Mezza maratona di Arezzo. Il racconto di Gazzarri. My personal worst

28-10-2019 08:41 -

My personal worst!

Ma chi se ne importa del tempo, della fatica e dei dolori post gara? Il caldo, i miseri ristori, il non essersi allenati abbastanza e non aver seguito tabelle, i doloretti al ginocchio, al polpaccio e alle cosce, la sveglia un’ora prima dell’alba… sono tutte scuse! Sono arrivato tra gli ultimi perché non ce la facevo, ecco perché! Però sono arrivato: ed è questo quello che conta, almeno per me.

Malgrado la sconfitta nel derby, il presidente del Pisa Road Runners Club, Andrea Maggini, ha affidato il nostro viaggio a un autista livornese, che alla velocità media di 80 km/h ci ha condotto sani e salvi da Pisa ad Arezzo. Partenza prima dell’alba (benedetta ora solare che ci ha fatto dormire un’ora in più) dall’Hotel Galilei. E come Galilei cominciamo a sperimentare la visione degli astri, osservando il sorgere del Sole dietro ai monti pisani. Santa pausa a metà percorso, con foto di rito nel parcheggio dell’autogrill. Alle 9 e qualcosa atterriamo nella zona della partenza. E qui cominciano le cose critiche: quattro bagni per oltre 1000 atleti e cambio abiti in mezzo alla piazza. Ma per la gloria si fa anche questo… Come al solito mi impappino con il pettorale, agganciando le spille in ogni dove. Una nota positiva: tra le cose bellissime di questa corsa, va detto, c’è la felpa in regalo ai partecipanti. Finalmente, eccoci sulla griglia di partenza. Il PRRC prova ad ammucchiarsi e a lanciare il proprio grido di battaglia. Selfie a gogo e, poi, via, verso i 21.095 metri. Dopo poche centinaia di metri siamo già tutti sparpagliati: chi più avanti, chi indietro, chi prova a simpatizzare con le bellezze delle altre squadre, chi – come me – si mimetizza nel gruppone. Chi fa la mezza, chi i 10mila, chi la non competitiva e – alla fine – uno stuolo di bambini in maglia gialla.

Al terzo km avrei voluto già fermarmi, complice un avvio un po’ troppo “ambizioso” e una storta presa poco dopo la partenza. Poi, ho pensato a chi non era venuto per colpa di infortuni o perché in convalescenza. Ho pensato alla sveglia alle 4.45 (in realtà avevo gli occhi spalancati dalle 3.15). In fondo dovevo arrivarci, in qualche modo!

Arezzo è una bellissima città, ma il percorso era quasi tutto fuori dal centro storico. E meno male, dico adesso! Ci avessero fatto scalare fino al Duomo, sai che dolori! Voto ai ristori 4+: solo acqua e sali, parafrasando Celentano. Ho rimpianto i biscotti della Bolgheri Run o le mezze brioches della mezza di Firenze! In compenso, all’arrivo c’era la cioccolata calda.

Gli ultimi km sono stati un mezzo supplizio, con tutto il rispetto per i supplizi veri. A 500 metri dall’arrivo, le urla d’incoraggiamento di Vincenzo Cuzzocrea sono state indispensabili per giungere alla fine correndo su due piedi e non a quattro zampe…

Al di là della corsa, la compagnia del PRRC è fortissima. Chi va veloce non se la tira e chi va piano non si dispera. C’è chi arriva primo e chi tra gli ultimi. Insieme, allo stesso tavolo da pranzo ci siamo fatti mille chiacchiere e risate. E quella foto finale in Piazza Sant’Agostino rende bene l’idea: siamo tutti un po’ incoscienti e su di giri, ma quando c’è da mettersi in posa nei selfie del presidente, siamo tutti ordinati e sorridenti!


Fonte: Maurizio Gazzarri