Primi! Siamo arrivati tutti primi! Noi, i tanti davanti a noi e tutti quelli dietro di noi. Perché dopo 21km e spiccioli, sotto l’acqua e controvento, non c’è nessuno che vince da solo.
E quando gli amici mi dicono: “ma chi te lo fa fare?”, io rispondo “il me stesso del futuro”. Perché so che se non corressi adesso, me ne pentirei tra qualche anno. Così come adesso mi pento di non aver iniziato prima.
E allora non c’è pioggia e non c’è vento, non c’è freddo e non ci sono spogliatoi scomodi, non c’è quell’auto che ti inonda d’acqua e non c’è quella vecchietta che ti urla “bel mi’ divano di casa”. E, invece, c’è Andrea Maggini che ti copre le spalle e ci sono Francesca e Ilaria che ti fanno coraggio quando stai per cedere, a 200 metri dal traguardo. Ci sono altre 99 aquile pisane, rapace riconosciuto dall’Unesco, che passo dopo passo conquistano Lucca. E c’è l’incoraggiamento di quelli che sono dovuti restare a casa per acciacchi o infortuni.
Tutti insieme abbiamo fatto 2.109,75 chilometri. Ben 200 km in più della strada che congiunge il punto più a nord con quello più a sud dell’Italia, dalle Alpi a Lampedusa. Una migrazione atipica per le aquile, ma non per le aquile pisane!
