Il mio Mugello Trail

26-04-2016 12:25 -

In questo ultimo anno ho valicato il nostro appennino varie volte, alla ricerca di qualcosa che ancora non ho trovato ma che inseguo sempre con determinazione. Ogni volta che l´ho fatto passando dal Mugello, primavera estate autunno inverno, un´emozione strana è partita dal cuore, come se fosse un richiamo diretto di quei boschi, qualcosa che mi chiamava smuovendo delle emozioni indefinite, dritte allo stomaco.
Conoscevo la possibilità di fare il Trail del Mugello, altri amici lo avevano corso ma il mio lavoro ancora non mi dà la possibilità di fare programmi a lungo termine e quindi il sogno di correre questa gara era rimasto lì, in un cassettino.
Poi le bimbe hanno cominciato ad organizzare una trasferta, il sogno nel cassettino ha cominciato ad agitarsi, a fremere, a picchiare forte nelle pareti per farsi sentire. In silenzio ho cominciato a sperare ma ho continuato a non aprire, corricchiando ma senza un obiettivo. La delusione di non avere il giorno libero mi avrebbe fatto troppo male. Ma, sorpresa, quando mi hanno consegnato il turno di Aprile ero magicamente libera e non solo la domenica del Trail ma anche il sabato.

A quel punto apro il cassettino e il sogno si tira su sulle scricchiolanti gambe. Non ce li ho 24 km con 1200 d+ e manca un mese. Ci provo, mi alleno per quel che posso ma alla prova di un lungo le cose non vanno bene. Chi mi conosce sa che sono caparbia ma che comunque Amo il mio sport e la sua filosofia: rispetto per sé stessi, per gli altri e per l´ambiente e la natura degli elementi. Piena di dubbi continuo a correre, il folto gruppo che doveva partire si riduce sempre di più, a dormire al rifugio ci saremo soltanto Raffaella, Nadia ed io, Cristiana dormirà in un agriturismo vicino, Simone, Francesco, Marco e Franca verranno direttamente la mattina della gara.

Con le bimbe la prendiamo con lo spirito giusto e prima di arrivare al ritiro pettorali ci fermiamo anche a fare un giro all´outlet di Barberino.

All´arrivo a Badia di Moscheta le emozioni si sommano alle sensazioni olfattive, visive ed uditive. Mi avevano avvertito, mi avevano predetto che questo posto mi sarebbe piaciuto. Il controllo materiali, il ritiro pettorali, il giro all´expo, gli acquisti, le risate, un fiume in piena di emozioni dove la tensione non c´è, esiste solo la voglia di stare bene. Il briefing pregara dove Piero Sisti e Giovanni Zorn ci illustrano le gare dell´indomani. La loro passione per il loro territorio è travolgente e io la conosco bene, toccano corde che suonano in me facendomi vibrare il cuore, mi ricordano quanto io ami i miei monti, i miei sentieri ma anche la mia città, la mia Pisa con tutto quello che ha.

Dobbiamo partire per il rifugio, Francesco, il gestore, ci è venuto a prendere con la jeep che ci condurrà, attraverso il bosco che l´indomani sarà teatro di gara, ai Diacci, dove Francesca ci aspetta con la sua squisita cena.

La mattina la sveglia è puntata alle 6e10, colazione, vestizione e siamo pronte. Arriviamo a Badia di Moscheta dove incontriamo gli altri tranne Cristiana che ha dovuto rinunciare perché Gabri è stato male tutta la notte e ha ancora la febbre alta.

Foto, selfie, battute e tutto scorre via. Le ultime indicazioni di France, il Guru, sul percorso "Si parte in salita, ma tranquilla, anche se per 500 d+, poi Vale, si scende veloci" eccola, l´adrenalina, è bastato un attimo "poi si risale ma si sta abbastanza su, poi l´ultima discesa il sentiero è largo ma da una parte è scoperto"

VIA!!! Salgo la mia salita col mio passetto, siamo sempre tutti insieme, non forzo, voglio stare bene, salgo, sorpasso e vengo sorpassata "Forza Pisa" mi dice una ragazza mentre mi supera "Sempre e comunque" rispondo. Siamo vicini alla vetta del Monte Acuto, la nebbia ci circonda e non riusciamo a vedere il panorama. Una volontaria sul percorso ci avverte "Ragazzi si scende".

Eccomi. Mi butto. Chiedo il passo. Ho bisogno di andare. Sto bene. Voglio volare. E giù in discesa mi lascio andare e spingo anche un po´. Sorpasso. Scendo. Sono in un bosco Fatato. Ora si. Gli odori, i colori, il verde acido delle foglioline nuove a contrasto col marrone del sottobosco, il rumore dell´acqua che scorre, l´odore del legno umido, del sottobosco bagnato. Sto bene, non so se sono felice ma sto bene. Passo Franca e la saluto "Ci rivediamo in salita Franca, lo sai, mi riprendi" e così sarà. Arriviamo insieme alla cascata dell´Abbraccio. Mi sembra di essere in una favola. Eccoci al rifugio dove abbiamo dormito con le bimbe, un ristoro completo, mangiucchio due mandorle e un´albicocchina secca, ritrovo Simone, si riparte, stiamo un po´ insieme, saluto di nuovo Franca e le dico a dopo che tanto in salita ci rivediamo.

E di nuovo giù, corro, salto, corro, mi sento bene, vado. Si risale, ma Simo rimane un po´ indietro, da un tornante mi dice "Vai" e allora vado e passano i km e io vado. Rivedo Franca ma ricomincia la discesa e allora vado. Ed arriva il fango e si scivola un po´, allora prendo una decisione: in discesa il piede deve toccare il minor tempo possibile terra per non cadere, quindi VIA!

Arrivo ai guadi, salto sulle rocce ed ecco l´ultima salita, guardo l´orologio...."Ahi!" se guardo l´orologio mi prendono i crampi. Ok, non guardo più l´orologio, salgo, vado, corro dove posso, spingo quanto posso, ormai ci sono. Ci sono davvero, vedo le macchine, gli striscioni, la Badia. Sono arrivata! Cerco facce amiche, consosciute, prima vedo France, poi Marco....sono la terza Pisa Road Runners, li abbraccio, mi faccio un po´ coccolare, sto bene, sorrido, sono felice, sono andata bene, sto bene.

E´ stata un´esperienza bellissima, una gara fantastica, su un percorso pieno di magia in un bosco senza dubbio Fatato.

Complimenti agli organizzatori, complimenti ai volontari, una gara veramente riuscita, con un´atmosfera di festa.

Mugello ci rivedremo presto, prestissimo, in gara ma anche non, verrò con i miei bimbi e cammineremo da un rifugio all´altro.

Valentina


Fonte: Valentina Damiani