Lo SwimRun: una nuova contaminazione. La prima volta di Francesco.

24-07-2022 18:24 -

Lo swimrun una nuova contaminazione
Da sempre appassionato di atletica leggera e più in particolare di podismo (avendo corso da poco più che ventenne le mie uniche due maratone (frallaltro...) Roma 1998 e Pisa 2000) e di nuoto (partecipo alle gare master da più di 20 anni, dalla categoria M25 alla attuale M50) lo sapevo che non avrei potuto resistere a lungo ai racconti dell'amico Tommaso Azzaro a proposito di questa nuova disciplina: lo swimrun. Una vera e propria "contaminazione" tra corsa e nuoto. E così, per onorare una promessa, domenica scorsa nello splendido e rilassante scenario del Lago del Brasimone (BO) mi sono cimentato in questa intrigante e misteriosa disciplina. I preparativi sono stati nel segno dell'ignoto che è la cosa che temo di più ma che mi spinge ad affrontare sempre nuove sfide. Così consultati siti internet dedicati a questa disciplina, chiesto lumi al buon Tommaso, preparavo l'imbragatura per il pullboy e mi dotavo delle mitiche scarpe Saugaro da molti indicate come indispensabili per la nuotata. Questo perché la prova consiste in un'alternanza tra corsa e nuoto da effettuarsi con lo stesso abbigliamento di partenza. Più nel dettaglio la sfida a cui ho partecipato era così suddivisa: frazione 1 corsa per 1900 metri; frazione 2 nuoto per 700 metri; fraziobe 3 corsa per 2400 metri; frazione 4 nuoto per 400 metri; il tutto da ripetere per 2 volte. E veniamo al racconto di quanto accaduto: pronti, partenza e via! Partono gli atleti impegnati nella distanza più lunga, tra cui manco a dirlo a trionfare sarà proprio l'amico Tommaso migliorato notevolmente anche nel nuoto da quando è seguito dalla nostra Fabiana Susini. Guardando la loro gara (per il primo tratto identica alla nostra) mi accorgo che c'è qualcosa che non torna. Mi confronto con l'amico Donato Capobianco (anche lui alle prese per la prima volta con questa disciplina) e rimaniamo stupiti sul ritardo accumulato da molti atleti fin dalla prima frazione di gara. Ma fingiamo di non capire... Anche perché il dado è tratto, tocca a noi... Basta poche centinaia di metri per capire la ragione di tale distacco, infatti ci si presenta la prima difficoltà di giornata: una bella salita su terreno argilloso, non il massimo da percorrere con delle scarpette da scoglio come quelle che calziamo ai nostri piedi. Terminata la salita, giù in discesa con un percorso che diventa solo nel finale asfaltato verso la prima traversata del lago. Sposta il pullboy, aggiusta gli occhialini, infila meglio le palette e via nelle acque fresche e rigeneranti del Brasimone. Che spettacolo, i piedi stanno su che è una meraviglia, recupero qualche posizione, qualcuno soffre lo sbalzo termico altri perdono la giusta rotta. Mi sento bene e arrivo dall'altra parte del lago, esco dall'acqua senza difficoltà e inizio a percorrere il terzo tratto di questa sfida, leggera salita e poi ingresso in un sentiero, roccioso e pieno di radici insidiose. Pian pianino raggiungo di nuovo l'asfalto ed una breve corsa mi riporta a bordo lago per l'ultima frazione di questo primo giro, 400 metri di nuoto leggero che mi portano al punto di partenza. La stanchezza si comincia a far sentire, ma questa volta so cosa mi aspetta... Conservo le energie sulla prima salita, libero la corsa in discesa e nel falso piano che mi riporta al lago, nuoto senza fermarmi mai per paura di non rientrare nel tempo massimo stabilito dagli organizzatori, individuo con più facilità il telo verde mimetizzato tra gli alberi sulla riva opposta del lago, esco dall'acqua ed opla', la testa gira e per poco non rientro in acqua... Mi riprendo e riparto, sono stanco ma soprattutto annebbiato, arrivo al sentiero, cerco di fare attenzione a radici e sassi, ma ad un certo punto si spegne l'energia e vado a terra come una pera, neanche il tempo di controllare qualche sbucciatura che devo ripartire, vengo superato da due compagni di avventura e li inseguo verso l'ultimo tratto di nuotata, quello che porta all'arrivo... Non sento dolore alle sbucciature, l'acaua fredda sta facendo effetto, spingo più che posso armato di palette fino ad avvicinare la terza arrivata nella categoria femminile che mi rimprovera in quanto spaventata dalla mia foga. Rallento e la lascio andare davanti (arriveremo ad un secondo di distacco)... Finalmente la terra ferma, emergo dall'acqua e corro verso il traguardo! È stato bellissimo e mentre vedo arrivare altri atleti, mi controllo le ginocchia che ora possono sanguinare liberamente. Mi tornano in mente tutte le volte che da bambino, giocando a pallone o andando in bicicletta, tornavo a casa con le ginocchia sbucciate: provo una grande gioia e molta nostalgia! Mangio qualcosa, bevo acqua naturale e vado a farmi disinfettare le leggere ferite. Momento immortalato dal telefono di Donato, momento da ricordare! Poi l'arrivo al traguardo dell'amico campione Tommaso, applausi! Decidiamo di concederci qualcosa in più del pasta party post gara e ci accomodiamo al tavolo di un ristorante locale per celebrare questa nuova avventura. Al tavolo ci sono due aquile, due atleti "Le sbarre" e Tommaso che è un ulteriore esempio di contaminazione (corre per Le Sbarre e nuota per il Pisa Red Road Runner) mezzo uomo e mezza aquila! A lui, a Donato così come a Sara e Marco va da parte mia un ringraziamento speciale. Per le emozioni che questa gara mi ha dato, una sorta di antipasto in attesa del mio primo triathlon di domenica prossima. Ma questa è un'altra storia che deve ancora cominciare... O forse no, perché nella mia testa la ho già iniziato ad immaginare!

Fonte: Francesco Fabbri