In bici sul Serra: il delirio dei commenti (ed erano in tre..). Da uccello a cancello

05-01-2015 17:42 -

Enrico: il problema non è arrivare in cima, bere un birrino nazionale offerto da Valerio Nicola Savino e farsi una foto commemorativa per non dimenticare; ma ritornare a Calci lottando con l´ipotermia e zizzagando tra i pinguini reali o immaginari - non s´è ancora capito - che ti si materializzano davanti alla ruota mentre imprechi contro te stesso per la geniale fantastica idea di anda´ a fa´ un Serra il 5 gennaio tipo oggi. Onore al Monti che s´è portato su un cancello in ghisa da 120kg con le ruote.

Giovanni: Recuperata ora capacità a digitare....poi se un brodo della comitiva si dimentica pure i guanti...santo spirito del podista altruista che vegli su di noi e infondi gentilezza amorevole nei nostri gesti (grazie amico), peccato per il solito motivo non aver potuto immortalare cotanto tramonto nel mare affianco alla gorgona.
Il cancello sarà ignorante ma non più duro di me! Che dire, ottima la birra e tutto il resto naturalmente. Maggini ´un fa tanto lo spiritoso che potevi venì con la Graziella tuttarpiu..

Enrico: Applicazioni pratiche di mindfulness: Salendo, là dove la strada è ancora larga e lo spazio è abbondantenente sufficiente per una fottuta Yaris nera che voglia sorpassare due ciclisti consapevoli e affiancati, d´improvviso si ode il suono stizzito di un clacson intento ad ammonirci. Solo un suono, è vero, ma che solo un suono di clacson non è. In casi come quello sta a significare di più; molto di più. In quel caso particolare significa "ciclisti di merda, ropicoglioni e teste di cazzo, levatevi di ´ulo, stronzi!". Forse addirittura, scomponendo il suono con sofisticati strumenti come quelli che usa la Cia per smascherare i serial killer con la voce da cattivo camuffata, si potrebbe apprezzare questo ed altro ancora; ma lasciamo perdere, lasciamo... (in fondo ce lo insegna la stessa meditazione!) ...andare. Saper lasciare andare... vivere nel qui e ora. In tutta la sua interezza eccetera eccetera.
La Yaris sfila alla mia sinistra, mentre io sono alla sinistra del Monticelli. Lui mi dice... "Enri, ma il passeggero... c´ha fatto il dito medio, vero?" Io dico al Monti... "mi pare di sì, Giova... ma noi siamo consapevoli. Com´era quella cosa? La ´gentilezza ammorbidita´?"
Giova risponde solo "...amorevole... era amorevole!" Allora io urlo dietro alla Yaris che...
"NOI SIAMO CONSAPEVOLI! BECCATEVI TUTTA QUESTA GENTILEZZA AMMORBIDITA O, COME DICE IL MONTI, AMOREVOLE... MA VI SI FORASSE UNA GOMMA DI QUELLA YARIS DI MERDA... CHE UNA LABBRATA CONSAPEVOLE UN VE LA LEVA NESSUNO, MERDE!"

Valerio: Il Capraia è un tipo strano: in fase organizzativa, chiedendo io di posticipare di 10 minuti la partenza per problemi lavorativi, mi risponde che Darwin ha detto va bene, a patto che io offra il primo giro di corona. Ok, non c´è problema, offro io. Il quesito che però mi balza al cervello: "ma mo chi è sto Darwin?" Il Capraia lo studiano anche al CNR, come minimo è un su amico immaginario, meglio non farlo arrabbiare. Quindi quatto quatto (come una boddah, che le boddeh stanno quatte quatte l´ho scoperto proprio su questo gruppo) mi sono organizzato con 3 birrette. Ma non corona. Buona la corona eh, ma io preferisco la roba nazionale. Nastro Azzurro. Un pezzetto dopo i tre colli, quando lo avviso che abbiamo la birretta per far pausa il suo occhio si riempie di vitalità, fa uno scatto di 100 metri a 40 all´ora e mi abbandona al mia salire lento e faticoso. Dopo poco mi riaffianca:"hai fatto bene a non portare la corona, quella è legata ad alcune cose, la super tennet´s ad altre...." e mi snocciola una lista di alcolici da far impallidire il peggior bar di caracas....Ho avuto paura, devo dir la verità. Spero vivamente che al CNR facciano un buon lavoro... Cmq era freddo. Abbastanza parecchissimo freddo, quando ci fermiamo ad aspettare in cima allo spiazzo lo stoico Monticelli, volevo far pipì. Le mani congelate, il vento di tramontana gelido. Quel maledetto uccello che proprio non ne voleva sapere di uscire di li. MI guardava con i suoi occhioni posti sopra al suo piccolo becco giallo. Il suo abito delle grandi occasioni, nero e bianco, le alucce corte corte...."pinguino di menta, vieni fuori di li e fammi far pipì". Nella diapositiva, è ritratto uno dei concitati momenti della trattativa.
Tornando al Monticelli, boiade, lui non ne vole noie....quando disse che veniva col cancello, intendeva proprio cancello. Ma, come si dice, quando il gioco si fa duro, i duri imprecano e iniziano a giocare...giusto un paio di riccioli (perchè poi la storia del non s´aspetta nessuno, era un trip da macho, ma il Capraia c´ha un cuore grosso come una capanna) e siamo arrivati tutti insieme fino alle nuvole e oltre...
Ah, oh, m´ha chiamato il tipo, ha detto di non lasciare bottiglie in giro...perché lui un c´aveva nulla, se no la portava via lui...
Ah oh(2), è stato un piacere...prossima volta porto anche salsiccia e pecorino...almeno si fa l´aperitivo giusto

Enrico: Grande penna! (Leggi dito). Bello leggere e non sempre essere letto e rivivere uuuuunaaa splendida giornataaaaa... Manca un finale, però, che diventerà "il" finale: "...e poi ci troveremo come le stars, a bere del whisky al roxy bar, ognuno col suo viaggio, ognuno diverso, verso l´universo..."
Mentre leggevo "cuore grosso come una capanna" ho visualizzato istintivamente il casottino verde sul Faeta (istinto aborigeno; agiscono i riflessi in certi casi). Grazie! Sei e sarai Nicola Savino detto Valerio o, se preferisci, il Pusher nazionale Dj. Felice d´avetti raccattato per la via nel mezzo del cammin di questa vita.





Fonte: Enrico, Valerio e Giovanni