Ronda Ghibellina 2015 ed il sacrum facere delle aquile. Le foto ed il video del Pelli.

27-01-2015 17:22 -

Quando il nostro guru Francesco Bellinvia ci parlò di una corsa che si chiamava Ronda Ghibellina, ormai un anno fa, a me si drizzarono le antenne. Ghibellini di tutto il mondo uniti, all´armi! Francesco ci descrisse il percorso, severo nel tono e nei commenti: "Gara Dura" fu la sentenza finale. La nostra idea di strutturare il Trail sui Monti Pisani ha preso corpo ed è passata obbligatoriamente anche attraverso esperienze dirette, in gare di diversa natura, per capire anche l´entità organizzativa degli eventi.
Ronda Ghibellina 2015, ci pareva, anche affrontando la corta di 27 Km, che potesse essere un bel banco di prova e un´opportunità per vedere, capire, imparare. "Chi viene alla Ronda metta il dito qui sotto!"
Ed ecco che spuntano i candidati, uno ad uno si forma il gruppo (di 9 aquile più gli ormai adottati Federico e Cristina) e si va.
Castiglion Fiorentino (era Castiglion Perugino prima che quei barbari terricoli lo comprassero.. al solito...) non è lontano ma si decide di partire il sabato, ritirare il pettorale con calma e dormire in palestra... anche quella è un´esperienza.
Così a macchinate e frastagliati siamo partiti alla volta della Ronda, ma al palazzetto dello sport, il gruppo si ritrova compatto. La Nazionale italiana maschile e femminile di Trail cena con noi... sembrano umani, ma il domani ci dirà che sono di un altro pianeta...
Cena, briefing, saccappelo e materassino, frontale e ciabatte, cessi occupati e bisogni impellenti, la comunità degli accampati in palestra è multiforme e variopinta. I minimalisti come noi hanno giusto un materassino stile sogliola, ma qualcuno s´è portato un canapé gonfiabile a tre piazze e pure il comodino. Buio. Silenzio rotto solo da qualche messaggino dei social...poi, una condizione limbica al confine sonno-veglia condita da sonore russate, agitati deambulanti, adrenalinici impazienti già vestiti di "tuttopunto" alle 5 di mattina. Yale..che effettacci fanno queste gare !

Ma ormai è l´alba. Soliti riti: riscaldamento, foto, facce tese, bisogni dell´ultimo minuto, verifica mentale dei materiali, naso al cielo, tempo incerto... pronti.. VIA !

Marco, Francesco, Federico, Cristina partono a razzo, noi ci diamo da fare, sgomitiamo tentando di risalire il serpentone dei 700 ed evitare così di rimanere imbottigliati all´inizio della salita (40%) che fa selezione e pure ispira rosari e sacramenti.

Descrivere la gara sarebbe improbo, pregna di emozioni e (ormai) onirici ricordi.
Neve per buona metà dello svolgimento, quasi una bufera nella parte alta (bello eh... ma deh !!!).. e poi vento, sentieri fangosi come sabbie mobili e rocce infide e scivolose. Bosco, pietraie, un continuo saliscendi fra ponticelli improbabili sospesi su baratri, torrenti da risalire, fratture di rocce sottili come lame in cui incunearsi senza ferirsi...
GARA DURA aveva sentenziato il Bellinvia.. e dura fu!
Stanchi, felici, inzaccherati, il popolo del Trail vive emozioni più ancestrali rispetto al popolo della strada, la solitudine di alcuni tratti, la consapevolezza di essere messi alla prova senza appello, il bosco riecheggiante di suoni ed i crinali spazzati dal vento impetuoso. Solo il Trail ci offre questo ed è per questo che amo scriverlo con la lettera maiuscola perché sto imparando che il Trail è festa, allegria, avventura, ma anche disciplina, rispetto delle regole, scuola di comportamento e vita.
Trail ovvero l´elogio del Sacrificio, quel sacrum facere che rende un atto essenziale ed imprescindibile.

A noi ci garba e si va avanti.
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qui a lato un po´ di foto.
per vedere il video del Pelligra sulla nostra avventura: clicca qui


Fonte: Sergio Costanzo