Iron Tour Triathlon Elba (Portoazzurro - Sprint): il mio primo ed unico triathlon fallito!

30-05-2016 11:41 -

Mi si chiede com´è andata domenica all´Elba.
Risultato: non è proprio andata.
Mi sono presentato al via cercando di non pensare alla delusione di settembre a Forte dei Marmi, triathlon annullato per mare mosso. Ho cercato di non pensare allo stress organizzativo delle mille cose che mi hanno impedito altre mille cose personali (tra le quali provare la muta in mare). Ho cercato di non pensare che con la bici sono una fava e che in salita ponzo come un trichecho e che con la pioggia ...beh, lasciamo perdere. Ho cercato di non pensare che il giorno prima a Cavo sono stato in piedi quasi 5 ore per fare foto e supportare le 11 aquile impegnate nel Triathlon Olimpico, strinandomi come si doveva.
Ma ero ottimista ed ho pensato che la sommatoria di 750 metri di nuoto, 20km di bici e 5km di corsa anche se con i famosi 130 gradoni del condannato si facevano anche in 2 ore ...
Ma ho sottovalutato un dettaglio che consideravo ... marginale: la compressione della muta da nuoto con respirazione. ... non mia. Il diluvio che per un´ora aveva minacciato i 160 partecipanti al via a Portazzurro aveva si bagnato le strade rendendo la discesa in bici da Rio nell´Elba una sfida a rimanere in sella.... ma a 30 minuti dal via si è alzato il mare verso la spiaggia. Ma a parte questo... si parte. Mi sembra di nuotare bene...sono nel gruppo.. per evitare le pedate della tonnara respiro ogni 6 bracciate. .. con le onde in faccia ... poi altre 6... vedo la prima boa... mi sembra di stare bene. .. poi respiro ogni 4... 2.. quindi respiro solo con la testa fuori... alla prima boa però non respiro più. .. ho fame d´aria.. non riesco a fare più una bracciata. Realizzo che sono rinchiuso in un budello che non mi consente di riallargare i polmoni. Provo a riaprire la muta sul retro... mi giro a morticino.. mi slargo la muta sul collo... non c´è nulla da fare se non fermarsi. Vedo tutti passarmi... compreso l´inglese che se la gode in stile rana. Riprovo a fare un paio di bracciate... niente da fare... Dal vicino gommone dei giudici mi chiedono come sto ed io faccio cenno di stare bene ma che la mia gara finisce qui. Prima di decidere penso alla delusione di chi mi aspetta a riva... ma se fosse bastata la testa, come quando correvo le maratone coi tendini lacerati o un femore ricostruito da soli 10 mesi, allora sarebbe stato tutto facile. Mi ero fatto tutto il film della gara... anche eventuali salite infide fatte spingendo la bici o correndo i 130 gradoni del condannato. È stato proprio il fisico a dire che non si poteva andare. Dopo soli 80 metri. Ma la cosa non finisce qui. Sul gommone mi dicono che capita spesso ai principianti. Mi riunisco agli altri sereno..(vedere prima foto).... se non altro ho scaricato la tensione. .. ma dovevo capire se fosse legato al mio esser asmatico o altro. Spronato da Valentina... 30 minuti dopo mi rituffo in acqua stavolta con la cuffia rossa del team. E nuoto... respirando ogni 2 bracviate ... 100 metri... 200... 500... fino a 780 metri. Più di quelli che avrei dovuto fare in gara... e qui ho capito l´arcano. Partito troppo veloce ma ho pagato dazio con l´apnea ... insomma. .. ho respirato come mai avevo fatto in allenamento e la muta si è adattata bloccando la respirazione dell´asmatico che già ha problemi ad espellere l´aria. Ma si riparte da questo bagaglio d´esperienza che solo in gara avrei potuto fare e non con 50 allenamenti anche in mare. Partirò ultimo stecchito la prossima volta ... e col mio ritmo. O andrò a gare senza muta. Grazie al D´Onza per le foto del mio riscatto in acqua...
Ps. resto il presidente orgoglioso delle 12 aquile che hanno completato i vari triathlon elbani.
Ps2.. i fallimenti sono stati la mia forza di base per ripartire alla grande e sono la vera università della vita.

Fonte: Andrea Maggini