Maurizio Baglini: alla maratona di Padova come aquila

26-01-2016 21:58 -

E’ tra i pianisti più brillanti e apprezzati sulla scena internazionale. Maurizio Baglini ha al suo attivo un’intensa carriera in Europa, America e Asia con oltre milleduecento concerti come solista e altrettanti di musica da camera. Accanto alla passione per le note c’è però anche quella per la corsa. E proprio nella veste di podista domenica 17 aprile 2016 lo vedremo ad Abano Terme, al via della Maratona di Padova – XVII S.Antonio.

Nato a Pisa, quarant’anni, vincitore a 24 del “World Music Piano Master” di Montecarlo e da allora ospite dei più prestigiosi festival e delle maggiori istituzioni internazionali (tra cui il Teatro alla Scala di Milano, la Salle Gaveau di Parigi, il Kennedy Center di Washington, l’Auditorium del Louvre, il Gasteig di Monaco di Baviera e il Maggio Musicale Fiorentino), nelle vesti di runner ha partecipato alle maratone di Parigi, Pisa, Vienna, Berlino, Amsterdam e New York, con un personal best sulla distanza è di 3 ore e 27 minuti.

Baglini_NY[5]«Ho sempre praticato sport: da bambino nuotavo e la corsa già allora faceva parte dell’allenamento quotidiano. Un amore che deriva da mio padre, che era un autentico appassionato. Non le posso dedicare tantissimo tempo e nemmeno tante domeniche, perché spesso nei fine settimana suono, ma la maratona ormai è qualcosa di più che un modo per tenermi in forma. I tempi non credo siano importanti per l’amatore. La mia personale filosofia è non finire al passo: sono lì per correre, non per camminare» racconta Baglini che, assieme allo chef Joe Bastianich e al deejay Linus, è tra gli illustri appassionati di podismo intervistati nel libro “Il papa non corre” di Irene Righetti (ed. La Carmelina). «Nel 2016 ho deciso di correre per la prima volta a Padova per diversi motivi: perché la città è bellissima, perché ho sentito molto parlare di questa gara e perché so che quest’anno sarà profondamente rinnovata e ancora più stimolante».

Basta curiosare nel web per rendersi conto di quanto la corsa sia importante per il pianista toscano. Numerose le interviste da lui concesse, a cavallo tra musica e sport. D’altra parte tre le due realtà il legame è più intenso di quanto si potrebbe pensare, a partire dalla «pulsazione ritmica, il nucleo della musica classica, qualcosa di cui non so fare a meno» spiega Baglini. Mentre si allena, però, non usa l’Ipod, perché «correndo creo la mia musica, il mio ritmo, ascolto il mio corpo. A volte memorizzo dei passaggi di ciò che sto studiando». E il compositore che più si avvicina alla corsa? «E’ Beethoven» risponde, «perché il ritmo è la sua dimensione emotiva e artistica principale. Ma anche Brahms. In un certo senso, mi fa piacere essere un tramite tra questi due mondi e credo che una passione possa arricchire l’altra». Non resta così che dargli appuntamento a domenica 17 aprile e chiamarlo a salire su un palcoscenico lungo 42 chilometri.


Fonte: Cesare Monetti, www.runtoday.it