Ecomaratona del Chianti: una bella esperienza

19-10-2015 10:16 -

un percorso suggestivo come raramente ne ho trovati, un´organizzazione ottima, una terra incantevole che ci ha accolti e coccolati per tutta la durata del week end; questa è stata per me l´Ecomaratona del Chianti... oltre ovviamente ad una maratona piuttosto impegnativa.
Ma andiamo con ordine, la gara ha avuto il suo centro in quel di Castelnuovo Berardenga, un Comune nel cuore del chiantigiano immerso tra i colli senesi, con un piccolo caratteristico centro storico molto ben manutenuto dove è stata allestita l´area expo che ha visto la partecipazione oltreché del main sponsor anche, se non soprattutto, di numerose aziende agricole che hanno promosso i prodotti tipici del territorio.
La gara si è corsa attraverso un suggestivo affresco di quei panorami che tanta notorietà hanno portato a quei luoghi; numerose ed importanti aziende agricole si sono addirittura aperte ai podisti, consentendoci di gareggiare tra filari di viti lungo morbide colline.
Il percorso, almeno in apparenza, non è aspro come quelli di altre ecomaratone ma senz´altro non è da sottovalutare ne da prendere alla leggera; ci sono 2 due tratti di ripido sentiero, uno più lungo circa a metà gara ed uno più breve dopo il 39° km, ma ciò che impegna maggiormente gli atleti rendendo la gara piuttosto muscolare è il continuo alternarsi di segmenti con pendenza e lunghezza spesso al limite della "corribilità" che alternati l´un l´altro senza soluzione di continuità rendono necessaria una oculata ed attenta gestione della gara.
Ci tengo a raccontare un paio di episodi di quelli che gara si verificano facendone un poco la storia arricchendone il ricordo... il primo riguarda quell´atleta che mi precedeva di almeno un paio di minuti (lo intravedevo durante le salite) e che ha pensato bene di fermarsi per un pranzo a base di salsicce, costolette di maiale e vino rosso al ristoro del km 40 per poi concludere con calma la gara con un tempo comunque inferiore alle 4 ore;
il secondo episodio invece riguarda direttamente il sottoscritto; poco prima dell´ultimo km, lungo un breve tratto in discesa ho visto un corridore che mi precedeva di circa 200 metri venir colpito da un crampo al bicipite femorale sinistro, fermarsi, stirarsi e ripartire seppur con fatica e sofferenza; con tutta evidenza, accelerando anche di poco avrei potuto superarlo e tagliare il traguardo prima di lui, ma l´idea di concludere così questa bella gara, sopravanzando un atleta "azzoppato" in quei metri finali dove il pubblico attende dietro le transenne amici e congiunti per festeggiare assieme e tutto al solo scopo guadagnare una inutile posizione (alla fine sono giunto 57° assoluto su 529) proprio non mi è piaciuta ed ho così preferito attestarmi 10 secondi dietro di lui così da consentire ad ognuno di tagliare il traguardo in solitaria e con meritata soddisfazione.
In conclusione l´evento a mio avviso è stato un successo organizzativo e di pubblico, con anche molti partecipanti provenienti dall´estero ed il tutto non solo per merito del "naturale" richiamo turistico di quei luoghi, ma soprattutto grazie al tanto lavoro, ad una efficace attività di promozione, alla passione ed all´impegno dei tanti volontari e ultima ma non ultima grazie ad una mentalità imprenditoriale moderna e dinamica che ha saputo creare una sinergia virtuosa tra sport, turismo ed impresa unendo alla competizione agonistica un´ottima offerta turistica oltre ad una attività di valorizzazione e promozione del territorio e delle sue realtà più importanti;
basti pensare, ripeto, a come alcune tra le aziende più importanti abbiano aperto i loro cancelli alla gara lasciando transitare in taluni casi oltre 1.500 podisti (laddove si sovrapponevano la maratona, la 21k e la 14k) piuttosto che a manifestazioni collaterali come il tour delle cantine, o ancora alla tradizionale "camminata" che in quest´occasione ha visto però un ristoro "a buffet" allestito dentro un agriturismo che si è così reclamizzato di fronte a qualche centinaio di persone.
Scrivo questo con un certo rammarico perché se è vero come è vero che tale mentalità d´impresa moderna e dinamica è un patrimonio anche della dirigenza del Pisa Road Runners Club è altrettanto vero che questa troppo spesso si scontra con una città quasi ostile verso iniziative di promozione e sviluppo del territorio; una città che ai vantaggi di un importante evento turistico sportivo sembra preferire la supina condiscendenza verso quelle lamentele e polemiche che fisiologicamente accompagnano eventi di questo tipo preferendo così appiattirsi e spegnersi lentamente nel ricordo del mondo che fu, piuttosto che mettersi in gioco per provare ad evolvere ed a crescere.


Fonte: Marco Fiore