Pistoia - Abetone: resoconto di un´esperienza affascinante e singolare

29-06-2015 16:38 -

Ed eccomi qui a raccontare, spero senza troppo tediare, di questa mia ultima esperienza, delle emozioni e sensazioni che mi ha trasmesso e di quanto di lei troverà posto nel mio personale bagaglio di ricordi.

Trattandosi di gara podistica mi par giusto principiare dal percorso e dalle peculiarità della competizione che lungo di esso si sviluppa;

si parte da Pistoia per affrontare i primi 6 km di leggera e costante salita cui seguono 8 km di robusta ascesa fino in località le Piastre da cui si diparte un alternarsi di salite e discese che terminano presso Gavinana; da li comincia una discesa a tratti impegnativa che corre fino al piccolo centro de la Lima al km 33 circa attraversato il quale si sale nuovamente, con moderatezza per i primi 4 km superati i quali iniziano gli ultimi 13 km di scalata tra i tornanti che, a mio avviso, rappresentano la vera sfida nella sfida, superata la quale si giunge infine all´agognato traguardo di piazza delle piramidi.

La gara, lo si sarà capito, è in effetti del tutto particolare, occorre gestire energie fisiche e mentali con oculatezza ed esser sempre ben concentrati, inoltre il tipo di percorso, con le sue molteplici variazioni plano altimetriche, chiede, almeno secondo me, un diverso tipo di "rapporto col cronometro", un rapporto che veda quanto indicato dal nostro fido GPS più come una "cornice" entro la quale orientarsi per meglio governare la corsa piuttosto che un "metronomo" che ne scandisca tempi e ritmi... insomma, a mio avviso questa gara chiede di essere impostata e gestita, entro certi limiti, in un modo che per certi aspetti ricorda la classica "corsa a sensazione".

Infine, quest´anno come molti altri prima si è gareggiato con un gran caldo e ciò ha rappresentato evidentemente un ulteriore fattore di difficoltà che ha reso necessario idratarsi ed integrare quanto perso con la dovuta frequenza

Alcune informazioni e note; 953 partenti, 834 all´arrivo, il sottoscritto si è classificato 92.mo assoluto; la gara è organizzata in modo essenziale ma molto efficiente, sia in termini di personale che di assistenza, trasporti, ristori e quant´altro; docce e bagni si sono rivelati ottimi; unico ma inevitabile disagio, quello legato al dover gareggiare per buona parte a strada aperta; tuttavia questo impedimento è stato più contenuto di quanto non si creda; per gran parte del tempo infatti si è corso con un traffico piuttosto ridotto e con una utenza che, almeno in quest´occasione, si è dimostrata alquanto "rispettosa" dei podisti, mentre solo nel tratto finale, con la strada più larga, gli atleti molto sgranati ed un maggior volume di veicoli in transito, si è reso necessario prestare un pochino più di attenzione... ma ripeto, giusto un pochino... se non altro perché dopo oltre 40km di salita c´èra poca voglia ed a mio parere poco utile nell´andar a cercar tante traiettorie.

Concludo questa prima parte scrivendo che, volendo andare a trovar paragoni e pur con le inevitabili differenze legate alla natura e particolarità dei due eventi, mi sento ancora una volta di affermare che possiamo esser fieri della nostra cara Pisa Marathon.

Fin qua, come usa dirsi in altri contesti, la fredda cronaca dietro la quale però si cela un caleidoscopio di suggestioni e stati d´animo che ha accompagnato questa mia esperienza e dei quali mi appresto a dar sintesi.

Anzitutto va detto che l´unicità della corsa, oltre a renderla cosi affascinante o forse proprio per questo, fa da cassa di risonanza per tutte quelle emozioni che normalmente si provano cimentandosi con una gara di fondo, amplificandole e regalandogli un sapore speciale ed unico... il tempo scorre in modo diverso, più bello, non più veloce ma più "pieno" occupato oltreché dal normale corredo di emozioni di gara, anche da tutte le ulteriori "tensioni strategico gestionali" oltreché dalle suggestioni del paesaggio, che se anche non raggiunge, e neppure vi si avvicina, quello di un trail, in ogni caso regala scorci affascinati ed è senz´altro più seducente di quello di molte altre gare.

Oltre a questo, il rapporto meno "ansiogeno" col cronometro, ha gratificato non poco la mia mancanza di spirito competitivo, dato che non ho dovuto controllare niente e nessuno ma solo, si fa per dire, andar su con giudizio ed intelligenza potendo tra l´altro assaporare appieno il gusto puro del correre e questo, credetemi, per me ha veramente rappresentato un impagabile valore aggiunto.

La gara poi ha regalato tante storie lungo i suoi 50km, le molte storie delle famiglie ed amici che hanno seguito gli atleti scortandoli fedelmente in bici piuttosto che invadendo con il loro affetto tutte le piazzole lungo strada... la storia del signore che alloggiava nel nostro stesso B&B, classe 1935, che ha concluso questa Pistoia Abetone dopo aver superato un mese fa il suo ventunesimo passatore... la storia sempre unica dell´abbraccio di mia moglie all´arrivo, la sorpresa dell´ultimo ristoro in cui mi hanno offerto una birra fresca, la gioia dei genitori che tagliavano il traguardo tenendo i figli per mano ed ancora volti felici e volti stravolti dalla fatica... tutto come in molte altre gare si... ma tutto unico e speciale perché questa volta accadeva alla Pistoia Abetone, non in una gara qualunque.


Fonte: Marco Fiore