Cortina - Dobbiaco 2014: dal lago alla medaglia, passando per il mio angelo....

04-06-2014 10:26 -

Nelle settimane che precedevano la Cortina-Dobbiaco ho fantasticato spesso sul viaggio in autobus che avremmo fatto tutti insieme, sull´albergo in riva al lago che il SuperPresidente era riuscito a trovare non si sa come, sul momento della consegna dei pettorali, sui minuti che precedono la partenza, etc., .....

Scontato dire che sono partita carica di entusiasmo e di aspettative, con la convinzione che sarei riuscita a godermi la corsa, che mi sarei divertita e non mi sarei fatta fregare dall´ansia da prestazione. Sarà un po´ come correre le tre province, mi sono detta, con l´unica differenza che questa volta ci sono di mezzo davvero due province (Belluno e Bolzano), ma anche due comuni (Cortina e Dobbiaco) e a dirla tutta pure due regioni (Trentino e Veneto).
Da Pisa a Dobbiaco sono buoni .............. Km, ma volano via veloci, sia perché il nostro autista è un mito e ci fa viaggiare sul velluto, sia perché il clima a bordo è ridanciano e sia perché, a pensarci bene, tanti di quelli che sono con me sull´autobus di km ne macinano molti di più in una normale settimana di allenamento e quindi alle lunghe distanze ci siamo abituati.
L´obiettivo di tutti, come ovvio, è la corsa dell´indomani, ma appena arriviamo all´albergo e prendiamo possesso delle camere, scopriamo che sarebbe valsa la pena di fare il viaggio anche soltanto per godersi il panorama che ci si apre davanti agli occhi. Ai nostri piedi, tanto vicino che con un buono slancio si potrebbe finire direttamente in acqua, iquel lago, con il suo contorno di prati e di boschi che si riflettono magicamente nelle sue acque verde smeraldo; sullo sfondo Plan de Corones con la sommità del "panettone" ancora ricoperta dalla neve.
Scusate l´espressione banale, ma è davvero un panorama da cartolina....., grazie Presidente.
Il tempo di riprendersi dall´emozione, mangiare un boccone tutti insieme e poi subito a Dobbiaco per il ritiro dei pettorali.
Sbrigate velocemente le formalità di rito (un bravo all´organizzazione), ci rimane tutto il tempo di familiarizzare con il Parco dove si concluderà la corsa e di guardare con aria di sfida l´arco dell´arrivo, croce e delizia di ogni runner: chissà se domani ci passerò sotto e come.....
Si ride e si scherza, ma intanto siamo già alla sera prima della gara e tra il serio ed il faceto, iniziano le domande di rito: "cosa è meglio mangiare stasera?" "voi come vi vestite domani? mistico-si? mistico-no?" "colazione abbondante o leggera? dolce -salato?"
Quando ti butti a letto -subito dopo cena, come prescrive il manuale del perfetto corridore- non vedi l´ora di essere all´indomani, ma le 05.30 arrivano sempre prima di quanto ti immagini e se non fosse stato per la sveglia del cellulare non è da escludere che avrei aperto gli occhi più o meno all´ora prevista per l´arrivo della gara: con buona pace del manuale del perfetto runner....

Al risveglio il panorama mozzafiato è ancora li fuori dalla finestra, ma devo ammettere che lo guardo un po´ più distrattamente rispetto alla sera prima; non perché all´alba sia meno bello, ma è solo che....., si comincia a fare sul serio e scarpe, mistico-non mistico e garmin richiamano la mia attenzione più del pur bellissimo quadro che ho di fronte a me.
Comunque un salto sul terrazzo lo faccio lo stesso, ma più che altro per sentire quanto freddo fa e per cercare di capire se avremo pioggia e vento. C´è il sole, scalda ancora poco, ma tra qualche ora si farà sentire e sarà piacevole averlo addosso nei tratti meno ombreggiati.
Bando alle ciance: colazione, ultime verifiche sull´abbigliamento e partenza belli carichi per Cortina.

Risate, battute ed incoraggiamenti non mancano, ma un po´ di "strizza" comincia a farsi sentire.
In autobus, costeggiando il percorso di gara, vedo il cartello dei "21 km" e per un attimo penso che sarebbe bello essere essere già lì. Ma è solo un attimo, poi penso che invece la cosa davvero bella è arrivarci, fino lì, con le mie gambe ed insieme ai miei compagni: compagni unici che vorrei sempre vicino a me anche in tutte le prossime avventure.
Mancano due ore alla partenza e mi ritrovo a camminare per le vie di Cortina insieme al Presidente, Vale, Chiara e Rosy. Noi facciamo parte dei rossi e visto che partiremo alle 9.40, ci precipitiamo a vedere i nostri aquilotti più veloci che avranno lo start 10´ prima. Al bang e li vediamo sfrecciare come missili, "cazzuti" come si conviene in una gara importante, ma sempre sorridenti.
Il secondo bang è il nostro e a dire il vero non lo sento nemmeno, ma tutti iniziano a mulinare i piedi e quindi ci do dentro anch´io: magari un po´ meno "cazzuta" dei nostri (quasi) top runner, ma con un sorriso che va da orecchio a orecchio e con le mani al cielo come se avessi già vinto e in fondo è un po´ anche vero...
La corsa non fa in tempo ad entrare nel vivo che già ci troviamo immersi in questo vero e proprio Eden in salsa tirolese.
Se non sei uno che pesta davvero o se non hai tante gare alle spalle, correre 30 km è faticoso, sia fisicamente che mentalmente, ma in un ambiente come questo, che ti sorprende ad ogni passo con panorami di incredibile bellezza, la fatica, almeno quella mentale, si sente un po´ meno.
Dopo due ore, passate quasi tutte "a testa bassa e pedalare", ma un po´ anche con il naso all´insù per cercare di scorgere le famose "Tre Cime di Lavaredo" e tutto il bello che ho intorno, arriva il cartello dei "21 km": quello che avevo visto prima in autobus. Passandogli accanto mi sono sentita confortata come quando si trova un volto amico ad una festa noiosa, ma poi ho pensato che mancavano ancora 9 km e che le gambe stavano cominciando a dare chiari segnali di sofferenza ed un po´ di sconforto ha cominciato a fare capolino.
Ma come in tutte le favole che si rispettino, e la Cortina-Dobbiaco è davvero una bella favola, a soccorrere l´eroe nel momento più difficile arriva sempre un Angelo custode.
Il mio di "Angelo", invece di volare è arrivato in bicicletta e al posto delle ali aveva un bel paio di orecchie a sventola che il casco da ciclista riusciva solo in parte a nascondere. Un Angelo non convenzionale, insomma, ma è il mio e guai a chi me lo tocca.
"Dai che manca poco e da ora è tutta discesa..."
Un po´ che ora c´é davvero una leggera discesa che sembra fatta apposta per accompagnarti al traguardo, un po´ che il mio "Angelo" spunta altre due o tre volte a darmi forza e a dirmi che i km che mancano sono sempre meno, un po´ che la crisi sembra passata e ad ogni passo sono sempre più convinta che ce la posso fare, un po´ che facendomi due conti capisco che se non mollo potrei riuscire a finire la corsa in meno di tre ore, .... e allora "metto il cuore dentro le scarpe e corro più veloce del vento": oddio, a dire la verità non proprio così forte, ma lo spirito è quello giusto e questo è ciò che in fondo conta davvero.
Lo sterrato ora è finito e c´è un mare di gente che mi urla che sono quasi arrivata. A dire il vero, visto che è già da quasi un´ora che me lo vanno dicendo tutti quelli che incontro, non è che ci creda proprio fino in fondo, poi però vedo spuntare il volto sorridente del mitico Marcello, insieme a Sirka, Paola e Valentina e se me lo dicono loro so di potermi fidare e infatti l´arco dell´arrivo ora lo vedo davvero e anche se sono in riserva decido di concedermi il lusso di fare un po´ la "sborona", metto nel mirino due runner che mi precedono di pochi metri, scalo la marcia e le "spettino" tagliando il traguardo per prima: prima tra le ultime, ovviamente, ma son comunque soddisfazioni...... La felicità è fatta di attimi!
Che bella la Cortina-Dobbiaco

Fonte: Raffaella Menconi