Iron Tour Triathlon Elba (Cavo - Olimpico): 111, il mio primo triathlon

02-06-2016 19:56 -

111: tre volte uno, per il mio primo triathlon. Gli studiosi della Cabala potrebbero scrivere fiumi di parole su questo numero, io ne traggo spunto per scrivere qualcosa di una gara, di me.
Non avevo più scritto nulla dallo scorso anno, quando in realtà avevo fatto mie le parole di Andrea Guerrini, compagno di avventura in quel di Stoccolma insieme a Matteo Vanni. E´ giunto allora il momento che torni a tradurre in parole, indegnamente e con risultato incerto, le sensazioni e le emozioni che mi ha lasciato la trasferta dell´Elba, splendida isola, prima delle tre (Creta e Sicilia le altre due) che visiterò in queste due settimane per motivi diversi: sport, vacanza, lavoro.
Al Bar Livorno, luogo d´incontro con Matteo, Valerio e Mirco arrivo in anticipo. Sono nervoso, non ho dormito bene. E´ da più di una settimana che non mi alleno, salvo un´uscita in mare (la prima con la muta!) tre giorni prima. Non mi alleno perché la settimana prima mi sono infortunato al polpaccio destro durante la ricognizione del percorso bike fatta (al contrario!) con Riccardo. Arriva Matteo, poi Valerio, subito dopo Mirco. Carichiamo le bici. Valerio si arrampica sulla macchina per facilitare le operazioni. Scatto una foto che posto subito sulla pagina fb del gruppo e partono gli sfottò. Partiamo, raggiungiamo gli altri all´Hotel Galilei. Saluti e via. Si parte. Il tragitto in macchina è piacevole grazie alla compagnia e ai racconti che si concentrano su Matteo e sui rapporti un po´ travagliati con i suoi clienti, che denotano una totale mancanza di filtro sulla bocca del buon Vanni! Ci imbarchiamo. In nave Valerio tenta di sistemare, o forse sabotare, la ruota anteriore della bici di Riccardo – Valerio, te lo dico da amico: pure con un triciclo ci starebbe davanti!
Arrivati a Cavo incontriamo Valentina e il Presidente, prendiamo i pettorali e ci vestiamo. Mettiamo il body della discordia ma io sono l´unico che ce l´ha giusto, con la cerniera dietro – ´cazzo c´avete da sghignazzare? Lo capirò solo quando, a fine gara, mi faranno notare che l´ho indossato al contrario!
Entro in zona cambio. Mi scrivono il numero: braccio sinistro, polpaccio destro. 111. 111 sulla cuffia. 111 sul casco. 111 sulla bici. Sistemo tutto con cura. Chiudo la muta. Foto di rito. Mi tuffo e provo due bracciate: l´acqua è fredda ma cristallina. Subito ci richiamano per rientrare in zona cambio. Fa caldo. La muta stringe. Chiamano i primi 90, quelli classificati. Chiamano noi. Abbasso gli occhiali. Partiamo.
Mi tuffo. Provo a nuotare – scusa Elisa, scusa Nicola: non è colpa vostra, è che non sono proprio capace! - Botte. Bracciate. Schiuma. Dov´è il fondale? Come mai al posto del cristallo c´è un liquido biancastro che non ti permette di vedere a più di 10 cm? Botte. Sbatto a destra. A sinistra. Scontro Matteo. Mi fermo. Mi manca il fiato. Panico. Mi ritiro. No, riparto. Botte. Sbatto ancora su Matteo. Rallento. Mi manca il fiato. La prima boa è ancora lontanissima. Panico. Mi ritiro. Non mi ritiro. Arrivo alla prima boa, viro e mi rendo conto che, incredibilmente, c´è qualcuno dietro di me! Mi rassegno a continuare. Prendo il mio ritmo e completo il primo giro. Poi il secondo. In zona cambio vedo Matteo. Lo raggiungo poco dopo in bici. Gli confesso che la ricognizione fatta con Riccardo con dovizia di particolari su curve, fondo stradale, salite, ecc...la può dimenticare perché l´abbiamo fatta al contrario: con il suo savoir faire, noto ai suoi clienti, mi manda affanculo! Restiamo insieme per un po´. Poi ci sorpassa un furgone. Mi metto in scia. Matteo non mi sta a ruota e quando mi giro è molto lontano. Finisce il primo giro e mi rendo conto che è meno duro farlo nel verso giusto anziché al contrario. Mi sento bene. Ho sorpassato moti concorrenti. Raggiungo uno col pettorale sotto i 90. Poi un altro e un altro ancora. Mi rendo conto che sto andando forte ma non capisco che sto andando Troppo forte. In zona cambio entro insieme a Marco, uscito dall´acqua quasi 10 minuti prima di me. Mi metto le scarpe e...Ahhhh! Crampi! Crampi! Crampi! Faccio stretching. Parto. Le gambe sono due pezzi di legno. Non si alzano. Vedo Michele che mi scatta una foto. Poco dopo mi fermo e faccio ancora stretching. Passa Massimo. Riparto. Arrivo dove Andrea fa le foto e mi butto a terra. Urlo come un agnello. Un vigile si avvicina chiedendo se ho bisogno dell´ambulanza. No, voglio ritirarmi. Andrea mi esorta a continuare, magari camminando. Faccio ancora stretching. Fa male. Riparto pianissimo. Passa Mirco, fresco come una rosa. Continuo. Mi fermerò altre due volte. Incrocio Riccardo. Gli do il 5: va fortissimo! Finita la salita nel bosco capisco di avercela fatta. Scendo giù in paese. Vedo l´arco. Ci sono gli altri ad aspettarmi. Arrivo. Mi siedo. Michele mi scatta una foto: sono la metà di quando sono partito. Sono stanco. Sono felice.

Cavo, Isola d´Elba, 28/05/2016

p.s. Grazie ad Andrea Guerrini, senza il quale non avrei potuto gareggiare. Grazie a Clara, Davide e Bianca che mi sopportano e a cui tolgo del tempo che potrei loro dedicare.


Fonte: Massimo Scacco