PisaMarathon 2014: la mia seconda Mezza Maratona

23-12-2014 11:40 -

Tema: La mia seconda Mezza Maratona.

Appendice: Nella mia seconda Mezza Maratona sono scoppiato.

Antefatto: Il mio Babbo, da bambino, c´ha sempre provato a portarmi a correre, ma a me mi garbava le merendine, il divano e i cartoni animati. Ancora ancora riuscivo a sopportare di correre dietro ad un pallone, ma correre solo per correre, de, è proprio da rintronati.
Poi, la vecchiaia, mi rese rintronato, ed eccomi qua. Possiamo , eventualmente, ritenerla un´ammissione di colpa se vogliamo.
Comunque eccomi qui a correre su e giù per il V.le delle Piagge, seguito dal mio preparatissimo staff tecnico (io, me e memedesimo), per preparare "la Pisanina!", 21/12/2014.

Svolgimento:
La sera prima della maratona, pizzetta con il mio amico Pulvi´s (Ironman, prossimo partecipante al Passatore-ndr), venuto dall´elba. Pizza leggera, birra media e rutto libero. Sveglia puntata alle 6.45, devo sistemare un po´ di cose e il Pulvi´s quando deve correre incomincia a spaccare le palle già 2 ore prima della partenza, dovrò essere pronto e carico a sopportarlo.
Suona la sveglia e non la sento: si comincia bene.
7.05, salto giù dal letto, arraffo le mie cose (dormivo dalla mia ragazza), arraffo il cane e via di volata verso casa.
Colazione, vestizione, chip. Il cane, che già aveva mal digerito il primo traumatico risveglio, si era accoccolato di nuovo sul suo comodo materassino e se la dormiva beatamente. Cerco di convincerlo ad uscire fuori, ad usare la cuccia che ha in giardino, ma i 10° e l´umido che si taglia col coltello non sembrano essere di suo gradimento e dopo 10 minuti di vani tentativi lo lascio li.
Metto le chiavi nella cassetta della posta della mia vicina e le mando un messaggio:" Gabry, per favore, apri a Jago verso le 10.30, non sono riuscito a farlo uscire stamani, è tardi e devo scappare. Le chiavi le hai nella cassetta della posta".
Vado verso la partenza, già svariati Runners corrono su e giù per scaldarsi, passo a prendere il Pulvi´s in hotel. La piazza è ben viva, tutto è pronto. Corricchiamo un po´, facciamo due allunghi, varie "riunioni di gabinetto", saluto un po´ di facce conosciute. Noto che non ci sono Aquile in giro e la cosa mi stupisce (ho scoperto il giorno dopo che erano tutte a far la foto, ma vabbè).
Ci avviciniamo alla partenza. Decido, nonostante i rilevamenti fatti in allenamento non fossero così buoni, di provare ad attaccarmi ai palloncini di 1h24m nella speranza che gruppone, adrenalina e magari una botta di culo mi facciano arrivare così velocemente. Mi piazzo vicinissimo alla linea di partenza. Ore 9.00 Si parte!!
Primi 1000 metri dietro al palloncino, c´è qualcosa che non quadra: un pacemaker è davanti a me, l´altro 400 metri avanti. Guardo il ritmo e siamo un po´ lenti, primo km a 4.17. Allungo un po´ per portarmi al ritmo che volevo. Sono abbastanza sicuro di non reggere sbalzi di ritmo troppo grossi, quindi meglio prevenire. Mi affianco a 5/6 runners, tra i quali c´è Matteo Braccialini (grandissimo finisher della maratona in 2h50m) e ci stabilizziamo intorno a 4.00 a km. Il ritmo è veloce per me, ma non sono in particolare sofferenza. Dopo un paio di km i due pacemaker riescono a trovare un accordo sul ritmo e ce li ritroviamo di fianco. Per un po´ facciamo gruppo unico, il ritmo è come da programma ed è finalmente costante.
Intorno al km 8 (direi) primo piccolo problema, per prendere una bottiglia d´acqua perdo contatto con il gruppone e rimango indietro di una 50ina metri. Il mio passo è ancora sui 4.00 al km, ma non riesco a rientrare (avrei potuto forzare un po´ di più, ma essendo circa a metà gara non ho voluto rischiare di rimanere a secco troppo presto).
Al km 10 decido che è il caso di buttare giù un po´ di zozza (enervit), vado per toglierlo dal taschino e mi cade. Apriti cielo.
La mia toscanità viene fuori dirompente, con epiteti e metafore. Mi fermo, lo raccolgo e riparto: vaffancuore!!
Saliamo sul V.le di Marina, c´è vento, soffro. Trovo fastidioso l´umido che il vento fa gocciolare dagli alberi e mi s´è anche appannato lo schermo dell´orologio.
Tra una lacrima e un lamento arriviamo al semaforo. Vengo raggiunto da un ragazzo e una ragazza, vanno leggermente più di me. Mi accodo. Lui fa tutta una serie di gridolini e gemiti. Mi urta il sistema nervoso. Arriviamo quasi alla cittadella, sono in difficoltà, grazie a Dio mi lasciano in dietro, almeno non devo più ascoltare quel rumoreggiare. Salendo sul ponte sento un leggero fastidio alla coscia sinistra. Mi rendo conto di essere davvero alla frutta. Lungarno, via Roma, deviazione via Trento, di nuovo via Roma. Ci siamo. Arrivo al duomo, c´è Sergio, mi fa un cenno. Sono arrivato. Tanta gente applaude. Fantastico. Alzo le braccia, ho vinto (no, non è vero, non ho vinto, ma ho vinto lo stesso).

Prendo la medaglia da Raffaella, respiro.

Che spettacolo.

Grazie a chi ha permesso tutto questo, organizzando e sbattendosi, a chi ha sacrificato la sua corsa per permettere ad altri di farlo, a chi c´era per correre, a chi per tifare e anche a chi era li solo per guardare perché magari infastidito da tutta questo rumore e colore.


Fonte: Valerio Savino