Trail Monti Pisani. Primi obiettivi raggiunti

01-07-2014 23:43 -

Domenica mattina un drappello di aquile si è ritrovata davanti al Comune di Calci alle 6:30 per una scorribanda sui monti pisani. Lo scopo era triplice: correre e mappare il percorso del Trail Monti Pisani versione Short, far prendere coscienza al neo presidente del CAI Alessio Piccioli dello stato critico dei sentieri, far vivere ad alcuni amici la prima esperienza di corsa outdoor... il Trail. Dopo varie settimane di prove e tentativi, ipotesi e idee portate avanti da me, il Bellinvia, Marione e Giulio Fascetti, avevamo abbastanza chiaro quale fosse il percorso. Ma la difficoltà stava nel tentare di percorrere porzioni di sentieri diversi e legarli in un unico anello. L´assenza di raccordi percorribili, a causa di una prepotente invasione di rovi, ci aveva costretto nei giorni precedenti a mirabolanti divagazioni, peripli spinosi, grida di allarme raccolti da contadini volenterosi che a colpi di pennato ci avevano aperto la via... Cosi, non senza una piccola ansia, data l´assenza del Bellinvia, mio mentore e guida, mi sono messo in cammino seguito dal volenteroso drapello. Certosa, Nicosia, Verruca, monastero di san Michele, in una manciata chilometri e molto sudore, sono scorsi sotto i nostri occhi i luoghi mistici e storici della nostra storia pisana. All´inizio la truppa ha risposto bene all´impegno e addirittura la discesa del ripidissimo sentiero 135 ha fatto mulinare le gambe ed affiorare sorrisi. Col poco fiato residuo sono state sussurrate parole come libertà, benessere, gioia, ed ho colto dagli sguardi soddisfatti il gradimento dei neofiti e degli esperti. Però, correre il trail sublima in un attimo certe emozioni e ne propone di nuove. E allora ecco salita, sole e stille di sudore. Il primo a mollare è il Piccioli, provato ma soddisfatto e soprattutto consapevole finalmente dello stato del percorso, buon viatico per i progetti di manutenzione e messa a punto della segnaletica permanente dei due circuiti, lungo e corto, del trail. Si, perché un primo risultato ben visibile, sarà quello di avere i tracciati perfettamente segnalati e disponibili, in futuro, per tutti quelli che si affacceranno ai monti. Per un Piccioli che va, un Bellinvia che arriva, a dimostrare che può più la voglia che la sveglia... Destatosi in ritardo, ci ha poi raggiunti ad un terzo del percorso, fidando nella conoscenza del terreno e delle sue doti di funambolo della montagna. Al chilometro 16,500, dopo la discesa tecnica del verticale dei cristalli, fino al cancello rosso, riparte la salita verso il " Conventino". L´orario, la fatica, la prospettiva di almeno altri 5 chilometri di salita piega la ferrea volontà del Boccio e di Domenico, che a malincuore e col viso un po´ incupito, ci lasciano dispiaciuti. E poco oltre anche Mirco riprende la via di casa, anche se di gamba ne aveva ancora. Peccato, perché dopo poco iniziava un tratto nel bosco, ripida salita è vero ma fresco e armonioso che invogliava ad allungare il passo. Campo Croce, delizia e meta. Da lì solo 4 chilometri ancora, ma tutti in discesa (anche assai tecnica) affacciati, quasi sospesi sulla nostra piana, con Pisa di fronte e il nostro mare a porgere il suo richiamo, come le sirene di Ulisse. Eccoci a Par di Rota e sotto Calci, ormai è fatta o almeno così pare a noi, mentre a Valentina e Giovanni la via pare un inferno e anche la propria ombra è di intralcio al Monticelli. Via Ruschi, via Roma, ora siamo arrivati davvero ma il Bellinvia stimola ancora la compagine condividendo le sue visioni mistiche. "Pensate al giorno della gara" ci dice "arriveremo qui fra due ali di folla festante e le fie ci vedranno belli ed eroici e si strapperanno le mutande e le lanceranno al cielo..."
Meno male che Chiara e Valentina, sono obnubilate dalla fatica e forse non intendono, ma il Fiorido si, ascolta e come e percepisce e allunga il passo... scattando verso l´immaginifico traguardo... ma io lo tallonavo, sia chiaro !
L´uscita è stata impegnativa, in termini di tempo, chilometri e pendenze. 26,450 Km con 1500 m D+ sopra le 3 ore e mezzo di percorrenza, hanno fiaccato esperti e neofiti, gratificando i primi e ammonendo i secondi. Il trail è una corsa fuor dagli schemi, dove diventi tutt´uno coi cinghiali e gli scoiattoli, dove se la gamba corre ti integri col sentiero, coi castagni e i pini, dove la gioia è respirare resina e ammirare il mondo, dall´alto... da lassù. Ma il trail è anche sacrificio e allenamento, abitudine e perseveranza, disciplina e scienza ed è proprio per questo che creeremo nuove occasioni, nuovi attimi di scoperta e sperimentazione, perché pian piano il gruppo cresca e si fortifichi e si riappropri di quei boschi e quei luoghi che sono la radice del nostro essere e che per troppo, troppo tempo, abbiamo trascurato.
E ora, non resta che esplorare ancora perché c´è da chiudere l´anello del trail lungo...e lì saremo sui 45 Km con 2500 m D+... allenatevi aquile!


Fonte: Sercostanzo