Calci: sette anni in Tibet con Buddah o sette anni sul Faeta colle boddeh?

19-01-2015 23:33 -

Di certo è che il tipo che si sistema i pantaloncini in realtà scalpita e si arregge i fianchi perché il Pardella aveva detto di retrocedere venti metri per la foto per la stampa ma lui un ne voleva sape´ di perde´ tempo; anche perché, rinvigorito dal Ciapetti che aveva appena finito di dire "Enrico... Ora inizia la salita... È il tuo momento!", nel qui e ora di questa foto, non si vede ma lui ha reale premura di riprendere la corsa per riprendere possibilmente qualcuno di quelli che aveva lasciato andare. Aveva detto "questa la voglio correre tranquillo." Tranquillo come uno che mente sapendo di mentirsi. ("Va bene... Facciamoci sta foto"). Un cavallo ai cancelli di partenza per la foto. "Vai Mario... Fatta?" "Fatta!" "Ok grazie ciao vado ciao..."
Poi, poco dopo, in località Belvedere, in quel successivo qui e ora, il tipo scalpitante riconosce e riprende il Pelli col suo "passo costante del pelli" che, una volta notatolo, gli dice "che te lo dico a fare"; ma non lo dice col le parole: glielo fa solo capire. Tanto ormai si capiscono con gli occhi; quelli del babbo incosciente e scapestrato, e quelli del figlio... maturo, adulto e tutto d´un pezzo, che guarda il padre con la benevolenza e l´affetto che si prova istintivamente per un figlio un po´ così ma a cui si vuole bene lo stesso; anche se, in casi normali, la direzione di marcia di un simile sentimento, dovrebbe essere diametralmente opposta.
Poi, in un altro qui e ora, in zona S. Bernardo, il tipo riprende la Crucca con il suo "passo incostante della Crucca" che le fa patire le salite fino a quando non si scalda; poi... lei parte e non la trovi mai, a meno che un cinghiale le attraversi la strada e la faccia tornare sui suoi passi e fa come uno yo-yo.
Il babbo, qui, è tattico e, avendo imparato dalla bicicletta proprio sulle salite del Serra che per abbassare il cuore bisogna mettere un rapporto più duro, rallenta il passo e lo allunga, forse lo indurisce immaginando un deragliatore Campagnolo o Shimano collegato ai quadricipiti... e la Crucca è sempre più vicina. Ripresa e affiancata in salita; ma lei non se ne accorge: respira e cerca solo lo scollinamento. in discesa è lei a dire "vai pure, babbo, vai del tuo passo", mentre lui, di istinto aborigeno, aveva già messo la freccia a destra per andare a prendere la forestale per proseguire col corpo, e non solo col pensiero, sul TMP 44... Ma, mentre i pensieri montano sulla forestale, il corpo prosegue dritto verso Tre Colli. Testa sullo sterrato e in mezzo al bosco; corpo sull´asfalto a kapovoto in discesa; una discesa fatte tante volte in bici. E adesso a velocità quasi da bici.
Ma è in un qui e ora successivo che si consuma la vera svolta: km 10. Il Ferrisi è al ristoro. Un tipo simpatico offre al tipo che arriva da sotto una fetta di panettone su un vassoio di carta. "No grazie..." Poi dribla il generoso cameriere e vede fette di dolce preconfezionato che ricordano le girelle." Prendo quelle, grazie. E poi te! Questa è acqua o sali? Acqua? Allora un altro bicchiere di te, grazie". Poi si volta indietro... La crucca e il Pelli non arrivano. Due parole col Ferri... "Si va?" Il Ferri risponde okay e dice che è da poco passata Isa... Lui pensa "da poco? Come da poco?" A volte il corpo risponde prima della mente: prima si rimette in moto e poi, poco dopo, arriva il pensiero "allora riparto ora e magari la ripiglio..." Il Ferri non poteva saperlo ma aveva appena attivato una bomba; la bomba era il tipo in maglia gialla e pantaloncini neri. "Andiamo? Tanto la Crucca ci richiappa sul piano e in discesa..." Via a fiamma. Poco asfalto ancora e poi, dopo località Ciapetto, sterrato e salite che si alternano a falsopiani. Quando lui si accorge di aver perso il Ferri, si accorge anche di una canotta rossa e bianca là davanti. "non può essere Isa... Però corre come Isa... E c´ha i capelli da Isa... È Isa". Si può attivare una bomba già attiva? Sì, si può; soprattutto se non hai il cardio a romperti i coglioni e a ricordarti che sei troppo vecchio per queste stronzate, troppo fuori soglia, troppo riparato, troppo peso, troppo... "Fanculo all´età, alle caviglie, ai chili... Voglio riprendere Isa!" Km 12... La parte ancora ossigenata della corteccia cerebrale alza un ditino e parla a tutti i sistemi "capisco le vostre ambizioni e forse anche l´inutile follia... Ma vi faccio notare che siamo fuori soglia e anche fuori dal fuori soglia di emergenza; se continuate così qui, tra un po´, scoppia tutto e buonanotte..." Gli apparati sembrano tutti distratti, nessuno di loro ascolta la saggia parte di corteccia ossigenata: cuore e polmoni, insieme a muscoli tendini e legamenti, al fegato che, insieme ai muscoli, sprizza glicogeno da tutti i pori, si sono raccolti tutti dietro le retine come se fossero due maxi schermi digitali. Il film di oggi è "Caccia Isa". Si avvicina in salita. Forse ha qualche magagna. La corteccia ossigenata dice "fanculo tutti, se si crepa io l´avevo detto... Richiappiamo Isa! Via! Giù a fiamma!"
Poca discesa e poi finalmente eccoli fianco a fianco...

per farla breve... Poi Isa era dietro e io davanti. Ho anche saltato l´ultimo ristoro per non perdere tempo, passando a velocità smodata tra gente sana di mente che era lì per godersi le girelle e il te e tutto quel popo´ di panorama. Però, arrivato all´arrivo, ho preso consapevolezza di un fatto: c´è solo una cosa che è peggio di non riuscire a stare dietro a Isa e di conseguenza rimanere impacchettati nella propria ansia da prestazione e nella frustrazione che ti avvolgono rendendoti come immagine di te quella di una poltiglia di carne informe avvolta nel domopak; è superare Isa con la convinzione di aver dato troppo e lo scomodo pensiero di rischiare di essere ripreso superato e sverniciato con disonore, se non addirittura tumulato e sepolto in loco.

Lo so, non siete ancora pronti per questo genere di narrativa avveniristica. Forse sarà compresa e apprezzata un giorno dai vostri nipoti; o forse dai loro nipoti. D´ora in avanti racconterò le mie storie solo attraverso geroglifici lasciati sulla corteccia di pini, lecci (esclusa Nadia, patenti e affini), ulivi e castagni dei monti pisani. Mi ritiro per sette anni sul Faeta. È stato bello incontrarvi.

Grazie a tutti e arrivederci

Fonte: Enrico Marchetti