Mezzamaratona di Arezzo: il racconto di Elena

30-10-2022 22:43 -

E’ proprio vero, la prima mezza maratona non si scorda mai! E io ho ancora vivo il ricordo di quella fredda mattina del 19 dicembre dell’anno scorso a Pisa. La foto di rito con tutta la squadra sotto la Torre, l’adrenalina che mi scorreva nel sangue, l’attesa in griglia con i compagni neofiti come me, la musica di Natale e poi lo sparo della partenza. Il viaggio finalmente era iniziato, senza troppe pretese, ma con la voglia di arrivare al traguardo per aggiudicarsi la prima medaglia. E i pacer delle 2 ore hanno fatto parte del piacevole ricordo di quel viaggio.
Grazie a Sandro mi sono affacciata al mondo del running ad agosto 2021 e lui mi ha aiutata a scegliere il primo Garmin. Lui che ha vissuto di calcio prima e di palestra poi, ha sempre fatto allenamenti di corsa di breve distanza. Il suo desiderio era quello di fare la prima mezza maratona nel 2022 e di farla assieme a me. Un bell’onere e un bell’onore, considerando la mia breve esperienza alle spalle. Mi lascia campo libero sulla scelta della mezza maratona, pertanto valutando il mio calendario gare autunno-inverno (Mugello, Pisa, Livorno e Pisa), decido per Arezzo, che si “incastra” bene tra i miei obiettivi.
Ad agosto gli passo un programma di allenamento che lui, in solitaria, fedelmente esegue e a ottobre facciamo qualche lungo domenicale assieme. Riesco così a capire quale potesse essere il suo passo gara e a farmi un’idea sul tempo di arrivo. Ci tenevo tantissimo affinché anche lui vivesse questa prima esperienza competitiva nel miglior modo possibile. Non gli faccio vivere ansie nei giorni precedenti la gara, gli do solo piccoli consigli che a mia volta avevo ricevuto e ricevo costantemente da chi ne sa più di me, e imposto così un progressivo che gli mostro solo la mattina della gara. Domenica scorsa giornata bellissima, tantissima gente, bel clima gara. Ci posizioniamo in griglia, attiviamo il gps e aspettiamo lo sparo. Si parte. I primi km un po' più difficili, incastrarsi tra la tanta gente, superare chi va piano, farsi superare da chi va più veloce. Poi km dopo km rispetto il mio progressivo e lui affianco a me. Non era in affanno, sapevo che ne aveva ancora nelle gambe, ma i km erano tanti e le partenze accelerate si pagano tutte, senza sconto, a metà gara. Al 18° km ho smesso di guardare il Garmin, ormai il più era fatto, stavamo bene e così mi sono fatta tirare da lui fino all’arrivo (da buon maschio alfa… glielo dovevo).
Un minuto e qualche secondo sotto quanto avevo ipotizzato. Bravissimo lui.
Contenta di aver vissuto la corsa sotto un altro aspetto: ricevere fiducia è stata una grande conquista!

Fonte: Elena Lorenzini