Tre Province a Terricciola e Morrona. Le riflessioni sui movimenti ludici e le foto.

16-01-2022 18:55 -

E' stata la prima marcia delle Tre Province 2022 mentre non si ha ancora una certezza sul secondo appuntamento viste le cancellazioni fino a metà febbraio.
Forse anche per questo, l'appuntamento odierno, ha avuto un sapore particolare.
Il ritorno alle colline, ai profumi di primo mattino, alla fatica condivisa, ai panorami stupendi, agli incontri di facce note e conosciute, alle prime timide parvenze di ristori anche se soli liquidi pur con tè caldo, l'empatia complice di chi presenzia, ci ha riaperto i nostri cuori ed emozionato quasi come la prima volta.
Perchè per molti, dopo due anni, è un ritorno vero e certificato così come per qualcuno/a è stata la prima volta (penso alle aquilotte dei corsi di avviamento alla corsa di fine 2021 che non si aspettavano queste meraviglie, salvo la fatica poi ricusata ed accusata).
Poi quasi con gioia abbiamo accettato i percorsi più lunghi di 2 km (la 13 è diventata 15km e la 18 ben 20 km), anzi, era la conferma che le Tre Province tornavano coi loro format 'a sensazione', in tutti i sensi.
E noi, oltre 40, ad attraversare Terricciola e Morrona, penetrando filari di ulivi e vigneti, ai margini di cantine e aziende agricole, ci siamo cibati di sana carica per almeno 40 giorni, poi vedremo.
Ci siamo pure piazzati al terzo posto (anche se altre aquile si sono iscritte in altri gruppi, popò di brodi ....) ma visti i due trofei presenti (il Pisano ed, appunto, le Tre Province) è un risultatone ma che merita una profonda riflessione.
Questa pandemia ha lasciato per strada tanta, troppa gente. Ogni gruppo, nato 50, 40 o 30 anni fa, ha perso molti dei propri interpreti. Sia perchè la 'silent generation' ha bisogno di assembrarsi e di ristori 'veri e seri' (unico tassello che manca per far tornare i trofei ludico-motori, come prima, se mai dovessero tornare nell'era pre-covid) ed altri podisti storici che non stanno più con noi. Se i primi gruppi hanno 'solo' poco più di 40 unità, da una parte è un problema e dall'altra uno sforzo delle associazioni che hanno lavorato nel tenere unite le anime sportive delle nostre realtà. Anche perchè oggi ci sono quasi solo runners e pochissimi camminatori con una selezione naturale, speriamo temporanea, nella partecipazione. Partecipazione che è il metro degli organizzatori (e dei dirigenti dei trofei) con la quale si deve fare i conti, in tutti i sensi anche in questo caso.
Io credo pure che fermarsi nella pratica motoria, dopo una certa età, sia dannosissima e che bisogna sempre fare qualcosa perchè restiamo sapiens cacciatori e raccoglitori, abituati male negli ultimi decenni dai nostri divani, scrivanie e frigoriferi sempre pieni zipilli. Riprendere dopo un lungo stop è cosa difficilissima, specie con l'avanzare dell'età. Senza dimenticare che il primo farmaco è il movimento che, soprattutto, nella prima fase dei lockdown nella primavera del 2020, ci è stato privato rinchiudendoci nelle nostre case per un danno fisico incalcolabile. A queste persone, il ringraziamento per essere state lungimiranti nel costruire il movimento ludico-motorio nelle nostre province, "patrimonio dell'umanità", anche visti gli effetti fisici ed umorali sulle nostre esistenze. Sarà difficilissimo provare a reggere questa botta, ma almeno come presenze, noi non mancheremo.


Fonte: Andrea Maggini