Benessere: un giorno da seduti cancella una settimana di palestra.

05-12-2012 00:17 -

Ecco perché un giorno da seduti cancella una settimana di palestra. Passare oltre sei ore inchiodati alla scrivania alla lunga è un´insidia letale. I rimedi: non serve diventare dei maratoneti, meglio rinunciare all´ascensore e fare una buona dieta.
dal corrispondente di Repubblica.it Enrico Franceschini

LONDRA - "Fatti non foste a viver come bruti", scrive Dante nella "Divina Commedia". Ma nemmeno siamo fatti per restare sempre seduti, si potrebbe aggiungere sulla base delle più recenti scoperte scientifiche. Quando l´evoluzione della specie produsse l´Homo Sapiens, circa 200mila anni fa, il risultato era una creatura praticamente perfetta: un primate bipede a pelo corto, adattato alla vita terricola, dalle abitudini alimentari originarie di cacciatore-raccoglitore, dotato di un cervello molto sviluppato in proporzione alle dimensioni dell´individuo, capace di ragionamento astratto, linguaggio e introspezione, dunque più avanzato e intelligente di ogni altra specie. Quel corpo e quella mente straordinari, tuttavia, non erano stati creati per l´esistenza sedentaria che nell´ultimo secolo è diventata poco alla volta predominante, perlomeno nel mondo industrializzato, e che è praticamente la norma nell´era di Internet.

Tranne quando dorme e quando si muove (a piedi), l´uomo (e la donna) del ventunesimo secolo sono infatti sempre seduti: davanti a una scrivania, a una tavola, a un computer, a una televisione. Ebbene, nuovi studi rivelano che mantenere quella posizione seduta per anni, per la maggior parte della giornata, può avere danni gravi, potenzialmente irreparabili, sulla salute. L´attività elettrica dei muscoli precipita: "I muscoli diventano silenziosi come quelli di un cavallo morto", dice il professor Marc Hamilton, un ricercatore del Pennington Research Center, conducendo a una cascata di effetti metabolici negativi.

Il consumo di calorie scende immediatamente a una al minuto, un terzo di quello che consumeremmo se camminassimo. L´efficacia dell´insulina cala nel giro di un giorno, facendo crescere il rischio di diabete e obesità. Gli enzimi responsabili della suddivisione di lipidi e trigliceridi, che devono risucchiare i grassi fuori dalla circolazione sanguinea, smettono di funzionare, causando una caduta nel livello del "buon" colesterolo. Nel corso di una vita, gli effetti possono essere ancora più drammatici. Una ricerca dell´American Cancer Society su 123 mila persone rivela che gli uomini che passano da seduti sei o più ore al giorno del proprio tempo libero hanno un tasso di mortalità del 20 per cento più alta di quelli che siedono tre ore al giorno o meno. Per le donne, la mortalità sale addirittura del 40 per cento. Uno studio condotto in Australia ha riscontrato che il rischio di mortalità, per ogni ora in più davanti alla tv, sale dell´11 per cento. E un´altra ricerca australiana, citata dal Journal of Epidemiology, afferma che le persone che fanno un lavoro sedentario per più di dieci anni hanno quasi il doppio di probabilità di sviluppare un tumore all´intestino.

Quel che è peggio, affermano specialisti della materia come il dottor James Levine della Mayo Clinic del Minnesota, i danni sono spesso irreversibili. Fare vita sedentaria per nove ore al giorno in ufficio fa male alla salute, sia che poi si vada a casa a guardare la tv, sia che si vada in palestra. L´inattività fa male a un obeso come a un maratoneta. "Restare eccessivamente seduti è letale", taglia corto il dottor Levine, smentendo la diffusa opinione secondo cui basta mettersi a dieta e fare esercizio aerobico tre-quattro volte alla settimana per cancellare gli effetti di un lavoro sedentario.

Una possibile soluzione, a meno di tornare a vivere come gli uomini del passato, è il "Neat", acronimo di Non-Exercise-Activity: basta piegarsi ad allacciare le scarpe, fare insomma qualsiasi cosa tranne restare seduti, per limitare i danni del "chair lifestyle", come lo chiamano in inglese, lo "stile di vita della sedia". Servire "virtude e conoscenza" va bene, come ammoniva il poeta, ma sarebbe meglio farlo in piedi.


Fonte: Repubblica.it