Staffetta d'estate con 6 aquile. Il racconto a 4 mani di Vittorio e Marco

14-07-2022 23:22 -

Il racconto di Vittorio:
"Io e Marco arriviamo in piazza a Fucecchio con largo anticipo e subito la fresca brezza serale ci arrostisce i polmoni: è il momento di farsi la più classica delle domande, ovvero cosa ci facciamo lì e, soprattutto, dove sono tutti??? Ebbene sì, siamo arrivati con talmente tanto anticipo che gli organizzatori stanno montando il primo tavolino. Prendiamo i pettorali e decidiamo di ingannare il tempo come farebbe ogni vero runner, ovvero al bar a mangiare Ecco che arriva anche Dario che decide si seguire la strada del vero runner e cena anche lui! Poi con molta nonchalance ci prepariamo in mezzo agli altri avventori tenendo d’occhio cosa succede alla partenza: le squadre stanno arrivando e sono tante (92), sembriamo un puntino rosso in un mare di divise di colore diverso! Dai, dobbiamo darci una mossa, si inizia con il riscaldamento, giusto un giro per vedere com’è il percorso ed è già ora di partire… Via! Marco parte come un bolide mentre io e Dario continuiamo a riscaldarci lungo la salitina a bordo piazza. Dopo poco ecco che arrivano i primi (5 minuti?!? Ma che ve danno da magnà?? ) e Dario si sposta nella zona di cambio. Guardo l’orologio: le 21:07.. possibile che Marco non sia ancora arrivato?? Capisco se fossi stato io a correre ma lui ha un’altra marcia! Allora vado controcorrente corricchiando ed ecco che lo vedo arrivare camminando.. crampi! Ci avviamo alla zona di cambio: Dario ci vede arrivare e arretra talmente tanto che tra un po’ esce dalla piazza (forse vuole fare due giri ), prende il testimone e parte a razzo pure lui (ma come fate a correre così con questo caldo?!?). Il tempo di accompagnare Marco a prendere il ghiaccio ed è già il io turno: vedo arrivare Dario con il testimone alzato come per dire “non ne posso più, prendilo e mò sono c***i tua”, alzo la mano per fargli vedere dove mi trovo e nello stesso tempo mi chiedo se non è il caso di abbassarla e far finta di niente mettendomi a fischiettare e a guardare le case Testimone in mano, blackout completo: le gambe vanno da sole. Vedo il corridore davanti a me e penso solo che devo ridurre il distacco… il pensiero è sempre uno solo “più veloce, devi raggiungerlo”, inizia la salita, la distanza dal mio riferimento continua a diminuire ed iniziamo la discesa appaiati, ma non ho più gambe perciò “mi faccio tirare” fino alla fine: è una staffetta velocissima, manco il tempo di rendersi conto che si è partiti e già si è di ritorno in piazza, anche se con un polmone in meno! Ma ora è il momento del cocomero e le cose sembrano già andare meglio. Recuperiamo gli zaini, salutiamo tutti e ci incamminiamo verso le macchine. 27 minuti complessivi di gara, quasi 3 ore a Fucecchio: non male davvero! Bella squadra e bella serata: io mi sono cmq divertito Peccato non avere potuto tenere il pettorale (su cui fra l’altro c’era scritto “mezza maratona di Fucecchio”) ma abbiamo dovuto riconsegnarlo per avere il pacco gara."

E la versione di Marco:
"Staffetta “Sere D’Estate”, Fucecchio (FI), mercoledì 13 luglio 2022, ore 19:30.
Ultima gara prima della pausa estiva. Devo percorrere solo 2 km e 200 metri, passare il testimone al mio compagno e poi posso fare il tifo e rilassarmi, prima di concedermi un po’ di giorni di riposo (dopo 21 gare corse in 8 mesi, forse ne ho bisogno sul serio).
Parto subito a tutta. Il cuore arriva al massimo mentre sono già a metà gara, poi però inizia la salita. L'inarrestabile lepre Valerio Savino mi passa, incitandomi. Tengo duro, manca solo 1 km. Ma dopo la salita arriva la discesa, ed è lì che le mie cosce si bloccano totalmente, in pochi metri, come un freno a mano. Provo a riprendere la corsa ma i crampi sono troppo forti, e mi fermo di nuovo, portandomi a lato della strada.
Mi tocco le gambe pensando al peggio. Pervaso dal dolore e dalla paura che mi sia successo qualcosa di molto grave, vivo attimi di totale spaesamento. Poi mi guardo intorno e mi rendo conto di che cosa sta succedendo: sto facendo una gara, sono fermo e mi stanno sorpassando tutti.
Allora penso a Dario e Vittorio che mi aspettano al traguardo, pronti a proseguire nella staffetta. Non voglio, non posso lasciarli lì.
Quindi tiro fuori tutta la forza che ho, provo a dimenticarmi l’agonia e inizio a camminare come posso, senza poter piegare a sufficenza le gambe. In quei 500 metri mi viene incontro una ragazza, cerca di aiutarmi ma io le chiedo con forza di non farlo. Non voglio rischiare di essere squalificato, avrei vanificato i miei sforzi di arrivare al traguardo per effettuare il cambio e inoltre avrei rovinato la gara dei miei compagni. Arriva anche Vittorio, che non vedendomi arrivare ha immaginato cos’era successo. Chiedo anche a lui di lasciarmi: devo riuscirci da solo, è il regolamento.
In qualche modo ce la faccio, effettuo il cambio, e Dario finalmente può partire. Vittorio mi fa aiutare da alcuni volontari della Croce Rossa, mi fanno notare che ho le cosce dure come la pietra, ma che non si è strappato nulla. Dopo aver applicato il ghiaccio non riesco a star fermo e mi trascino come posso vicino al gonfiabile del traguardo: voglio fare il tifo ai miei compagni.
La gara termina e tiro un sospiro di sollievo. Adesso mi sento meno in colpa nei confronti di Dario e Vittorio, che nel frattempo mi stanno di nuovo assistendo e rincuorando. Sono stati fantastici, gli sono immensamente grato per questo.

Perché è successo questo? Sono passati due giorni e per fortuna sono riuscito a recuperare quasi al 100%, ma vorrei darmi comunque delle risposte per far sì che non accada di nuovo. Oggi, a mente fredda, me lo spiego con l’aver avuto una scarsa concentrazione prima della gara. Io ero andato lì per divertirmi, senza pensare al risultato, ma l’alimentazione nei giorni immediatamente precedenti e sopratutto il riscaldamento pre-gara dovrebbero essere sempre dei pilastri fondamentali, che io ho trascurato in pieno. Troppi gelati, un riscaldamento approssimativo e sicuramente il non essere proprio fresco di gambe, dopo 1.500 km corsi quest’anno, sono stati critici. Per fortuna niente di grave e sono riuscito concludere la gara lo stesso.

Credo di aver imparato la lezione, in fondo lo sport è anche questo.
Se sono qua a voler condividere i miei errori con voi, è perché non credo che questa piattaforma debba essere utilizzata solo per condividere i propri successi, ma piuttosto per raccontare la propria vita per come è realmente."

































Fonte: Vittorio Gazzini e Marco Barsotti