensamenti (passando pure per Hoka) sono giunto infine infine a questa gara ed a queste brevi considerazioni ed impressioni. Anzitutto è bene premettere che la reale entità dei benefici del barefooting è ancora oggi oggetto di una discussione che difficilmente vedrà mai una conclusione mentre i possibili infortuni nei quali si può incappare sono molti e ben noti; quindi chi è intenzionato ad intraprendere questo cammino sappia che probabilmente giungerà ad un vicolo cieco; inoltre le mie nozioni anche se non proprio “stregonesche” perché nascono da un “vissuto” fin troppo ricco di incidenti ed infortuni gravi, non sono assolutamente alla stregua di quelle di un medico o di un fisioterapista, che pertanto vi consiglio, se del caso, di consultare.
Allora perché il barefoting? pPerché, se quella è la strada giusta per noi, alla fine ci regalerà sensazioni di benessere e libertà straordinarie ed impagabili, che che personalmente ritrovo solo nella corsa a piedi nudi sulla battigia. ed iInoltre ci garantirà anche alcuni non disprezzabili benefici fisici e di salute.
La nostra gamba ed in particolare la sua parte posteriore è abituata al differenziale delle calzature, quindi, togliendole si generano, soprattutto nel tendine d´achille e nei polpacci, maggiori allungamenti e sollecitazioni, mentre il piede, soprattutto nella zona mediale ed anteriore beneficia di un più efficiente appoggio e di una migliore distribuzione del peso a terra; quindi se decidete di usare le fivefingers per camminare a mio modesto avviso fate una scelta che non ha particolarti controindicazioni; in tal caso consiglio quelle con la suola più spessa perché questa compensa le caratteristiche “innaturali” delle superfici su cui camminiamo; se infatti è naturale camminare scalzi, questo è vero su superfici anch´esse naturali percorrendo le quali il nostro piede, nel corso dei millenni, ha sviluppato quella conformazione e caratteristiche che ha oggi; insomma, l´uomo non fu fatto a correr sull´asfalto.
Per il podismo la questione cambia, occorre tanta cautela e tanto giudizio, oltre quanto già scritto ci sono anche altri aspetti legati alla integrità fisica, alla postura ed alla meccanica di corsa che non possono trascurarsi, anche se, secondo alcune tesi abbastanza accreditate queste incidono sulle “distanze ragionevolmente percorribili” piuttosto che sulla effettiva possibilità di praticare il barefooting; insomma, più siamo sani più sono lunghe le distanze che possiamo percorrere in questo modo (non una grande scoperta invero).
Aallora come e cosa si può fare, anche solo per curiosità?
1) correte tendenzialmente “sulle punte”? Se no, forse potete già lasciar perdere, se sìi la prossima volta che dovete comprare un paio di scarpe, quando siete in negozio, provatene anche un paio con drop più basso da 4 a 8mm), magari le preferirete;
2) studiate! giusto per avere una minima infarinatura e qui vi consiglio alcuni articoli su runlovers, albanesi e corsa naturale; vi potrebbe essere anche utile l´articolo sull´approccio alla corsa a drop zero che si trova sul sito di altra running; si tratta giusto di testi puramente illustrativi; potreste anche far due chiacchiere col medico sportivo, fisioterapista o persona “addetta ai lavori” di vostra fiducia per avere un parere informato da parte di un soggetto veramente competente;
3) lo studio ha prodotto buoni frutti ed il medico non è riuscito a dissuadervi? vi siete anche trovati bene con il drop più basso? Bene, se così non vi basta potete provare un paio di scarpe a drop zero oppure decidere di fare subito il gran salto, nel qual caso dovrete anzitutto convincere il vostro piede ad entrare e rimanere dentro quelle scarpe... e non sarà facile ma già dopo mezza giornata le cose andranno meglio; poi cercate di calzarle quanto più possibile facendo anche dei piccoli esercizi propedeutici, dopo 1 settimana / 10 gg potete utilizzarle in palestra (chi la frequenta) oppure aspettate almeno 2/3 settimane per poi iniziare con prime brevissime corsette... stretching intenso e scrupoloso prima e dopo e poi ascoltate il vostro corpo, piano piano e con cautela... infine, più che il sottoscritto, sarà un noto e competente negoziante della costa a darvi molte utili indicazioni.

un´ultimissima nota, queste scarpe si portano bene senza calzini ma le “conseguenze” per chi ci sta intorno possono essere ben peggiori di quanto non pensiate... meglio usare i calzini ed in ogni caso basta un passaggio in lavatrice per farle tornar nuove!

Cosa c´entra tutto questo con la mezza di Firenze? Beh... non molto... però spero che i pochi che sono arrivati in fondo a queste righe lo abbiano fatto senza troppo rimpianto e spero di riuscire a prendere all´amo del barefooting qualcuno giusto per non essere l´unico strano animale quasi scalzo alle gare. (quest´ultima ovviamente è una battuta)

saluti a tutti e ci vediamo a Roma!


Fonte: Marco Fiore