Vertical Faeta 2015: la passista scongelata

10-02-2015 15:07 -

All´apparenza sembrava fredda e distaccata. Per chi la incontrava per la prima volta poteva benissimo essere una del nord; un nord estremo: uno di quei posti come la Lapponia o l´estrema Alaska: dove i sentimenti sono congelati e sepolti sotto metri e metri di ghiaccio; come tutto il resto, del resto: la case, la natura, i laghi, perfino il mare se si sale abbastanza sul planisfero. E, all´apparenza fredda e distaccata, era anche quel giorno; o almeno così sembrava. Era una domenica mattina ed era in servizio in vetta a un monte chiamato Faeta. Era sulla linea del traguardo di una gara chiamata Vertical Faeta: una corsa per gente che non ama troppo il divano di casa e le pantofole e che non si risparmia troppo. C´era neve e ghiaccio dappertutto e si sarebbe detto che, tutto l´ambiente, dai colori alla temperatura e perfino il grado di umidità relativa, facessero pendant con lei; con il modo di essere lei. Fu lei a dire a lui - con un tono che sapeva un po´ di rimprovero - "ma come? con la musica...", mentre guardava lui che il freddo dentro lo teneva solo per le emergenze: un fagottino buttato chi sa dove nei meandri del cervello con la scritta "ice" (ghiaccio): In Case of Emergency. Lui aveva le cuffie e David Guetta pompava bpm a tutta gargana. Le parole di lei gli ricordarono quelle di Laura Sbrana, la prof di italiano del liceo: una che gli voleva bene ma lo considerava una simpatica testa calda con buone potenzialità inespresse. Lui allargò le braccia come per giustificarsi "son fatto così... Vado a bere qualcosa di caldo!" Adesso quei ricordi sono così vivi che sembrano il presente...
Ora sono lì: uno di fronte all´altra. Gente che passa. Altri gladiatori e gladiatrici che raggiungono il traguardo. Sorrisi, smorfie di dolore, la fatica disegnata su volti da cui traspare qualcosa che è molto simile alla felicità. Un altro bicchiere di the caldo, un pezzo di cioccolata, ancora gente che arriva; poi qualche foto. Ancora qualche attimo ed è il momento dei saluti. Nella confusione generale neanche si vedono più. O forse è lui che non vede più lei... "Tanto ha tante cose da fare. Non serve neanche che la saluti. Non voglio disturbarla." Ma all´improvviso una frase attraversa l´aria fredda e umida; è una frase calda, una richiesta che viene da sotto quello strato di ghiaccio e arriva a lui infilandosi tra il timpano e David Guetta...
"Mauro... Voglio un foto col grande Marchetti!"
Mauro è sempre pronto e fa "click". Il Marchetti è sempre pronto e fa "smack".


Fonte: Enrico Marchetti