Maratona di Roma 2017: Ciao, sono Valentina....

06-04-2017 09:43 -

Ciao Sono Valentina e sono 4 giorni che non corro
L´ultima volta che ho corso l´ho fatto per la Maratona di Roma, 42km e 195m. Era la mia prima, una prima che non voleva arrivare anche se ormai è qualche anno che corro con assiduità. Non ne sentivo la necessità e soprattutto rifuggevo dall´idea di dovermi allenare con uno schema preciso. Sono una che se si sente costretta impazzisce, odio le forzature, adoro la spontaneità.
Nell´ultimo anno avevo corso molto poco, a ottobre non avevo nemmeno una mezza nelle gambe e a dicembre il numero complessivo dei miei km è stato 12,38 e non dico altro. Avevo bisogno di uno stimolo, di un obiettivo, di una forte motivazione e così dal primo gennaio ho cominciato la preparazione. Vicino a me c´erano Amici, con la A maiuscola che mi hanno incoraggiato, spronato, a volte anche offeso perché tentennavo. Le prime settimane sono state dure, mi sono dovuta costringere quasi con violenza, ovviamente mentale, ad allacciare le scarpe da running e uscire. I primi allenamenti erano pessimi e faticosi, avevo perso tutto quello che avevo guadagnato con gli anni, i miseri 8km dei condotti erano faticosi come scalare l´Everest, e poi, quel maledetto asfalto, sempre uguale, il ritmo che non si spezza mai, non esite la salita, non esiste la vetta, esiste solo il passo, l´incedere costante dei piedi uno dopo l´altro. Ma le settimane passavano e io riacquistavo fiducia, vedevo i miglioramenti, come un´automa seguivo gli stessi percorsi per vedere se qualcosa cambiava, e, incredibile, cambiava davvero. I primi lunghi, 20-25-30 e tutto scorreva liscio, cominciavo a non poter più fare a meno di uscire, se un giorno accadeva un imprevisto smaniavo per recuperare il giorno dopo. Stavo correndo di nuovo, ero di nuovo una runner.
Il lungo di 32 lo facciamo a Siena, trasferta gita con persone carissime, giornata di sole splendente, cielo terso, 32km col pettorale, non me ne accorgo nemmeno. Tengo anche un buon ritmo per le condizioni che avevo il primo gennaio, sono stracontenta, il giorno dopo nemmeno un dolore, sta andando tutto a meraviglia.
Chiamata alle armi: 5 Marzo, Mezza maratona di Fucecchio, di nuovo il pettorale, corro come se fosse un allenamento, ritmo costante, scendo addirittura sotto le due ore. Sto bene, la settimana dopo ci sarà l´ultimo lunghissimo, è quasi fatta c´è l´ultima settimana di carico ma...
Ultima settimana di carico e alla prima uscita sento qualcosa che non va, ad ogni appoggio della gamba sinistra c´è un dolore nevralgico che risale dal polpaccio al gluteo, nervo sciatico, sarà il priforme, devo fare più stretching. Seconda uscita settimanale, oioi, non passa, anzi. Questa settimana c´è anche il test delle UltraVertical, la possibilità di correre in monte, sono solo 12km e io sono nella settimana di carico, vado. Inebriata dal trail soffro ma vado avanti e vengo ripagata da una divertente discesa tecnica che mi fa ricordare quanto adori sentirmi libera, e con le lacrime agli occhi, non per il dolore ma per l´emozione, mi butto giù felice.
E´ arrivata la domenica del lunghissimo, la compagnia di Roma è già un po´ decimata, Giuse è infortunato, uno strappo, Guia anche, distorsione e lesione dei legamenti. Con un manipolo di amici ci dirigiamo verso il mare, al sesto km dentro di me credo di non farcela, il dolore è quasi insopportabile, ma poi vado avanti, incontro Leti che è partita a piedi prima per fare un pezzo con noi, mi distraggo, e km dopo km ne faccio 34. E´ quasi fatta, ora c´è solo lo scarico.
E´ lunedì e non appoggio il piede a terra, ogni volta che lo faccio la fitta arriva al cervello. Guidare è una delle cose più dolorose.
Martedì azzardo un´uscita con un amico, non si va, ma mi faccio comunque 11km.
Mercoledì, chiedo aiuto al Guru Bellinvia, è sicuramente una sciatalgìa e mi fa il test per vedere se è dovuto ad una discopatia o è dovuto alla compressione del muscolo piriforme sul nervo sciatico. Non sembra discopatia, buono.
Giovedì non corro e venerdì vado a farmi un massaggio decontratturante, provo a correre sabato, di nuovo 11 km di agonia.
Aiuto, Guru, Guerrini, consigli, riposo, manca poco e io non riesco a correre. Magie, stretching, ascolto dei nervi, riallineamento delle articolazioni e riposo...io Voglio correre la Mia Maratona.
Due ultime piccole prove, con i miei bimbi, una di 4km e una di 5. La fitta almeno non parte più dal polpaccio è solo nella parte superiore.
Riposo totale fino a Roma.
E´ sabato si parte, alla stazione a salutarci anche Nadia e Cristiana con il piccolo Gabriel, si ride, si ruzza, siamo un gruppo affiatato, Raffa, Carlo, i due Massimi,. Michele, Davide, Francesca, Stefania, c´è anche Giuse con la Simo e i loro splendidi bimbi, ce l´ha fatta, e Guia, spledida Guia, che pur non potendo correre ci accompagna, là troviamo Antonio e Giusy, Marco e Franca, Mauro, siamo tanti, siamo belli, siamo belli & bravi. E poi c´è l´outfit segreto...
E´ domenica, non piove ancora ma la stiamo aspettando, risate, e tre Giaguare nella metro catturano l´attenzione di un vagone. Si scende a Circo Massimo, 16000 persone inondano la via che costeggia il Colosseo, giusto qualche foto e ci si ingabbia. Cerco conforto negli occhi dei miei Amici, Raffa è con me, non mi lascia, non mi ha mai lasciato in questi tre mesi, dolcezze inaspettate scaldano il mio cuore, ci siamo e con il nostro start arriva la pioggia.
Per i primi 12 km acqua, vento, tuoni e saette, ma noi rimaniamo in gruppo compatto, azzardiamo anche una "Testuggineeee!!!" contro la pioggia gelida che sembrerebbe anche grandine. Io e Raffa ci agganciamo ai pacer delle 4e30´, sono buffi e motivanti, tecnici ma scazzoni, sono i due Micheli e corrono sulle Piagge. Ha smesso di piovere ma io non avevo messo la termica e sono ancora tutta bagnata, mi ghiaccia la pancia, al 23esimo dobbiamo mollare i pacer, devo fare una sosta tecnica. Si riparte e arriva il venticinquesimo "Raffa, ho una consapevolezza che fino a un chilometro fa non avevo" non le dico altro, ma ora io lo so, correrò 42km e 195m, solo un fucile mi può fermare, ma mi deve cogliere perché sono "A Giaguara..." e non glielo permetterò.
Con Raffa al mio fianco ho percorso i restanti 17 km, gli ultimi 8 di nuovo sotto l´acqua gelida, sui sanpietrini scivolosi, sapendo che ce l´avrei fatta, col dolore che non capivo più da dove veniva. Mano nella mano con Raffa ho tagliato il traguardo, ci siamo abbracciate, ho pianto ma ridevo, ero felice e lo sono, non riesco a smettere di esserlo, neanche ora.
Ora che sono 4 giorni che non corro, che guidare è più doloroso che scendere le scale, che a secondo di come appoggio la sinistra mi arriva una fitta dritta al cervello, che il dolore è di nuovo sceso al polpaccio, io sono felice.


PS: Forse, chissà, quasi sicuramente, anzi, certamente ne farò un´altra e dopo chissà magari un´altra ancora ma ora ho voglia di bosco, di profumi, di salite in cui ti senti scoppiare il cuore e bruciare le gambe, di panorami, di rovi che ti tagliano le gambe, di discese a scapicollo. Perché ricordate il Giaguaro vive prevalentemente nei boschi.....


Vale


Fonte: Valentina Damiani