Il disagio dei 50km del Fabio Bertini ma deh ....

12-04-2021 19:31 -

La rubrica del corridore famosissimo si arricchisce di un altro tassello. Stamani sono partito di buon'ora come un disagiato qualunque con l'obiettivo di correre per 50km (a dirla tutta 55 ma poi era un po' tardino e mi sono fermato a 50), giro di boa nel luogo più ameno che abbia mai visto: alla fine di Calambrone, dove inizia Livorno. È sempre un piacere arrivare fino a lì e potersi godere quel non panorama. Ma parliamo di quello che interessa a voi: sensazioni, alimentazione, tecnica di corsa. Allora per la tecnica di corsa io ho sperimentato che è bene muovere un passo alla volta, prima un piede poi un altro, all'inizio piano per prendere confidenza poi se siete portati un po' più veloce ma stando sempre attenti ad alternare la gamba. Questo più o meno all'infinito. Per l'alimentazione questa volta ho fatto a meno dei pangoccioli perché era una corsa punitiva, quindi ho mangiato 2 barrette energetiche, 1 barretta al ciooccolato marca coop, bevuto energade al limone e acqua. Poi ho vomitato. Le sensazioni sono state buone fin dai primi km, volevo fermarmi a 5 km, poi a 10, 15, 20, a 25 volevo chiamare per farmi venire a prendere alla fine di Calambrone, anche per condividere quel panorama mozzafiato che sennò sembrava sprecato. A 26 ho avuto un'allucinazione, ho visto venirmi incontro un amico che ha fatto qualche km con me, abbiamo anche parlato.
Altra cosa che mi ha accompagnato è stato il mal di pancia, e quando hai il mal di pancia mettere ritmicamente un piede davanti l'altro diventa non così scontato a meno che, a proposito di ritmo, tu non accompagni la tua corsa con musichette che escono dal tuo corpo. Ma io sono un corridore famosissimo e non faccio queste cose.
E così fino a 39 km ho stretto i denti e qualcos'altro. Poi, improvvisamente, mi è passato il mal di pancia ed ho iniziato a volare. Sono riuscito così a chiudere il mio allenamento sul viale delle Piagge, meta di ogni podista che si rispetti. Allo scoccare dei 50km ho spento l'orologio. Pensavo di poter tornare a casa con un'agile corsetta defaticante, come ho visto fare a tanti miei colleghi corridori famosissimi, ma niente, le mie gambe non erano più capaci di alternarsi. In qualche modo sono arrivato a casa, vi scrivo dal bagno dove sono seduto da quando sono tornato, è stato così faticoso piegare le gambe per mettermi seduto che il pensiero di doverlo rifare mi ha convinto a passare un po' del mio tempo qui.


Fonte: Fabio Bertini