Marina di Pisa: storie di Nutella e paesi dei balocchi

27-10-2013 23:18 -

Corsa sofferta, la mia. Ma, forse anche per questo, anche bella: lo stato di forma attuale non è ottimale: qualche chilo ancora di troppo; qualche acciacco del passato che rifà capolino; e poi - maremmamayala...- correre è sempre fatica. Indipendentemente dalla forma del momento, per me la sfida non è il tempo o la distanza ma è sempre quella di trovare il ritmo massimo sostenibile per la distanza che manca all´arrivo. Se lo trovo, sto bene e mi diverto, se forzo troppo o se sono troppo fuori forma, non lo trovo mai e trotterello a tre cilindri come un cavallo bolso spompato ed è un martirio. Oggi, a tratti, mi pareva di averlo trovato il ritmo e l´andatura non era neanche troppo imbarazzante. A tratti ero anche orgoglioso del mio andare. Altri tratti insomma. Altri... No comment, soprattutto quando mi vedevo affiancare e sverniciare da illustri sconosciuti, dei quali ho conosciuto solo la velocità (maggiore della mia), la facilità di corsa (superiore alla mia) e la leggerezza (maggiore della mia); praticamente leggiadri fuscelli fatti con fisici da fantino, allungati dalla testa ai piedi, leggeri e agili come gazzelle. Brutto anche essere superati da sessantenni che non ponzano mentre te sei lì che ponzi... I pensieri da essi generati sono i peggiori. Cazzo ma come fa lui lì? Come sarò io alla sua età? Forse è solo che io non son bono per correre...
Dubbi eterni tra il diretto nesso, tra la forma e lo spazio-tempo stesso.
Ma la corsa è democratica, e infatti poi magari succede che riagguanti un gruppetto di quelli che t´aveva sverniciato qualche chilometro prima e ti ripigli un attimo di testa, e quindi poi anche di fiato, di gambe, di cardiofrequenzimetro eccetera eccetera e, all´improvviso, in un attimo, dall´inferno stai di nuovo in paradiso: hai visto? allora non sei così male... Dai che c´è la fai... Dai che ti puoi ancora regalare qualcosa... Dai che manca poco...
Poi il percorso di oggi. Che posti fantastici: queste corse provinciali ti fanno scoprire posti incredibilmente belli, a volte a dieci minuti da casa. Potenza del podismo operaio e provinciale a costo zero.
Durante quelle poche "tre Province" che ho fatto, durante i tragitti, mi è sempre capitato di pensare che stronzo che sei: non ci volevi venire, stamani hai violentato la tua natura di bradipo in letargo per trascinarti fin qui e durante i primi chilometri (in genere i primi 8-10 km perché non ho mai voglia di fare un riscaldamento serio) hai maledetto il giorno in cui hai deciso di cominciare a correre ma ora ti sembra di essere nel posto migliore in cui potresti essere a quest´ora di domenica mattina, da solo, in mezzo a centinaia di persone, in attesa del prossimo ristoro con Nutella, in attesa del traguardo, in attesa di sentire che il ritmo, la postura, il passo, la frequenza cardiaca, il respiro e tutto quanto, diventino quelli tuoi massimi sostenibili in questo preciso momento, e sai che tutto questo sta per arrivare. Vai così che sei quasi "a temperatura". Quella è la sottile linea tra la disfatta su tutti i fronti e il benessere e il piacere di essere lì. La sottile linea di conforto.
Oggi mentre arrancavo (un termine che, almeno di termine, ultimamente mi è diventato familiare) pensavo all´iscrizione alla Pisa Marathon di dicembre e allo spazio fratto tempo: sono indietro con la preparazione... non è che ho troppo poco tempo da qui a quei 42,195? Non lo so; intanto in quel momento arrancavo e, un chilometro dopo, andavo e stavo bene. Si vedrà... ma è bella anche questa forma di rispetto/timore reverenziale per il 15/12. E, soprattutto, è bello ora aver fatto questi 16 chilometri in posti stupendi mai visti prima a casa nostra e di casa nostra. Dopo 1h 35´ ho visto il traguardo, e ho sentito il Maggini che mi chiamava mentre la pubblica assistenza gli medicava il ginocchio sbucciato: era finita ed ero veramente contento di averla fatta questa tre province nostrana.
Un ringraziamento all´organizzazione ma un ringraziamento particolare a chi ha allestito i ristori con Nutella: rispetto a quelli della mezza maratona, quelli di oggi, sembravano "paesi dei balocchi", e lo dice uno che i ristori se li fa tutti e ci passa minimo 3-4 minuti a botta.
Alla prossima.

Fonte: Enrico Marchetti