A New York andiamo anche a nuoto! Intervista a Maggini, Passarelli e Ballantini.

31-10-2012 23:49 -

Passarelli Lio, Maggini e Ballantini non temono l´impatto dell´uragano Sandy e allacciano le scarpette per correre la maratona più famosa del mondo.

PISA. Domenica, tra i 3mila maratoneti italiani che infolteranno le fila dei quasi 50mila che partiranno dal ponte da Verrazzano, ci sono anche volti noti della comunità pisana in partenza dall´aeroporto Galilei per correre la più famosa maratona del mondo.

Tra questi sicuramente Michele Passarelli, Valter Ballantini, entrambi della Podistica Rossini di Pappiana ed Andrea Maggini dei Pisa Road Runners. A New York ritroveranno un amioc, Marco Bani che ora sta studiando al MIT di Boston.

Passarelli Lio, lei è consigliere comunale e presidente di PisaMarathon. A New York per imparare come si organizza una Maratona?

«Sinceramente a New York ci vado per correre, la mia passione degli ultimi anni, poi qualche spunto per l´organizzazione della Maratona di Pisa sicuramente cercherò di trovarlo, anche perché l´idea che abbiamo a Pisa è di organizzare un evento internazionale che coniughi il "marchio" Pisa con la passione per il running e certamente dal maggior evento mondiale di questo tipo non si può che imparare e tanto».

Un viaggio di 20 ore andata e ritorno per correrne 4...
«Chi non corre, difficilmente comprende le sensazioni che si provano nel correre e finire una maratona: ogni volta è un po´ come mettersi in discussione, mettere alla prova le tue capacità, la tua caparbietà e poi chi corre lo vuole fare in posti belli, significativi, che diano emozioni ... per questo vedo molte affinità fra la PisaMarathon e l´esperienza che sto per fare: solo l´emozione di partire dal Ponte Da Verrazzano ed arrivare in Central Park vale il prezzo, anche in termini di fatica, del biglietto . Chi arriva e parte da Piazza dei Miracoli non può non provare le stesse sensazioni».

Quindi a Dicembre vivremo a Pisa una piccola NY City Marathon?
«Ora non esagererei con i paragoni, ma la nostra intenzione è proprio quella di costruire un evento internazionale; tenga conto che già oggi oltre il 30% degli iscritti alla prossima edizione viene dall´estero, addirittura la prima iscritta è una neozelandese. Da questo punto di vista, indubbiamente, l´evento sarà simile, ovviamente in piccolo; dal punto di vista dell´organizzazione, sinceramente, stiamo lavorando per renderlo almeno paragonabile».

Un pronostico sul suo risultato sportivo?
«Visto che il mio record attuale è di 4 ore e otto minuti, l´obiettivo è quello di finire in meno di 4 ore ... Ma l´importante sarà arrivare fino alla fine dei 42,195».

Valter Ballantini, lei dottore in Chimica e... cugino del Ballantini di Striscia la Notizia, autore del video di promozione dell´evento e visibile su pisamarathon.it. Come vi è venuto in mente di promuovere la Maratona di Pisa legandola ai Maya?
«È stato quasi naturale ed è avvenuto già un po´ di tempo fa, quando la profezia Maya era all´ordine del giorno, probabilmente anche a causa del film nelle sale cinematografiche. Abbiamo pensato che fosse una buona idea di marketing sfruttare il pathos esistente intorno alla data quasi coincidente con quella del 16 dicembre».

Non è un po´ strano che un livornese si impegni per un evento così importante che si svolge a Pisa?
«Partendo dal fatto che non discuto la mia origine, della quale vado orgoglioso, devo riconoscere che correre una maratona avendo la possibilità di arrivare in una delle più belle piazze del mondo è senza dubbio stimolante. Quando faccio i miei allenamenti al mattino molto presto non sono poche le volte che un passaggio in piazza dei Miracoli me lo concedo. Non è proprio all´ombra della Torre perché quando arrivo è ancora buio, ma questo rende ancora più suggestivo il passaggio».

Cosa si aspetta da questa esperienza?
«Mi aspetto di partecipare ad una corsa emozionante, come e più che a Londra lo scorso aprile, dove lo spettacolo lo daranno le persone che sul percorso aspetteranno anche noi che non siamo certo degli atleti "top". La maratona è l´unica disciplina dove tu corri lo stesso giorno sullo stesso percorso del campione del mondo. Quale altro sport te lo permette? Quella gente che applaudirà il primo starà per ore anche per noi: fantastico!».

Andrea Maggini, ´factotum´ di PisaMarathon dal 2003 e cultore della materia Turistico Sportiva. E´ il toscano con più maratone di New York nelle gambe (otto)...

«Non posso dimenticare la mia prima volta nel 2001 a pochi giorni dall´11 settembre con l´odore acre che proveniva da Ground Zero, processioni di tir carichi di macerie, i funerali giornalieri di pompieri e poliziotti, la visita dal Console, la minaccia dell´antrace e di un nuovo attentato sul ponte da Verrazzano durante la nostra partenza, l´esercito schierato sui tetti lungo il percorso, i genitori che correvano la maratona con i pettorali dei figli scomparsi nelle torri gemelle. Tutta la città risorgeva con quell´evento che rappresentava un ritorno alla vita mentre noi sfidavamo le nostre famiglie che volevano impedirci di lasciare l´Italia. Come la mia seconda volta, nel 2003, quando portai ben 83 persone tra amici DRS e neofiti del gruppo che avevo appena fondato con amici (La Galla Pisa). Chiusi quei 42,195km con un buon 3h19´ finendo nella prima pagina del New York Times del lunedì tra i primi 1200 arrivati. Oppure l´edizione 2010, quella a 10 mesi esatti dal mio femore distrutto con gli sci durante l´Epifania, mi reggevo in piedi con lo sputo e con la sentenza di un medico valdostano che mi aveva assicurato che mai e poi mai avrei ricorso una maratona. Appena rientrai in Italia, dopo averla conclusa in 5h45´, scrissi una lettera a quel medico ed a tutta la comunità scientifica che si poteva fare, con i chiodi dentro le ossa e con 100 chili... Negli ultimi tre anni anche la condivisione della camera con Giacomo Leone, l´ultimo maratoneta bianco a vincerla (nel 1996)».

Cosa si aspetta da questa edizione?
«Rimanere il toscano con più maratone di New York chiudendola sotto le 5 ore come nel 2011, vivere e nutrirmi delle nuove tendenze newyorchesi, vivere l´elettrizzante clima dell´Election Day fra Obama e Romney, sentirmi ancora una volta newyorchese. Del resto dal 2001 sono uno di loro (United we stand!)». (a.sc.)

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Fonte: Il Tirreno (Antonio Scuglia)