PisaMarathon: Tu chiamale, se vuoi...emozioni...

16-12-2013 11:23 -

Parafrasando la canzone di Battisti, si potrebbe scrivere della corsa di ieri dicendo tutto e il contrario di tutto. Il caleidoscopio delle mie percezioni è multicolore e cangiante e, ruotandolo a ritroso nel tempo, vedo e ricordo.

IL PRE
Molti volti nuovi, alle arrancate e al corso di precorsa (che sembra un gioco di parole). Timidi approcci, risate, fatica. Passo dopo passo si comincia ad architettare il futuro, a immaginare a illudersi e poi convincersi che "si può fare. E allora via a correre un po´ di più, da soli o in compagnia, a chiedere ai più esperti o ai presunti tali, a cercare conforto e suggerimento. Il nuovo è sempre oscuro e se il nuovo è una mezza oppure la distanza regina, c´è sempre una quota di emozione, idealizzazione, speranza. Correre una maratona se non lo si è mai fatto, correre una maratona se la precedente è andata male...correre una mezza se fino a ieri ti reputavi al massimo un podista da quattro soldi... tutto è mistero, emulazione, orgoglio.

IL DURANTE
Corsa nuova, vecchia storia: "corriamo insieme?"
"Vai, ci si vede lì"

Ma al cuore non si può mentire. La gara la si corre da soli, contro e con se stessi , ascoltando muscoli e giunture, dialogando in forma muta con un corpo che grida con voce assordante e pur impercettibile al resto del mondo. Foto di gruppo trenta e più maglie colorate, dai, pronti, andiamo!

E poi lo sparo e l´incanto, quasi un tuffo nelle profondità marine, tutto è estremamente chiaro e al contempo offuscato. Suoni, volti, colori, un senso di ottundimento ci isola, una moltitudine di cuori pulsanti, ognuno celato dalla campana di vetro delle proprie emozioni. Saluti, sorrisi; gli amici che fanno servizio, il gruppo ti porta, è un´unica mano che spinge e sostiene. Concentrazione, respiro, partire piano, accellerare poi...
Ed eccoci in gala...SOLI ! Ma oggi no; sotto l´arco dello starter mi raggiunge la Vice. Partiamo. E´ donna da mille e mille gare eppure con un senso di pudore nasconde il pettorale sotto una maglina FASHION...(e sennò che Vice sarebbe); insicura, indecisa, più precisamente, se trasformare quella gara in una GARA o in un dovere e poi in un supplizio. E per incanto eccoci a correre, gomito a gomito, con ritmo lento ma sufficiente a risalire la corrente con quella lena bastante a superare molti. E allora eccoli i nostri Road Runners, canottiere colorate, andature conosciute. Chi incede elegante, chi caracolla, chi arranca ma lo fa bene, chi si trattiene chi ha già sballato la propria ideale tabella di marcia. Un sorriso, una strizzata d´occhio, una carezza una pacca sulla spalla. Cenni, ammicchi, pollici alzati quasi a dire "Ci sono, segretario; tranquilla Vice, arriverò al traguardo". Ristoro, tutto ok, ci scappa un brindisi, e poi via, un passo dopo l´altro col ritmo che aumenta e col silenzio che cala al diciassettesimo chilometro, con quell´idea subdola e strisciante che la fatica genera e che ti porta a chiederti: ma perché, sono qui?
Ma il silenzioso patto con te stesso va onorato e allora via, allo stesso passo ma con la meta negli occhi e se poi ti fermi a soccorrere uno svenuto al ponte della Cittadella mentre il cronometro avanza, CHISSENEFREGA ! Aiutare un runner in difficoltà, val più di mille milioni di secondi che corrono veloci.
Eccola la piazza, la NOSTRA piazza, è là in fondo e la Vice che si toglie la maglietta FASHION e ostenta la canotta dei RoadRunners e il pettorale bene in vista, quasi fiore dischiuso sulla linea di traguardo... e, per mano, finiamo.

IL DOPO
Sorrisi, pianti, galle ai piedi e telini alluminati. Figlioli e genitori, familiari, abbracci. Cerchi i volti amici, chiedi com´è andata, ma basta un sorriso e quel nastrino bianco e rosso al collo che fa tanto fico. Questa è fatta, solo volti allegri, anche per i delusi, ma la gioia personale dura un attimo e subito ti volti a cercare chi ancora non è arrivato, a cercare chi ancora suda e soffre sull´asfalto. Ed eccoli, uno ad uno i tuoi amici, i tuoi associati inconfondibili fra i mille e mille che arrivano. Uno sguardo, un abbraccio, oggi siamo una cosa sola, anche con quelli che non hanno corso, ma che oggi ci hanno supportati, aiutati, incitati e ci hanno messo la medaglia al collo.

Ora, è già domani e lisciare quella medaglia serve a poco, andare avanti, coinvolgere altri, correre sorridendo, scoprire la gioia nella sofferenza, l´insegnamento nella difficoltà, il valore e l´onore nella fatica. Questo è correre e per questo, da oggi, si ricomincia

Vostro
Sergio Costanzo

Fonte: Sergio Costanzo