Due milioni di italiani che non hanno sete: cosa rischiano!

03-12-2012 00:12 -

Non solo anziani: aumenta fra i giovani il pericolo disidratazione.
Quei due milioni di italiani che non hanno sete (d´acqua)
Dal collasso all´obesità: cosa si rischia. I nuovi studi

MILANO - Il 5% degli italiani, circa 2 milioni di persone di età compresa tra i 18 ed i 64 anni, non beve acqua. Né di rubinetto né minerale. Lo afferma una ricerca GfK Eurisko. Un dato di per sé molto preoccupante, se si considera il ruolo vitale dell´acqua. Il corpo umano, infatti, ne è composto in media per il 60%. In media, perché il quantitativo di acqua nelle cellule, e tra una cellula e l´altra, varia a seconda dell´età: 75-80% nel neonato, 40-50 nell´anziano. E varia da organo a organo, di più laddove è alta l´attività metabolica: cervello (85%), sangue (80), muscoli (75), pelle (70), tessuto connettivo (60) e ossa (30). Il tessuto con il minor quantitativo di acqua è quello adiposo, il grasso, con il 20%. I soggetti obesi hanno una percentuale di acqua inferiore a quella delle persone con un peso normale. E bere acqua contrasta cellulite e accumuli anti-estetici. Lo stesso pianeta Terra, considerate le percentuali del prezioso liquido che lo ricopre e lo perfonde, dovrebbe chiamarsi Acqua. Salata per lo più, ma pur sempre acqua.

Elemento prezioso, chiave di prevenzione, di benessere, di lunga vita. È quanto rammenta, e ribadisce, il Consensus Paper scientifico «Idratazione per il benessere dell´organismo» firmato da Umberto Solimene, idrologo medico dell´università di Milano, e da Alessandro Zanasi, idrologo e docente in malattie dell´apparato respiratorio dell´università di Bologna. Insieme hanno tirato la somma di recenti studi nazionali e internazionali sulle proprietà salutari del cosiddetto oro blu. Da cui un dogma: una corretta idratazione è fondamentale per il naturale svolgimento delle reazioni biochimiche e dei processi che assicurano la vita. Dal trasporto dei nutrienti alla regolazione del bilancio energetico, dalla funzione detossicante alla regolazione della temperatura corporea, all´equilibrio idrico. E aggiunge Solimene: «Favorisce i processi digestivi, è fonte di sali minerali e svolge un ruolo importante come diluente delle sostanze ingerite, inclusi i medicinali».

In generale è importante mantenere un buon bilancio idrico, che significa compensare adeguatamente la perdita di acqua, tenendo conto che la quantità introdotta con gli alimenti non è sufficiente e che quindi è fondamentale berla. Quando il bilancio idrico si fa negativo si parla di disidratazione, letteralmente cattiva idratazione. E si rischia. Una diminuzione dell´acqua corporea del 2% rispetto al totale, per esempio, è già in grado di alterare la termoregolazione e di influire negativamente sul sangue, rendendolo più viscoso: il cuore si affatica e si può arrivare, in casi estremi, al collasso. Con una diminuzione del 5% si hanno crampi muscolari, con una del 7 si possono avere allucinazioni e perdita di coscienza. Una disidratazione vicina al 20% del peso corporeo risulta addirittura incompatibile con la vita.

Ma che cosa fa «perdere» acqua al nostro corpo? L´assunzione insufficiente di liquidi, l´esposizione ad un clima secco e ventilato, non necessariamente caldo, l´attività fisica intensa e prolungata, gli episodi ripetuti di vomito e diarrea, le ustioni.
E, allora, quanto bisogna bere al giorno per stare bene? Dice Zanasi: «Per gli sportivi, per esempio, la quantità di acqua necessaria va definita in base al tipo di attività svolta, alla durata e alle condizioni climatiche: si va da 1 litro e mezzo a 3 litri al giorno. Per un sedentario sono sufficienti 1,2-2,5 litri. Chi svolge attività fisica e vive in un ambiente caldo, invece, può aver bisogno di bere anche 6 litri di liquidi al giorno. E più intensa è l´attività, più cresce il bisogno». Per alcuni soggetti, come le donne in gravidanza, l´acqua è poi particolarmente importante: va assicurata l´omeostasi di due organismi. O come i bambini: il loro sviluppo dipende da quanto bevono ogni giorno.

Fondamentale, infine, sapere che cosa contiene l´acqua. Quali minerali e quali oligoelementi. Sarebbe importante avere un´etichetta con quantità e residui anche per quella del rubinetto. Non basta sapere che è potabile.

Mario Pappagallo


Fonte: Corriere.it