Lesvos Trail

22-04-2016 18:41 -

Lesvos Trail

Siamo appena rientrati da Lesvos (così si scrive e pronuncia in greco) e mi preme puntualizzare a caldo alcune cose, così da rispondere anche ad alcune istanze giuntemi in privato, ma soprattutto perché crediamo sia doveroso farvi sapere il perché della nostra fuga nell´Egeo.


A)
Il Trail dei Monti Pisani, TMP, è stato inserito e supportato dal progetto FOOT della Comunità Europea, un progetto che mira alla valorizzazione dei territori attraverso la pratica ed il turismo sportivo. Pisa Road Runners Club è stato annoverato fra gli organizzatori e anche tra i consulenti di tale progetto. Queste operazioni devono avere il carattere della TRANSNAZIONALITA´ ovvero le gare e/o gli eventi implementati debbono avere dei “gemelli” in altre tre nazioni.
Ecco che il TMP vede affiancati l´Ecomaratona di Malta, L´Ecomaratona di Capodistria e il Trail dell´Isola di Lesvos. il sottoscritto e Francesco Bellinvia sono stati inviati, su mandato consiliare, in qualità di consulenti per la tracciatura e l´organizzazione.

B)
L´isola di Lesvos trovandosi a 6 miglia dalla costa Turca è stata teatro di un assalto di profughi. La cosa è risaputa. Ciò che è meno risaputo, è che la popolazione, abituata da millenni di vicende marinare, ha accolto tutti, dal primo all´ultimo. Ha messo a disposizione tempo, strutture, alimenti, vestiti. Tutti hanno ricevuto accoglienza e un´anonima mano ha tracciato una mattina una frase sui muri del porto: Benvenuti profughi.
Quel muro è divenuto l´emblema di una esperienza collettiva, al quale il popolo di Lesvos non si è sottratto.

Ma, ma… l´altra faccia della medaglia è che L´isola ora è conosciuta in tutto il mondo non per la sua bellezza, ma per le tristi vicende umanitarie. E la diretta conseguenza è che da paradiso terrestre, si è trasformata nell´ideale collettivo in un luogo da non frequentare. Economia, turismo, tutto annientato in nome della generosa accoglienza. L´operazione LesvosTrail, quindi, rientra in un quadro di promozione e rilancio e non è stata sicuramente una scampagnata allegra laddove in molti hanno perso la vita. Pur col sorriso sulle labbra, pur gustando le meraviglie di quell´isola, l´operazione Lesvos, che è appena iniziata, è stata una assunzione di responsabilità ed il tentativo di mettere quel po´ di esperienza a disposizione di persone meno fortunate di noi. Rilanciare l´economia di quell´isola eviterà di trasformare quei greci in altrettanti migranti per un altro altrove.

E per chiudere questa digressione, siccome la voce che uno degli attentatori di Parigi, era transitato per Lesvos, i greci sono stati costretti ad erigere altissime barriere di filo spinato intorno ai campi, a costruire prigioni anziché rifugi e si sono indignati, tant´è che hanno sì raccolto quelle persone in posti orrendi che ci siamo persino vergognati di fotografare (tanto ci sono apparsi identici a lager di ben più nota memoria), ma hanno deciso di lasciare aperti i cancelli, per permettere a quelle persone di uscire, incontrare autorità, porre istanze a governanti e cittadini, ed abbiamo camminato tutti insieme, greci, profughi e noi, serenamente e con calma e pace. La distanza fra le note giornalistiche e la realtà…come al solito è abissale.


C)
La collaborazione con Lesvos va avanti da mesi, forse da più di un anno e per quanto le mie parole possano apparire acidule, e forse un po´ lo sono, sono orgoglioso e in una qualche misura anche tutti noi del PRRC dovremmo esserlo, di appartenere ad un gruppo che non solo si dedica alla corsa, ma propugna valori ed ideali che vanno ben oltre una medaglietta da finisher.


D)
Abbiamo corso muniti di carte topografiche ed abbiamo tracciato gli oltre 37 Km di gara percorrendo una linea solo ipotizzata in mesi di studio.
Ci siamo trovati di fronti ad un terreno variegato, da sublimi passaggi lungomare, a boschi plurimillenari (sono ancora stupefatto dalla maestosità della natura), a creste di calcare tagliente come lame di rasoio, a mille metri di quota. Non ci siamo fatti mancare la “ravanata” o “spaccamacchia” che dir si voglia, quando il sentiero è scomparso sotto i nostri occhi e tornare indietro era impossibile. Il supporto dei due greci che si occuperanno dell´organizzazione, Tassos e Christos è stato fondamentale e li ringraziamo di cuore.

E)
Non parlerò del percorso, verranno i tempi e i momenti giusti, vi posso solo dire che ci siamo sentiti a casa, abbiamo scoperto un popolo semplice e forgiato dal sacrificio e dalle traversie, un popolo che ha aiutato migliaia di disperati senza mai lamentarsi. Un popolo orgoglioso e solido, cosciente e consapevole, umile.

Nel paesino di Agiasos ai piedi dell´Olimpo, io e Francesco ci siamo attardati a conversare (dialogo inverosimile e tutto mimato…), con un vecchio artigiano figlio di artigiani. Riconoscente per il tempo che gli abbiamo dedicato, ci ha invitati nel retrobottega e ci ha donato due noci ciascuno. Piccoli segni, valori perduti, unità di misura di una vita che da noi ha perso alcuni sapori, alcuni colori.
Allego un po´ di foto, sono tutte volutamente “buoniste” perché quelle dei giubbotti di salvataggio abbandonati o dei barconi scassati o dei campi dei rifugiati, abbiamo deciso di ometterle, non per ipocrisia o superficialità, ma per un atto di estrema responsabilità.

Ma tutto questo c´è a Lesvos e forse possiamo contribuire a cambiare un po´ le cose. E´ come svuotare l´oceano con un cucchiaino, ne sono consapevole, ma ci siamo assunti questo compito e con serietà cercheremo di portarlo avanti.

Ringrazio Francesco, abbiamo avuto nuovamente la possibilità di condividere fatica ed idee e ci siamo affidati e fidati l´uno dell´altro. Potrà sembrarvi sciocco, ma anche questo è un gran valore.

Il PRRC è anche questo… è bene dirlo.


Fonte: Sercostanzo