Zegama (Paesi Baschi): Zegama es Zegama

23-05-2016 10:30 -

Zegama es Zegama es micidiale.
Finita in 7 ore e 54 quasi al limite del tempo massimo.
Due grossi problemi: freddo, acqua, vento più volte mi sono trovato a battere i denti.
Terreno insidiosissimo non si stava in piedi dal fango e dove non c´era si scivolava come sull´olio.
Sarò cascato almeno 30 volte e si vede.
Ultimi 10 minuti prima della partenza da brividi.
Tifo da stadio.
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Mi immaginavo un paese di montagna caratteristico: qualche casa più vecchia, qualche palazzo, le scuole elementari, la palestra recente, niente di particolare.
Il contorno è molto bello avvolto in un verde intenso e con la catena dell´Aizkorri sullo sfondo.
Con Giovanni Zorn facciamo la verifica del chip ed entriamo in zona partenza.
Il clima inizia a scaldarsi, intorno migliaia di persone. Gli ultimi dieci minuti prima della partenza sono da brividi. Presenti tutti i big a partire da Kilian. Al momento non piove e in paese non è neppure particolarmente freddo tanto che penso di togliermi una maglia, lascio perdere magari soffrirò un po´ il caldo. Indosso una canottiera, una maglia a mezze maniche, braccioli e un gilet da acqua. Dopo poco indosserò anche la giacca con cappuccio che terrò per tutto il tempo (unico materiale obbligatorio che controllavano alla verifica del chip, lo aveva anche Kilian).
La corsa si svolge per i primi 22 km prevalentemente in salita, i successivi 10 di saliscendi e gli ultimi 10 prevalentemente in discesa.
Discorso del Sindaco che si emoziona, piange e poi intona una canzone da solo senza musica. Balletto in costume locale. Musica intonata all´ambiente.
Ore 9.00 si parte.
Breve giro del paese per sgranare il gruppo e poi inizia la salita.
Si capisce subito che sarà dura: fango alle caviglie, in discesa non si sta in piedi, inizia a piovere, vento freddo che ci accompagnerà per tutta la giornata. Gestisco molto meglio le salite delle discese, cerco posti meno battuti per evitare i tratti più scivolosi, cado ripetutamente.
Mi accorgo di essere sull´ Aizkorri dai km che visualizza il Garmin, la folla che aspettava i primi ormai è scesa, mi meraviglio anzi che sia salita fino lassù con quella giornata.
Qui iniziano i problemi: le rocce bagnate e sporche di terra sono insidiosissime, spesso devo utilizzare le mani per non cadere. Dove non ci sono le rocce ci pensa il fango e l´erba bagnata a complicare la discesa. Questo tratto di saliscendi è risultato la parte più lenta della corsa, il rischio di farsi male era costantemente presente.
Sono parecchie ore che siamo sotto l´acqua e il vento che soffia sempre da sinistra mi sta creando problemi al braccio. Cerco di muoverlo il più possibile. Mi ritrovo a battere i denti dal freddo.
Intorno al trentesimo km mi raggiunge uno e mi dice qualcosa in spagnolo, sono in un tratto fangoso e ho difficoltà a stare in piedi. Da come è vestito capisco che fa parte del servizio, ovvero fine corsa. Mi sembra di capire che sono l´ultimo e che ho 5 minuti non capisco per fare cosa. Mentre parliamo cado un paio di volte, mi chiede se passato questo tratto sono in grado di correre, gli rispondo di si. Dopo poco arriviamo al penultimo controllo cronometrico, non so che è il penultimo. Mi chiedo come sia possibile che dopo 5 minuti ce ne sia un altro, nemmeno un km. Mentre corro ci ragiono e mi convinco che si riferisce al comporto che ho per arrivare entro le 8 ore.
Arrivo all´ultimo controllo e mi fanno proseguire, sono ancora in corsa. Salto un paio di ristori per non perdere tempo. All´ultimo ristoro mi porgono un bicchiere di coca che bevo senza fermarmi.
Sono al quarantesimo ma non so cosa mi aspetta, continuo a trovare fango, ho mezz´ora per arrivare al traguardo ma ormai so che posso terminarla.
Al km 42 esco dal sentiero e trovo ad aspettarmi Franca con tutta la famiglia abitante della prima casa del paese. Mi offrono due dita di birra e facciamo una foto. Mi rilasso è fatta. Gli ultimi 200 metri tra tantissima gente ancora presente ad incitare.
Finisco penultimo in 7 ore e 50. 387esimo su 550 partiti. Quasi uno su tre si è ritirato o è stato fermato per supero tempo massimo.
Contento di averla portata a termine. Non era scontato.
Prima della doccia lavaggio obbligatorio con sistola con acqua fredda dal ginocchio in giù, doccia negli spogliatoi e ulteriore doccia in albergo.
A detta di chi l´ha fatta altre volte tra cui Tadei Pivk (e si parla di campioni) l´edizione dura in assoluto, non per Kilian.
Zegama es Zegama ora capisco.
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Zegama, Riflessioni del giorno dopo.
Il fatto che Kilian abbia impiegato 35 minuti in più del suo record la dice lunga sulle condizioni del percorso.
Il tratto dal ventesimo al trentesimo, discesa dall´Aizkorri e saliscendi successivo dove sarei dovuto andare meglio dei 10k precedenti è stato il più lento: scivoloso, fango, vento continuo da sinistra che ho dovuto iniziare a ruotare il braccio sin dal dolore.
Le Akasha non sono adatte a questo tipo di terreno, sul bagnato non tengono.
Ginocchio sinistro dolorante speriamo non sia niente di grave.
Condizioni fisiche e allenamento non al top ma una volta selezionato non puoi rinunciare.
Oggi riposo a San Sebastian e domani si rientra.

Fonte: Marco Ceccarelli