ZeroZero: i miei primi passi nel Trail (poi i secondi, terzi, etc....)

02-12-2014 08:46 -

Report - I miei primi passi nel Trail (poi, già che c´ero: i secondi, i terzi....etc)
Appuntamento 7.30 alla chiesa a Ripafratta, partenza INDEROGABILE alle 8.00, avevano scritto.
Si segue il sentiero 00, detto sentiero Pisa.
Ho la mia prima domenica libera dal 12/10, Francesca è a lavoro, ma si, proviamo.

Domenica, ore 6.45, la sveglia mi rimbomba nella testa, il primo, classico, pensiero: "ma chi c@220 me lo fa fare a me..."
Rotolo giù dal letto, colazione veloce, lavaggio denti, vestizione, camelbak e via andare.
Sono le 7.35, arrivo al punto d´incontro, ci sono molte macchine, ma davanti alla chiesa un solo giubbottino giallo fluo. Alto, barbuto, attrezzato con uno zainone e con racchette da trail. Direi che è uno dei nostri, cioè, al momento, l´unico dei nostri: lo chiamerò Marco (ci siamo presentati, ma per quel che ne so adesso, potrebbe essere un nome di fantasia, ma magari anche no. Comunque teniamone di conto perché ci servirà). Passando con la macchina gli faccio un cenno con la mano, che prontamente ricambia. Cerco parcheggio e nel frattempo altri arrivano. Il gruppo è affiatato, si scherza e si schiamazza, tanto sono le 7.40 (di domenica), mica le 6...Qualcuno comincia ad essere smanioso di partire, sono 37 km con tipo 1700m D+, ma siccome lo attendono impegni a pranzo, non è che possiamo stare qui a perdere tempo .
Nella mia testa si fa largo un solo ed unico pensiero: "per quel che riguarda me, io, speriamo che me la cavo".
Foto di rito e partenza. Il serpentone procede sulla scalinata iniziale, le chiacchiere dopo i primi metri sono già sostituite da sospironi affannati. I primi, quelli che avevano impegni a pranzo, si volatilizzano quasi subito. Si alternano corsetta e camminata ad ampie falcate salendo per il sentiero molto viscido e discretamente pendente. Vengo sorpassato da un ragazzo con passo allegro, decido di andargli dietro, poi vediamo, a calare si fa sempre a tempo e al più la discesa la posso fare rotolando...
Si chiama Matteo (questo l´ho scoperto in cima ai 4 venti-ndr), ha diverse maratone sul groppone e passione per il trail. Siamo un po´ titubanti sul percorso da seguire, lui è un novellino della zona e io il Ciapino l´ho sempre montato per strada asfaltata in bici. Notiamo davanti a noi un´altra figura con giubbottino giallo che sembra sapere quel che sta facendo. Allunghiamo la falcata e lo raggiungiamo. E´ Marco Ceccarelli (anche in questo caso presentazioni fatte quasi al 25esimo km, se fosse un libro si intitolerebbe: "le buone maniere nei boschi"), anche lui esperto runner con svariati trail "sul groppone". Ci affidiamo a lui. Il gruppo dietro guidato da Sergio è staccato di qualche metro e noi al primo bivio svoltiamo a destra.
"ma te sei sicuro sia di qui?"
"ma, veramente, no, però li è segnalato..."
"però è segnalato anche di li..."
"....."
Fortunatamente il gruppo dietro ci raggiunge e ci supera segnalandoci la retta via.
Si parte davvero molto bene, neanche 5 km su 37 e già ci saremmo persi.
Con nonchalance superiamo di nuovo tutto il gruppo e via, verso l´ignoto.
Si sale di passo allegro, arriviamo ai 4 Venti, li troviamo una brancata di cinghialai che organizzavano la battuta di caccia che sarebbe cominciata di li a poco. Mi metto davanti: venite dietro a me che conosco la via.
Scorre tutto liscio. Passiamo l´eremo della Spelonca e arriviamo al Passo Croce.
Davanti a noi un gruppo di escursionisti del CAI, partiti un po´ prima, non seguendo il sentiero iniziavano la salita del Monte San Giuliano percorrendo la cresta. Noi voliamo bassi e cerchiamo il sentiero. Chiaramente non lo troviamo subito, sarebbe stato troppo facile.
Incrociamo 3 acquilotte che, giocando un jolly, avevano parcheggiato sul Passo Croce e di li si avviavano nella traversata.
Arriviamo al Passo di Dante "Questi pareva a me maestro e donno, cacciando il lupo e ´ lupicini al monte per che i Pisan veder Lucca non ponno." , e di li, seguendo il sentiero al Passo del Castagno. Prendiamo lo stradello in salita che verso il Pian di Conserva e dopo 3/4 tornanti la deviazione che ci porta in cima al Monte Faeta (stesso bivio si poteva scendere anche al Mirteto-ndr), la salita è bastarda, il sentiero è stato scavato dall´acqua, ha una pendenza atroce ed è molto viscido.
Quando mi pare di essere "nella menta" (passatemi il francesismo), vedo davanti a noi un tipo che sale con uno zaino enorme e la bicicletta sulle spalle: ok, lui sta peggio di noi. Ci fa passare e dopo uno scambio di battute (era un conoscente di Marco Ceccarelli) lo lasciamo alle spalle. Negli ultimi metri di sentiero, quasi in cima al monte Faeta mi trovo un signore che saliva a passo da escursionista, ci guardiamo in faccia, mi fa:" io, però, non so dove andare...", ribatto io:" ah, io nemmeno, aspettiamo quelli dietro" sorridiamo e ci fermiamo a guardare il bellissimo paesaggio.
Saliamo ancora qualche metro e arriviamo in cima al Faeta, li altri due escursionisti si stavano organizzando la merenda. Matteo fa una foto ricordo con il belvedere alle spalle e, pronti via, ci scapicolliamo in giù verso Campo di Croce. Da li perdiamo un filino la bussola (o il sentiero), saliamo dalla via di Tobler fino a Santallago (anche se non avremmo dovuto andarci). Matteo cerca dell´acqua, aspettiamo un momento Marco e ripartiamo seguendo l´indicazione per lo Spuntone di Santallago. Troviamo un´indicazione "raccordo 00" e la seguiamo. Li, sullo 00, troviamo Marco, il primo Marco, la prima persona che avevo salutato quella mattina, lui conosce i sentieri, ci guiderà lui. Arriviamo al ristorante "la rosa dei venti" (chiuso), alla fonte ai Cristalli e di li, passando di fianco alle antenne e alla pista di atterraggio per l´elicottero, al ristorante I Cristalli. Nel frattempo ci siamo persi Marco Ceccarelli e Matteo, invece, avendo un impegno per pranzo, decide di cominciare la discesa per farsi venire a prendere. Rimaniamo io e Marco, candidamente alza le sue racchette da trail e corricchia, poi mi guarda e fa:" senti, ma ti rompe se mi fermo a mangiare un panino cor prosciutto?!?".
Lo guardo: "de, un po´ si, io un ce l´ho...mi sono rimaste solo un po´ di noci e un enervit...io proseguo allora..."
Mi dice che non posso perdermi e mi spiega la strada.
Discesa Lombardone, indicazione San Giovanni alla Vena o Vicopisano ( a seconda dei gusti)
Discesa Lombardone, la gamba si fa un po´ di legno, è la prima volta che vado così lontano.
Indicazione San Giovanni alla Vena, ce l´ho.
Bivio senza indicazione su una strada bianca. Vado a destra. Botta di culo clamorosa ( oppure colpo di sfiga, ancora non so) e trovo un indicazione per lo 00 che mi fa salire il Monte Castellare.
Appena scollinato mi ritrovo in un cortile, capisco di essere arrivato. Seguo la strada bianca e arrivo sulla Lungomonte. Il mio babbo mi aspetta davanti ai carabinieri di San Giovanni. Non so bene se il centro del paese sia alla mia destra o alla mia sinistra. Trovo due biker scesi da dove ero sceso io (più o meno), ma non lo sanno neanche loro. Vado per la destra. Ci indovino. Ancora un kilometrino e ci siamo. Mentre cammino a bordo strada una panda 4x4 mi suona due o tre volte, mi giro, non lo riconosco e continuo per la mia strada. Suona di nuovo, mi giro di nuovo, sono pronto a mandarlo a vangare, quando riconosco che era alla partenza 5 ore e 30 minuti prima. Mi offre un passaggio, rifiuto, ringrazio e vado avanti arrivando a questa benedetta stazione dei carabinieri.
Sto per salire in macchina e mi ritrovo alle spalle Marco (quello del panino), aveva mangiato ed era già sceso, adesso aspettava la moglie. Gli offro un passaggio, ringrazia ma mi dice che la moglie è già per strada. Ci salutiamo dandoci appuntamento per un´altra occasione.

E´ stato davvero un piacere.

Mille ringraziamenti a tutti, in particolar modo a Marco C., Matteo e Marco (Marco forse, quello del panino, via).


Fonte: Valerio Savino