Fashion half marathon: il primo volo

04-06-2014 16:53 -

Sono passati ormai due giorni, ed ancora i pensieri fanno fatica a trovare un varco attraverso il groviglio di emozioni: prima l´attesa, la voglia di mettersi alla prova, la paura di non farcela poi la sofferenza, la voglia di non mollare e finalmente il sollievo e la gioia...una gioia che non è ´esplosa´ come mi sarei immaginata ma che è arrivata piano come un´onda sempre più intensa e profonda.
Lunedi mattina di festa, il 2 giugno, tutta la città dorme ancora ma la mia sveglia è puntata alle 5.00, un´ora prima del solito rispetto ai giorni ordinari, ma oggi non è un giorno ordinario: correrò la mia prima mezza maratona, cosa impensabile solo fino a pochi mesi fa, ma il mondo delle corse, le persone che incontri, è potente e cosi un pò per gioco ma anche per sfida ho deciso di provarci. Mi sono allenata seriamente solo nelle ultime tre/quattro settimane e ne sono consapevole, non sono molte; alle spalle ho all´attivo un unico lungo da 18 km perciò da li in poi sarà un terreno inesplorato: le mie gambe non sanno cosa vuol dire correre per 21km e 97 metri.
Il cielo è terso e l´aria frizzantina, ma poi arriverà il caldo e so già che non sarà facile, la mia pressione costantemente al minimo potrebbe essere un problema. Destinazione Fashion Valley, il tempio dello shopping griffato: chi lo avrebbe mai detto che ci sarei stata la prima volta per correre!!!! Appena si arriva, la strada tutta curve ed i sali scendi mi fanno venire qualche preoccupazione sul percorso, che non mi sono presa la briga di controllare; so solamente che si devono fare due giri, ma le salite non le avevo messe in conto!
L´arrivo al The Mall e l´aria di festa che già si respira mi fanno mettere da parte questo pensiero: c´è da salutare gli amici, tutte le splendide persone che ho conosciuto da quando questa meravigliosa avventura è iniziata. L´atmosfera è gioiosa non c´è tensione, solo voglia di stare insieme, divertirsi e condividere questa grande passione per la corsa. Vado a ritirare il pettorale: 264, dopodiché inizia la ´vestizione´. Intanto è arrivata l´altra aquila: Valentina Zerilli, mia compagna di squadra che in pratica conosco oggi per la prima volta. E´ l´ora di un po´ di riscaldamento e ci avviamo insieme, lei molto più esperta di me mi dà anche qualche consiglio su come affrontare una eventuale salita (e ce ne sarà bisogno!!!). Le foto di rito con il gruppo dei pacer in tenuta total fluo e finalmente ci si avvia con ordine allo start.
E´ strano, non sento tensione ma solo voglia di correre, di mettermi finalmente alla prova. Ci scambiamo un saluto ed un in bocca a lupo con Valentina, è chiaro che la perderò dopo pochi metri, è un attimo e si capisce che la gara è partita. Ci avviamo, i primi metri sono tutti una festa, sorrisi e saluti a pubblico e fotografi: l´avventura ha inizio!!
L´asfalto scorre sotto i piedi, le gambe girano, l´aria è ancora piuttosto fresca tutto sembra davvero procedere per il meglio. Per i primi 4 km mi ritrovo con i pacer delle 2 ore, 5´40" di passo per stare con loro, e mi pare di poterlo sostenere senza problemi, poi il primo ristoro e li perdo un po´ di tempo, perdo il gruppo e si inizia anche un po´ a salire. Un pacer indugia cerando di recuperarmi, io provo a seguire ma alla fine penso che sia meglio non strafare, 21 km sono lunghi e ci tengo troppo ad arrivare alla fine cosi vado del mio passo, quello che sento di poter fare, sperando che basti.
Intanto il percorso si dipana in mezzo alla valle ed intorno al 7 km arriva un bello strappo, non so giudicare la pendenza, ma le gambe la sentono eccome ed il pensiero va a quando quella salita dovrà essere affrontata durante il secondo giro, ovvero al 17 km. Le sensazioni sono comunque buone ed al km 10 davvero ci arrivo quasi senza accorgermene, intanto al secondo ristoro prendo acqua al volo, cosi da non perdere altro tempo e mi tuffo volentieri nel getto d´acqua lungo il percorso: idratarsi e bere è fondamentale. Intanto la temperatura dell´aria si impenna ed il sole ci è addosso implacabile.
Impercettibilmente, il gruppo dei pacer delle 2 ore è sempre un po´ più lontano finchè non riesco nemmeno più a vederli, siamo ormai circa al 14 km e sono sola: la mia gara inizia qui. Cerco di prepararmi mentalmente allo strappo del 17 km: li si deciderà tutto, voglio arrivare fino in fondo, voglio la medaglia. Nella mente le parole ed i consigli di chi mi è vicino: devi fare una gara con la testa, inganna il tuo fisico, un km alla volta, e vedrai che arrivi. Intanto cerco di guardarmi intorno: il paesaggio, qualche volto e poi ci siamo: il passaggio sul ponte, una piccola discesa in cui cerco di mollare, sciogliere gambe e braccia, raccogliere le energie mentali che mi sono rimaste ed eccola, la salita.
Le gambe improvvisamente si fanno più rigide, non vogliono collaborare, ma non mi posso fermare altrimenti so che non ripartirò, rallento molto, passi piccoli e cerco di aiutarmi con tutto, le braccia, gli addominali contratti e via finchè mi esce anche una lacrima ma penso che se faccio questa il peggio è passato. E´ davvero interminabile questo momento, ma alla fine passa, ed io non ho camminato! Il morale migliora di nuovo ma il fisico ha quasi lasciato tutto li e dal 18 al 21 km mi ci può portare solo la testa, ma non sono più lucida. Intanto lungo il percorso stanno già togliendo i cartelli di segnalazione e sono cosi disorientata che mi assale il terrore di sbagliare strada: davvero non mi posso permettere dei metri in più!
Nel dubbio chiedo, chiedo a tutti ed alla fine mi accorgo che è anche un modo per distrarsi dalla fatica, mi concentro sui cartelloni che segnano i km lungo il percorso 18, 19, 20 ultimo km!!!!!! Al ristoro questa volta mi fermo, bevo tanto e penso che adesso in fondo ci arrivo anche se cammino quindi mi rilasso, e trovo ancora la forza per correre. Entro nella Fashion Valley piena di gente e nonostante la stanchezza cerco di godermi gli ultimi metri ma tutta la mia attenzione è sul gonfiabile blu che segna la fine: la sensazione prevalente è il sollievo: gli ultimi passi, la medaglia al collo e mi spengo, la gioia arriverà più tardi.

Fonte: Elisabetta Alderighi