Livorno Half MArathon: il racconto di Riccardo Pardini

11-11-2018 23:34 -

Bella mattinata a Livorno. Nonostante le abbondanti piogge notturne la città ci accoglie con un sempre meno timido solicchio rigenerante. Arrivo in macchina con i mie abituali compagni di allenamento ponsacchini, pronti a dare il massimo nell’appuntamento per il quale ci eravamo preparati da tempo.
Sono 3 giorni che penso alla strategia. Partire a ritmo gara, non più veloce di 3.45. Ed infatti dopo un inaspettato colpo di pistola, primo km a 3.30! Alessandro, che oggi fa un allenamento accompagnandomi sul percorso, mi avverte che a quel ritmo sarei andato poco lontano, ed infatti reggo ancora un paio di km a ritmi folli e poi pago. Solano che non aveva mollato, mi affianca e procediamo di pari passo. Poco avanti vedo il Picchi ed il Checcacci segno che ancora sto procedendo a ritmi forse troppo ambiziosi. Lo Scacco che ci avvicina in bici, cerca di darci coraggio dicendo che stiamo andando bene. Ma io mi accorgo di non essere rilassato. Non riesco nemmeno a ricambiare gli incitamenti che mi arrivano dagli amici che incrociamo nell’anda e rianda iniziale, e questo non è cosa buona e giusta.
L’ingresso nell’accademia mi fa rinsavire ed inizio ad andare ad un ritmo un po’ più accettabile per la forma in cui sono. Fra 3 e 45 e 3.50. Adesso ci sto bene. Ale smette finalmente di dirmi che sto andando troppo forte, perché anche lui si accorge che abbiamo rallentato. Checcacci e Picchi, se ne vanno, e anche altri che erano del gruppetto prendono un po’ di vantaggio. Troviamo finalmente un equilibrio. Il passaggio al primo cambio di chi fa la staffetta è sempre divertente perché almeno li un po’ di urla di incitamento di amici e non di automobilisti innervositi, ci sono.
Andiamo in centro, un lungo rettilineo, dritto, pianeggiante, il mio terreno preferito. Procedo dietro al Calzolari che mi fa l’andatura senza strafare, a volte mi verrebbe di superarlo e rilanciare, ma continuo a dirmi che è troppo presto, meglio riposare.
Ci passa il Perri con il fido Mister Principato che lo segue in bici e che non manca di incitarmi pure me. Ritmo di altra categoria per lui.
Dopo, quasi all’altezza di Via Grande, inizio a sentire qualcuno dietro che si sta avvicinando. Forse ho esagerato a non tirare, mi giro per la prima volta, vedo il Solano che in realtà mi ero accorto dal rumore del passo che era sempre rimasto con me, vedo atri 3 o 4 fra cui il Carlotti, diretto avversario per il primo posto tra i veterani. Credevo di averlo già staccato, come a Pisa, ma invece oggi sta meglio ed era rinvenuto. Decido quindi che al di là del tempo, l’importante è la classifica e mi accodo io al gruppetto. Inizialmente secondo me volevano staccarmi, ma non c’è la fanno. adesso sono in gara, bello concentrato e anche abbastanza rilassato. I km procedono a 3.50, qualcuno più veloce, qualcuno più lento. Dentro di me faccio la strategia, mi dico che prima del 17esimo non tiro più, mi riposo bene e poi do’ tutto negli ultimi 4. Ma al 14 esimo sono già in testa al manipolo, mi sembra che gli altri, per coprire il gap iniziale, abbiano speso troppo e cerco di staccarli, provo a “dargli una tacca”,, ma mi giro e sono tutti lì compreso Claudio che se la gioca con me. Ad un certo punto sopraggiungono altri due, più veloci di noi. Credo siano della staffetta e li lascio andare, ma: “oh quello nero è dei nostri” mi fa il Carlotti. Accidenti, un altro veterano in canotta scura in lotta con noi! Aveva già preso una decina di metri, io stavo già tirando, ma cerco di andargli dietro. Lo recupero, non lo supero, gli sto in scia, a tutta, dentro lo zigo zago dell’ ex cantiere Orlando.
Uno zelante personaggio dell’organizzazione invece di pensare ad indicarci il percorso, parla con della gente e manca poco sbagliamo strada. Ale gliene dice di tutti i colori. Io no non ho fiato nemmeno per brontolare.
Tornati sul lungomare mi sembra che il mio nuovo obiettivo abbia rallentato, Ale mi dice che Antonio e Claudio hanno perso qualche metro, poi addirittura mi dice che secondo lui Claudio non rientra. Mi dispiace per lui, ce ne fossero di atleti forti e leali come il Carlotti, ma ci giochiamo i primi posti dei veterani e questo mi fa abbastanza rasserenare. Tanto che provo a staccare anche l’altro veterano, ma dura poco, non si stacca, anzi negli ultimi due torna a fare lui il ritmo, con Ale accanto a lui che mi indica con la mano di stare assolutamente dietro, senza perdere nemmeno un metro. Do tutto per farlo, nel penultimo km una salitella di 100 metri. Passi corti e movimento di braccia, il solito consiglio del Calzolari. Non mi posso staccare ora! Almeno lo devo ad Ale che mi ha sostenuto accompagnandomi tutta la gara. Arriviamo sulla pista, Ale mi da’ l’ultimo incitamento prima di uscire dal percorso. Siamo attaccati, lui parte a tutta e mi prende 10m. Sulla linea dei 200 sembro rinvenire e faccio l’ultimo tentativo, qualche passo, ma lui riparte e da l’affondo finale.
Mi dispiace un po’ non aver vinto la classifica nemmeno oggi. Dopo l’arrivo mi dice che è della zona del monte Amiata, quest’anno ha quasi sempre vinto le classifiche veterani, fa tanta pista, e oggi è però la prima volta che vince una volata.
Complimenti, ma deh li trovo tutti io i fenomeni. Per me ennesimo secondo posto, ma anche ennesima mezza maratona sotto l’ora e venti, tutto sommato mi sono divertito parecchio!



Fonte: Riccardo Pardini