Trail Monti Pisani 2016: 46km di avventura lungo i nostri monti

22-03-2016 09:36 -

Sono appena passati appena 2 giorni dal TMP, atto principale ed al contempo conclusivo del challenge dei monti pisani, ma già il Presidente e Sergio sono stati al Giglio, io ho fatto lo scarico del lunedì e pertanto mi accingo, come d´abitudine, a tradurre in parole ricordi e sensazioni di quanto vissuto domenica scorsa;

A differenza dell´anno passato, in cui avevo gareggiato sulla distanza media, quest´anno, visti anche gli obiettivi della prima parte di stagione, ho deciso di cimentarmi col percorso più lungo; oltre a ciò poi, desideravo anche “ricongiungermi” con i nostri monti che non frequentavo oramai dall´ultimo autunno dato che di norma esco da solo, nel pomeriggio e mai col buio; non per niente infatti, quella di ieri dopo la ronda ghibellina del 31 gennaio, è stata la seconda uscita trail in assoluto dall´ottobre 2015.

Ma veniamo invece alla corsa; sono arrivato a Calci subito prima delle 7,30, invero un po´ tardino, tanto che non sono riuscito a partecipare alla foto di gruppo e come riscaldamento ho potuto solo coprire la distanza dal deposito borse alla partenza, dopo di che mi sono intruppato, pronti attenti e via di corsa dietro Bellinvia che ci ha scortati per i primi metri fino all´imbocco della salita di Nicosia, prima fatica di quella che si è rivelata essere una gara tecnica ed impegnativa che ha toccato molti dei luoghi maggiormente significativi e suggestivi dei nostri monti sempre però percorrendo la via più faticosa e difficile, senza mai concedere nulla ai partecipanti ed anzi richiedendogli continui sforzi, con pochissimi tratti in cui poter rilassare i muscoli e recuperare energie;

Questo impegno è stato tuttavia ripagato dall´incanto del costone che porta da Santallago a Campo di Croce, dal passaggio al Passo di Dante, dal panorama che sempre ci regala la cima del monte Faeta e da tutti quei luoghi oramai familiari e a cui sono affezionato, che caratterizzano questo patrimonio naturale che sono i nostri monti.

Il personale di servizio, il nostro ma non solo è stato squisito, disponibile e gentilissimo e sento il dovere di ringraziare tutti scusandomi se non sempre ho ricambiato tanta cortesia a causa della fatica; ci tengo anche a fare i complimenti a tutte le aquile in gara ed in modo particolare a Gabriele Ianett ed a Mirco Caleo che si sono distinti con due grandissime prestazioni oltre ad una fantastica, e ripeto fantastica, Letizia Filippi terza assoluta nella classifica femminile!

Una curiosità sul vincitore, Giovanni Zorn... per chi non ha già capito, scrivete il suo nome in inglese (John) andate su wikipiedia e state a vedere cosa salta fuori... se poi siete curiosi, sarà un piacere per me accompagnarvi nella scoperta di questo personaggio...

Una piccola nota, che non vuol esser ne polemica ne critica, anche perché so bene quanto sia difficile “fare” e quanto invece sia facile “giudicare” e non voglio scivolare su certe bucce di banana; però un ristoro intermedio tra campo di croce ed Asciano (dove erano gli amici del Rossini) secondo me sarebbe stato opportuno perché così il tratto tra i due era a mio avviso forse troppo lungo.

Una considerazione finale che esula dal TMP e dalle sue vicende e che forse non è niente di più che un´impressione sbagliata del sottoscritto, ma... a fronte di un movimento in crescita che propone gare sempre più tecniche ed impegnative, a mio modesto avviso non corrisponde un equivalente incremento di preparazione, consapevolezza e conoscenza da parte degli atleti che le affrontano;
se è vero infatti che le distanze medie e quelle corte, vista anche la difficoltà in linea di massima inferiore dei percorsi, possono essere affrontate più o meno come una piacevole variante alle più tradizionali competizioni podistiche, altrettanto secondo me non può dirsi per le distanze superiori a 40 km che, a causa dei tracciati generalmente più impegnativi chiedono all´atleta maggior contezza del potenziale pericolo e dei propri limiti, bagaglio questo che, ma probabilmente mi sbaglio, non non mi sembra di vedere in tutti i “camelbak”.
Purtroppo l´unica iniziativa che in tal senso mi sovviene, in ossequio al principio secondo cui chi solleva una questione e tenuto a proporne relativa soluzione, consiste nel potenziare opportunamente, soprattutto sui siti delle gare, informazioni e notizie sulle reali difficoltà del cimento in modo da renderne quanto più possibile edotti tutti gli atleti, sperando di non ottenere l´effetto opposto, ed organizzando al contempo competizioni su distanze inferiori e tracciati più semplici per quanto gratificanti come già avviene per il nostro TMP.
Se la forma e la salute mi assistono, ci vediamo a Firenze e poi a Roma


Fonte: Marco Fiore