Prima uscita stagionale in bici con le aquile.

29-03-2014 22:08 -

Non avendo potuto partecipare alla Gran Fondo della settimana prima per vari motivi, la voglia di fare un giro in bici era tanta. Poi il tempo in questi giorni è splendido e l´occasione si presenta con la proposta di Graziano di fare un giro tranquillo il sabato mattina. L´idea piace a molti del PRR, l´appetito viene subito stuzzicato e quindi arrivano subito le proposte di fare una deviazione al Serra. Per me il Serra è una bella montagna da scalare a piedi: sui pedali sarei più lenta e in discesa sarei ancora più lenta che in salita!! No, non sono abbastanza allenata per il Serra ma soprattutto ho bisogno di costruire la confidenza con la mia bici vecchiotta. Decido comunque di unirmi al gruppo, al massimo prenderò una deviazione.

Ho un po´ di timore. Già perché per me la bici (da donna) è il principale mezzo di trasporto cittadino ma la bici (da strada) la uso molto sporadicamente come arrancatrice tipicamente solitaria. Ma da quando sono a Pisa, la scarsa conoscenza dei percorsi e il traffico mi hanno sempre frenato, cosicché è da parecchio che non porto in giro la mia cara vecchia bici. E poi non sono proprio abituata a uscite in gruppo.

Così sabato mattina un po´ intimorita mi ritrovo per il giro con dei ciclisti veri. C´è Graziano che sarà alla testa del plotone assicurandosi che il gruppo sia compatto. E poi c´è la mitica Paola, in gran forma e soprattutto sicura sulla strada e sui pedali. E poi Mauro che arriva con una gomma forata: effettua il cambio gomma in neanche 5 minuti incluso il tempo per rimuovere con i denti (!) una scheggia di vetro conficcata nel copertone. E poi ci sono i neo-fiti. C´è Raffaele, reduce dalla maratona di Roma che come me vorrebbe prendere più confidenza con la bici ed il ciclismo. E c´è Enrico, che dopo aver fatto diverse centinaia di km in MTB nelle settimane scorse ha ora deciso di provare a passare alla strada e vuole testare il suo nuovo gioiello. E altri ancora, un bel gruppo.

Si parte e sono subito scortata dal buon Giuseppe che per tutto il tempo mi fa da bodyguard e mi dispensa preziosi consigli. Chissà se è così prodigo anche di consigli di cucina... temo che le sue ricette rimarranno però gelosamente segrete. Verso Vicopisano veniamo scortati invece da uno scooter: vedo con sorpresa che è Andrea. Mi rendo conto che Giuseppe lo saluta, mentre sta parlando al telefono, mentre sta pedalando a un buon ritmo in bici. Rimango stupita: al suo posto, io avrei già centrato un albero, o un´auto, o l´asfalto, o un fosso.

Maciniamo km, riconosco varie strade che abbiamo percorso con le marce delle 3 Province. Dopo Buti si passa in mezzo a posti bellissimi e a me sconosciuti. Non ho ancora ben capito dove si snoderà il giro dopo Buti ma seguo a ruota. Ogni tanto mi ritrovo in fondo al gruppo con Enrico che tribola ad ingranare il cambio giusto, ma appena ci riesce riparte a razzo. E poi con Angelo che ha un bel ritmo costante.

Incontriamo diversi autobus tedeschi circa una decina e ci chiediamo con stupore cosa ci sia da vedere di così speciale nella zona di Compito. Il gruppo si sfilaccia e perdo di vista gli altri. A una biforcazione presidiata da alcuni volontari per la manifestazione che ha attirato i turisti (forse per le camelie), non so dove proseguire. Con me, Giuseppe chiede se sia possibile passare e il volontario risponde "sì, però c´è una salita". Capisco che io non possa sembrare una ciclista vera neanche con il mitico giubbino PRR, ma penso anche che non mi farò facilmente spaventare dalla salitella che può esserci (il Serra con le sue salite vere è nella direzione opposta). E poi penso ai tanti triathlon che ha fatto Giuseppe e sorrido all´idea che qualcuno si preoccupi per lui per una salitella. Evito di esternare i miei pensieri al volontario e ci facciamo indicare dove sono passati gli altri. Ci riuniamo a metà della famosa salitella, ma ora il problema è la partenza da fermo a metà salita. Paola al secondo tentativo ci riesce. Io e Raffaele rinunciamo al quarto tentativo fallito e da buoni podisti facciamo quello che sappiamo far meglio: corriamo i circa 30 m rimanenti di salita con bici in mano e poi ripartiamo in discesa, un po´ lenti e timorosi.

A questo punto intuisco che si rientra a Pisa facendo il foro. Lo avessi saputo prima forse avrei pensato a rinunciare al giro, ma oramai è troppo tardi e soprattutto grazie alla formazione in gruppo e ai km fatti incomincio a sentirmi più sicura. Dopo il foro, in fondo alla discesa, ancora una volta costringo gli altri ad aspettarmi, ma non importa, sono felice perché ho superato tutti i miei timori iniziali. Per andare più veloce ci saranno altre uscite. Per il momento faccio mie le parole di Raffaele "così la bici inizia a piacermi"... di più!

Fonte: Isabella Cerutti