Senza Testa

17-05-2015 18:39 -

Si possono salire oltre 1000
metri di dislivello in meno di 3,7 km e in poco (pochissimo) più di un'ora e pure udire al contempo una lezione di filosofia trail dal guru?
Si può... se davanti sta quello zitto e dietro quello che parla. Io, anche stimolato dal record cronometrico Bellinvia-Matteoli (56 minuti) sulla stessa via, spingo, anche se non al massimo. Vado avanti e non conosco il sentiero, abbiamo una corda ed attendo il punto in cui sarà necessario piazzarla per non rotolare a valle... ma a me pare che siano già passati almeno tre tratti in cui una corda non faceva schifo... Ma siccome oggi son salito per sudare ed allenarmi, contribuisco (poco) alla discussione e spingo sulle gambe. Ritmo alto, il Forato si sfiora con lo sguardo ma è ancora lontano. Il sentiero 12 è bellissimo, un vertical Faeta (tipo lungo la rete dello 00, per capirci..) dal parcheggio di Cardoso, alla vetta. Ma non sento storie e salgo mantenendo anche il sorriso. Si discute di paure, di esperienza ancestrale e del fatto che siamo viziati dall'iper razionalismo. Come si sopravvive nella foresta? Affinando l'istinto. Come si superano gli ostacoli? Buttando il cuore oltre. Non si può razionalizzare e iper razionalizzare ogni atto, ogni movimento ogni frazione dell'ascesa (e della discesa...). Come si sopravvive ad un ultra trail? Gestendolo? Ipotizzando consumi energetici proporzionali alle pendenze ed in ragione delle frazioni fra i ristori? No ! il guru è categorico. L'unico uso che si deve fare della testa è quello di non usare la testa. In una sorta di oroboro mentale, di ossimoro negazionista; la razionalità va utilizzata per spengere il cervello ed affidarsi all'istinto, a quella voce interiore che ti fa sopravvivere e che ti consente di andare avanti. Paura delle distanze lunghe? Cazzate! Si parte e si va, e si viaggia perché il Trail è un'esperienza interiore... non una prova cronometrica.
Ora, siccome voi che leggete e assaporate perle di filosofia trail-zen, siete comodamente seduti sul divano, mentre io per incamerare la lezione mi sono sorbito quella popò di salita, il resto del dogma, l'altra porzione di insegnamento, il clou del discorso, non ve lo racconto. Muovete le chiappe ed affrontate l'impervia via, che la meta è ancora lontana. Eppoi, siccome c'era anche Lorenza la guru-consorte, ma l'abbiamo sperduta al parcheggio, e siccome il sentiero presentava difficoltà ed insidie, l'abbiamo attesa in vetta. Che fare per ingannare il tempo? Ripetute (tranquille dice lui) dal buco di pietra alla sommità della vetta. Il resto è crinale, vista mozzafiato, bellezza con una parte di sentiero percorsa in senso inverso all'ultima SkiRace... tant'è che il panorama mi appare come un deja vù. Ma non solo; si elaborano teorie, scaturiscono fantasie, organizzazione di gare (lì...proprio lì...allenatevi) e si sogna un arrivo al Forato con un immenso striscione (ARRIVO) teso proprio nel buco e gonfiato dal vento che, come vela, spinge i nostri sorrisi lontani, fino al mare e molto oltre. E poi rientro e corsa sul sentiero n° 8 e ruscelli e bosco. Concludendo, gettando i prodromi di un corso di tecnica ed etica Trail ( perché noi stiamo lavorando per voi anche quando si suda come animali e si mangia pane secco e parmigiano in corsa...) cosa serve al perfetto trailista? Passione, coraggio, consapevolezza, competenza cartografica, rispetto della montagna, valutazione del rischio, coerenza e molto molto altro ancora. Acquisito tutto questo, possiamo partire, per correre finalmente Senza Testa.

p.s. La corda non s'è messa, ma deh...

p.s. del p.s. Inattaccabile il record sul percorso, ma l'obiettivo è l'ascesa stando sotto l'ora.. sennò un saremmo SENZA TESTA ...


Fonte: Sercostanzo