Tor des Geants: il racconto di Bellinvia (parte 1)

19-09-2013 09:40 -

E´domenica mattina, siamo a Courmayeur e piove già da parecchie ore.
Accalcati sulla linea di partenza, siamo in 800.
Nel volto di ognuno di noi traspaiono emozioni miste tra l´allegria la preoccupazione l´ansia ...la paura.
Ci chiediamo cosa ci attenderà in quota stanotte sui tremila metri dei passi che ci separano a Cogne.
Intorno a me gente di tutte le età comprese tra i venti e i 77 anni (!), provenienti da tutto il mondo (41 paesi), accomunati dallo stesso sogno.
Un sogno apparentemente impossibile, 330 km 24000 m dislivello positivo.
Sembra quasi uno scherzo.
Una nuova percezione spazio-temporale apparentemente estranea all´uomo moderno.

Mentre scrivo sono comodamente seduto nella macchina che corre verso sud, fuori piove... provo così a lasciar correre i pensieri ancora confusi provo a raccogliere i pezzi di un puzzle che sono lì sul tavolo li guardo ma non so da dove cominciare.
Era partita come gara, è poi diventata un viaggio. Uno di quei viaggi dai quali non puoi che uscirne cambiato ...

Il primo giorno si parte, appunto, sotto la pioggia.
In alto, ad un certo punto, si trasformerà in grandine e neve...
Ci vuole anche un pò di fortuna.
Ci sono piovaschi e temporali un po in qua e in la ed io riesco a prenderli sempre in discesa (che è meglio, almeno stai scendendo ed è meno freddo).
Ma molti li prendono in salita sino in cima, ai Passi e per loro sarà peggio (una decina saranno ricoverati in ipotermia). 
A Valgrisanche arrivo insieme a Marco Beretta e Giuliana Arrigoni due forti atleti Lombardi ... sono contento di poter stare con loro.
Marco ha grande esperienza e sa come gestire la situazione in un´ottica comunque ambiziosa, la situazione mi alletta.

Ripartiamo dalla base vita dopo 35 minuti (in cui mi sono fatto la doccia, cambiato ,mangiato)
La notte è tempestosa con pioggia e freddo.
Saliamo spediti senza parlare ...
Al rifugio Epee la sosta con tè caldo e per due parole con il rifugista che mi riconosce e ci rassicura informandoci che per le quattro del mattino circa arriverà il bel tempo (ma anche un notevole abbassamento delle temperature) ...
Raggiugiamo i 2870 metri del Col Fenetre mentre la pioggia si è trasformata in neve (debole per fortuna)
La disesa verso Rhemes-Notre Dames è vertiginosa e resa insidiosa da poggia e neve ...
Dopo il ristoro di Rhemes si riparte in direzione dell´Entrelor ma Marco ci annuncia di stare male. La bronchite che lo affliggeva è peggiorata e respira male.. Purtroppo decide di ritirarsi.
Nel frattempo ci raggiunge Andrea Gallo e Andrea Plat vecchie conoscenze degli anni doro dell´arrampicata, sono bei momenti si chiacchera amabilmente per un pò per poi venire sopraffatti dalla durezza delle condizioni sull´ultima parte della salita.
Ora il tempo è migliorato.... ma fa freddo con il vento, in più, noi siamo umidi e ci ghiacciamo di brutto!

Meno male dopo il Passo cala il vento, si corre verso valle mezzi congelati...
Arrivo a Eaux-Rousses in Valsavaranche verso le 4 e mezzo del matttino.
Ora ci aspetta una delle salite più lunghe del Tor ... Il col Loson che con i suoi 3290 metri è la cima Coppi della gara.
Decido che è meglio riposare, così mangio e mi vado a sdraiare in una branda di un tendone.
La luce è accesa ogni momento arriva gente molti ipotermici vengono aiutati dal personale sanitario ...io sono troppo "schizzato" comunque riesco ad entrare in un dormiveglia di 30 min.
Poi mi alzo e decido di ripartire, intanto si è fatto giorno...ora sono solo, i miei compagni sono già andati. Vengo informato che un concorrente è cascato scendendo dal Col della Crosatie dicono che sia morto...il velo della tragedia scende su tutti noi.
Pare ci siano già polemiche non si sa se la gara continuerà.
Personalmente penso semplicemente che chi prende parte a questo tipo di gara debba dimostrare di avere una certa esperienza in merito...accettare tutti secondo me è un errore.
Per il resto la montagna ha le sue leggi e di sicuro queste gare non potrammo mai garantire una totale sicurezza a chi vi prende parte.

Salgo verso il Loson sono dentro al Parco del Granparadiso, il vallone che si apre dopo la zona boschiva è di una bellezza sconcertante, pascoli e ruscelli incorniciati da balze rocciose colorate dal grigio all´ocra al rosso... sulla destra salendo tranquillo pascola un branco di camosci, più su un´altro di stambecchi.
Senza smettere di camminare li osservo ...

Alla fine arrivo sull´ultima parte, un ghiaione nero solcato da un sentierino ripido a tratti ghiacciato, l´approssimarsi del colle mi da´ slancio e voglio spingere l´acceleratore al massimo ..voglio sentire di dominare la situazione (ogni tanto è importante esaltarsi...ma mai esagerare!)
Un concorrente americano è seduto a poche decine di metri dal passo esausto mi guarda salire...accelero digrignando i denti! Quando arrivo davanti a lui mi regala un soddisfacente "good job".
Sono in cima, scendo giù passando dal Rifugio Sella, una lunga discesa, ora si va verso le ore calde e comincio a sentire la stanchezza...

Prima di arrivare a Cogne incontro Lorenza e Andrea Loprieno (che qui é di casa) e con loro raggiungo la base vita (sono le 14 circa sono 26 ore che, tolta la mezzora di pseudo-sonno, sono in azione)
Sono veramente cotto (ecco qui rianalizzando la situazione mi sarei dovuto fermare e dormire anche solo una o due ore).
Nel frattempo mi raggiungono Alessandro Gilardoni e Marco Cirla, i due ritardatari del gruppo Comasco (o giù di li) hanno una fretta fottuta la temibile tabella realizzata da Marco Beretta... "Lui non sente seghe: c´è da ripartire al più presto...acc che fare? Andare con loro partendo distrutto o più saggiamente riposare? Via vai! Vado! Vediamo che succede ..."
Non so perchè ma quando c´è da prendere una decisione di questo tipo ,almeno io decido sempre la più dolorosa...
Vabbè, Alessandro lo conosco già e mi è sempre stato simpatico...è uno di quelli che lo vedi la prima volta e dici: "Ma questo vi dove vole andare!?" Ma non è così, è uno veramente forte...
Marco non lo conosco, ma parla poco e questo è già abbastanza perche mi stia simpatico.
Così, ahimè, partiamo verso le 16 (?) a spron battuto io sono "sfatto" di brutto e ben presto vengo lasciato indietro.

Ritrovo i miei compagni al Rifugio Sogno, sotto alla finestra di Champorcher.
Lì mangio e bevo dopo di che mi riprendo bene ritrovando un buon passo sino alla finestra ... sono le 20 ora pare ci tocca una discesa di 30 km di cui tutti mi hanno parlato male...infinita faticosa impervia roba che non passa più! Si rivelerà parecchio peggio delle aspettative ...di sicuro tornerà a trovarmi sotto forma di incubo ...
Tralasciamo ulteriori approfondimenti (andatevela a vedere!): ore 3 del mattino di martedi dopo 4 km di giro turistico delle rovine romane di Donnas e dintorni arrivo in stato catalettico alla base vita di Donnas, pronto per affrontare i temibili test su tempi di reazione, sonno, stress ossidativo, ecc ecc.
Sono però contento di vedere il gruppo di ricercatori del CNR di cui fa parte anche Lorenza ...
Li vedo soddisfatti dal modo in cui mi guardano e guardano anche gli altri concorrenti.
Si intuisce che hanno capito di avere sotto mano del materiale raro di essere umano in involuzione (Evoluzione) verso una versione "selvaggia".A Donnas dormo un´ora e mezzo di sonno poco convincente , fa caldo inoltre piedi con le ginocchia mi pulsano dolorosamente.

Mi rialzo, più morto che vivo, e con estrema lentezza svolgo le varie mansioni prima della partenza.
Fra una cosa e l´altra parto tardi: sono infatti le sei...

Comincio, dentro di me, ad intuire che debbo lasciare decidere tempi e ritmi al mio corpo..lui è più saggio di me .. se voglio avere una possibilità non debbo interferire!

Comunque sono passati tre giorni in cui ho dormito 2h 30´...mi sento decisamente stanco il mio passo si fa lento, barcollo ma decido che quello è il mio destino ....

Fine prima parte ..........

Fonte: Francesco Bellinvia