Maratona di Roma: sport, storia, arte, emozioni uniche nel fascino della città eterna!

23-03-2015 07:01 -

Finalmente il grande giorno è arrivato! Questo il mio pensiero mentre mi alzo la mattina ed inizio a prepararmi. Era da molto tempo che pensavo di partecipare alla Maratona di Roma, credevo di farne la mia prima in assoluto, scegliendo poi quella di Firenze solo per una questione logistica e temporale.
La bellezza del percorso mi ha sempre intrigato così come i ragguagli di coloro che vi avevano già partecipato riguardo al calore del pubblico romano che incita ed accompagna per tutta la corsa. Così mi iscrivo, insieme alle altre aquile Antonio, Domenico, Francesca, Raffaella, Nadia e Laura e posso dire con certezza di avere fatto un´ottima scelta.
Sabato mattina si parte con la famiglia, destinazione EUR, Palazzo dei Congressi sede del Marathon Village, per il ritiro dei pettorali; già qui è uno spettacolo! La solennità dell´edificio si fonde con la magica atmosfera di festa e gioia che circondano un avvenimento sportivo di tale importanza. Ci sono moltissime persone.
Ci ritroviamo con Domenico, Nadia e Laura in coda, insieme ad altre centinaia di runners, in attesa di entrare all´interno: solo da lontano vediamo Raffaella e Francesca che hanno già ritirato il loro pettorale, saluti a distanza ed accordi telefonici per l´appuntamento del giorno dopo, fissato per le ore 8.00 sotto l´Arco di Costantino.
Nella mattina intanto Antonio ci aveva comunicato, purtroppo, che non sarebbe venuto, con grande dispiacere suo e di tutti noi.
La fila si muove nemmeno troppo lentamente, cosi in breve siamo dentro e conquistiamo l´agognata busta con i nostri pettorali: il primo passo è compiuto! Poi ci lasciamo trasportare e giriamo contenti come bambini nei vari stand; immagino cosa penserà il vero bambino, che è Alfred, figlio di Laura, nel vederci così eccitati girare in mezzo a questa moltitudine di persone che si affannano a provare magliette, sistemare zaini, comprare accessori vari. Lungo il nostro percorso un signore con il tipico accento livornese, alla vista dell´aquila sulle giacche, ci ricorda di salutare il Maggini: anche questo vuol dire far parte dei Pisa Road Runners !!
Poco dopo, al ritiro del pacco gara, scorgiamo in mezzo a decine e decine di persone una divisa familiare: è Chiara, la nostra aquila che il giorno dopo farà parte del gruppo dei Pace Maker che porterà molti podisti al traguardo in quattro ore e trenta. Baci, abbracci e continuiamo il percorso insieme fino ad arrivare nella sala centrale dove c´è ancora tempo per incontrare Valentina, la Zetina e di nuovo calorosi saluti; a stare in mezzo a tutte queste persone che condividono con te la passione per la corsa ti senti parte di una grande famiglia ma, inevitabilmente, quando incontri qualcuno dei tuoi il sentimento di gioia e contentezza si moltiplica. La Zetina dovrebbe partire come me dalla griglia C, mi dice di non lasciarla sola, domani mattina deciderò cosa fare.
Ci lasciamo dandoci appuntamento per l´indomani alle 8 per le foto di rito, sperando nella clemenza del tempo, così come in questo sabato pomeriggio che ci ha accolto con un tiepido sole ed una temperatura mite, quasi da vera primavera romana. Le previsioni non sono buone purtroppo ma la speranza è l´ultima a morire.

Invece al risveglio mattutino ci accoglie una Roma piovigginosa, con pioggia a tratti anche intensa, che somiglia più ad una uggiosa giornata autunnale che all´inizio della primavera. Purtroppo dobbiamo accettare la situazione, quindi dopo una colazione come da indicazioni "presidenziali" di qualche giorno prima, mi avvio, destinazione la zona della partenza.
La distanza dal Colosseo è poco più di 2 km che decido, ovviamente, di fare a piedi anche per scaldarmi; fatte poche centinaia di metri sono in piazza di Porta Maggiore dove vedo altri runners che stanno per salire sul tram in arrivo che ci porterà in zona partenza. Siamo appena saliti quando il macchinista, con fare non proprio amichevole, viene verso di noi ed urla "se fermamo, scennete tutti, per colpa vostra è tutto bloccato e se dovemo fermà qui fino a quanno nun ce danno il via"
Mi tornano in mente, tra le tante testimonianze, le parole di Mirco sul calore dei romani, ma come, non erano quelli che incitavano e facevano festa? Beh, sarà un caso e comunque poco male, continuo a piedi con un "cugino" dei Milano Road Runners, il quale invece conferma che i suoi concittadini della Maratona ne farebbero volentieri a meno ed il giorno di gara non ti rivolgono frasi proprio amichevoli.
Man mano che ci avviciniamo in zona Colosseo il popolo dei runners si fa sempre più numeroso, siamo veramente tanti e comincio a credere che non sarà facile ritrovarsi nonostante l´appuntamento fissato, anche perché non ci si riconosce facilmente, coperti come siamo da teli termici, k-way, cappellini che rendono tutti uguali e nascondono i colori sociali.
Arrivo sotto l´Arco di Costantino come stabilito e poco dopo vedo Laura, Nadia e Domenico; mentre aspettiamo iniziano ad arrivare messaggi di incoraggiamento da Pisa, non può che far piacere sentire la vicinanza delle altre aquile. Intanto l´ora della partenza si avvicina, Valentina, Francesca e Raffaella non si vedono, riusciamo a parlare per telefono con Raffa ma non riusciamo ad incontrarci, non capiamo bene in quale punto si trovino lei e Francesca (molto probabilmente dalla parte opposta del Colosseo), ma sono momenti concitati, l´ora della partenza si avvicina, per cui foto di rito e via verso le famose gabbie; mentre ci avviamo ecco Chiara munita di palloncino delle quattro ore e trenta mentre non riusciamo a vedere la Zetina, che probabilmente si è già avviata verso la sua zona di partenza, l´area C, che poi sarebbe anche la mia. Mi dispiace un po´ perché se è sola avrei potuto perlomeno partire con lei.
Un po´ di confusione per accedere a via dei Fori Imperiali ma poi ci siamo, iniziamo una lenta corsa verso i cancelli, davanti ho Domenico e Laura, dietro Nadia, cerco di non perdere di vista nessuno, ma non è facile, ci sono troppe persone, basta un attimo per perdersi di vista. Infatti non vedo più chi mi precedeva, con Nadia si decide di entrare nella sua zona di partenza, anche perché è impossibile fare altrimenti, i controlli sono rigorosi e severi, quasi più "svizzeri" che romani. All´inizio Nadia è un poco "contrariata" perché ci siamo persi; vedrai, le dico, ora arrivano anche loro, non saranno riusciti a passare nella griglia C. Infatti ecco anche Laura e Domenico che ci aspettavano davanti ai cancelli ma non ci hanno visto passare, troppa è la confusione, non credevo così.
Di nuovo tutti insieme, almeno noi quattro, chissà dove saranno le altre, penso: ora non resta che attendere, dalla nostra posizione vediamo bene "l´arco" della partenza nonostante le migliaia di persone che ci precedono. Intorno a noi non posso fare a meno di notare molti che indossano simboli della nostra Pisamarathon, bandana o manicotti.
Ormai ci siamo, si parte, chi ci precede inizia a muoversi, il movimento è abbastanza veloce considerando il numero di persone, in breve passiamo sotto la partenza e sentiamo il classico suono del chip che certificherà il nostro real time. I primi tre chilometri sono tutti sui tanto temuti sampietrini, oggi resi ancor più insidiosi dalla pioggia, soprattutto nei tratti in discesa dobbiamo stare attenti a non scivolare. Ancora riusciamo a salutare Chiara con i suoi colleghi pace maker, che superiamo. Arriviamo alla piramide di Caio Cestio, siamo ancora tutti insieme, ogni tanto ci giriamo a vicenda per vedere se ci siamo tutti e ci rassicuriamo quando vediamo i nostri manicotti fashion con l´aquila rigorosamente al braccio destro. Come al solito ci pensa Nadia con le sue battute ad infondere allegria. Il primo ristoro lo saltiamo, non c´è ancora bisogno di niente e poi siamo tutti muniti di energie di scorta, sotto forma di pasticche, integratori e roba varia.
Dopo il quinto - sesto chilometro Nadia e Laura rimangono un poco indietro, da qui in poi la mia gara prosegue con Domenico e così sarà fino all´arrivo; siamo nel quartiere Ostiense, il traffico nella parte di strada aperta è intenso nonostante l´ora ed il giorno festivo, ma i colpi di clacson che si sentono non sono di protesta bensì ritmati in segno di incoraggiamento, alcuni incitano addirittura gridando attraverso i finestrini aperti. Dopo il km 7 attraversiamo il Tevere per la prima volta e sul ponte Marconi alcune folate di vento freddo ci investono, percepite ancor più fredde a causa della pioggia che ci sta bagnando.
Iniziamo a percorrere uno dei tanti tratti di lungotevere che faremo oggi, sono quasi irriconoscibili ma ancor più belli, così "svuotati" dalle auto che quotidianamente li percorrono. Alcuni podisti romani intorno a noi, probabilmente divisi tra romanisti e laziali, parlano di calcio e si prendono reciprocamente in giro ridendo e scherzando e io penso quanto è diverso lo spirito sportivo che pervade i runners da altri tifosi, almeno quando corrono.
Intanto attraversiamo di nuovo il Tevere, ogni tanto perdo un po´ l´orientamento con tutti i cambi di direzione (alla fine saranno ben 77) ma Domenico, da conoscitore della città per motivi di lavoro, mi viene in soccorso ricordandomi in che zona siamo. Adesso siamo al Testaccio ed individuiamo tre atlete di un gruppo sportivo di Martinafranca che hanno un buon passo ed un ritmo regolare, decidiamo di prenderle come punto di riferimento e dopo poco scambiamo anche qualche battuta con loro, in particolare promuoviamo la nostra Pisamarathon alla quale non hanno mai partecipato. Siamo di nuovo su un lungotevere, ai lati del percorso molta gente che applaude ed incita, poco dopo vediamo Giovanni, marito di Laura, insieme al piccolo Alfred, che ci saluta; la pioggia continua a cadere, agli spugnaggi prendo quella asciutta utile per asciugarmi un po´ la testa (si proprio la testa ........ non i capelli, non ho questi problemi) mentre al di là del fiume si inizia a scorgere la sagoma di Castel Sant´Angelo, segno che ci stiamo avvicinando ad uno dei passaggi secondo me più suggestivi, quello di Piazza San Pietro.
Abbiamo percorso quattro chilometri di lungotevere quando attraversiamo di nuovo il fiume sul ponte Cavour e qui si staglia in primo piano l´imponente mole del Palazzo di Giustizia, il cosiddetto "Palazzaccio"; in breve siamo a piazza Cavour dove Domenico ricorda quante volte ha percorso questa zona per lavoro. Ogni tanto la mia attenzione si concentra su coloro che corrono intorno a noi, magari con la speranza di vedere qualche faccia conosciuta o, meglio ancora, le altre aquile. Vedo due atleti, un uomo e una donna, con la maglia del team Warriors Pisa, che però non conosco, mentre altri podisti, sicuramente romani, urlano a gran voce affinché il pubblico intorno si faccia sentire.
Ancora pochi metri e ci siamo, svoltiamo in via della Conciliazione e sullo sfondo ecco apparire la Basilica di San Pietro e, parafrasando Venditti, la santità "der Cupolone". Ai lati moltissima gente, molti stranieri ovviamente, che gridano e ti sostengono, devo ammettere che qui davvero ti senti trascinato da una forza interiore che fa muovere le gambe senza quasi percepire sforzo e fatica. Passando nella piazza penso che questa è la zona dove la tensione del particolare momento che stiamo vivendo è più palpabile; molte camionette delle forze dell´ordine sostano ai lati e ci sono anche militari dell´esercito armati. Per un attimo il mio pensiero va a quanto avvenuto alla maratona di Boston del 2013, ma è solo un attimo, poi la voglia di correre e di godersi questa splendida giornata prende di nuovo il sopravvento e si continua tra ali di folla che agitano mani e gridano. Per me uno dei punti più belli del percorso! Intanto ancora pochi chilometri e siamo a metà, un veloce scambio di battute con Domenico <> e così credo sia per tutti!
Poco dopo iniziamo a vedere in lontananza il gruppo dei pace maker con i palloncini delle quattro ore, il nostro obiettivo non troppo dichiarato per questa giornata; decidiamo saggiamente di proseguire con il nostro passo, che è costantemente intorno ai 5:25 - 5:30 al chilometro, senza avere fretta di raggiungerli rischiando di spendere troppo ora, manca ancora quasi una mezza maratona all´arrivo.
Siamo in zona RAI, piazzale Clodio poi viale Mazzini, torniamo sul lungotevere che percorreremo per cinque chilometri prima su un lato poi sull´altro. In breve raggiungiamo comunque il gruppo dei pace delle quattro ore e nonostante avessimo deciso di non forzare ci viene naturale passarli e proseguire con il nostro ritmo. Penso che sia un buon segno, vuol dire che stiamo bene e la condotta di gara tenuta finora è quella giusta.
Intanto anche le necessità fisiologiche cominciano a farsi sentire (guardandosi intorno direi che non siamo gli unici con tale esigenza) per cui passato alla nostra sinistra l´austero palazzo sede del museo dell´Arma del Genio, già in vista del vicino stadio Olimpico, individuiamo a destra una lunga fila di oleandri che fa al caso nostro. Dopo va molto meglio, si riprende a correre e passato il Foro Italico si svolta su un ponte sempre stando attenti a non scivolare su fondi talvolta molto lisci ed iniziamo un tratto che ci porterà nella parte più settentrionale del percorso, nella zona dei campi sportivi dell´Acqua Acetosa, uno dei punti più critico per me, a causa della presenza di meno pubblico, anche se l´intorno, meno urbanizzato ma molto verde, rimane comunque a suo modo affascinante.
Alle volte però anche un episodio apparentemente insignificante, come il passaggio di un´ambulanza in senso opposto che costringe i runners a dividersi in due ai lati della strada, aiuta a distrarti ed a non fissarti troppo sul percorso o sui chilometri che mancano; intanto gli stessi passano, termina anche questo tratto, ci dirigiamo verso il villaggio Olimpico percorrendo un breve tratto in salita e lambendo il quartiere dei Parioli. Passiamo anche il km 30, decidiamo di saltare questo ristoro, così come abbiamo fatto con il primo; agli altri, ovviamente, ci siamo fermati, personalmente non volevo ripetere l´errore di Firenze dove non ho mangiato, per cui qualche pezzetto di banana mi è stato utile, oltre all´acqua naturalmente. Penso ancora una volta alle altre, credo che abbiano fatto lo stessa cosa, ma Raffaella, così poco incline alle soste ?
Si prosegue nel quartiere Flaminio, lasciamo alla nostra destra il palazzetto dello sport e lo stadio, tra poco arriveremo ancora sul lungotevere, sarà l´ultimo tratto che percorreremo prima di entrare nel cuore di Roma; anche questo lungofiume così come gli altri che abbiamo già percorso, nonostante le condizioni meteo avverse, ha per me un fascino particolare, città e fiume vivono in simbiosi, in un legame indissolubile che lega l´una all´altro, oggi dovuto forse soprattutto ad una valenza paesaggistica ed ambientale. Questi miei pensieri mi distraggono e mi aiutano ad andare avanti, la mia strategia di non fissarmi troppo sul conteggio dei chilometri per ora funziona.
Al km 33 un podista romano che ci precede grida << daje ..... forza meno noveee>> ed intorno parte di nuovo l´incitamento e l´incoraggiamento delle persone che man mano si fanno sempre più numerose. Allora mi viene in mente che tra poco si arriverà al fatidico chilometro 36, quello del "muro", ma per ora sto bene, certo la fatica comincia a farsi sentire ma le gambe girano e soprattutto la testa anche, dico a me stesso, altrimenti non sarei stato in grado di fare tutte quelle riflessioni su fiume e città.
Anche Domenico sta andando bene, ogni tanto mi dice <>, ma dove vado, rispondo io, più di cosi non ne ho, anzi secondo me è lui che potrebbe andare, lo vedo bene, non ha avuto quasi mai dolori e questo è positivo. Certo al trentaseiesimo mancano ancora un paio di chilometri, che sembrano pochi, in realtà tutto può succedere.
Dopo poco ancora un fattore ambientale a distogliere la mia attenzione dai chilometri mancanti, quando si passa a fianco di palazzo Marina, con le imponenti ancore poste ai lati dell´ingresso, che rimandano i miei ricordi al periodo trascorso in Accademia Navale; intanto i chilometri scorrono, si svolta a sinistra poco prima dell´Ara Pacis e si entra nel cuore della città eterna, di nuovo sampietrini, adesso che la stanchezza aumenta bisogna stare ancor più attenti al fondo scivoloso.
Ogni tanto il mio pensiero si rivolge alle altre aquile che non sono con noi, chissà in quale punto del percorso saranno, penso, chissà se stanno provando le bellissime ed intense sensazioni che sto provando io; continuo a pensare, e ne sono sicuro, che ognuna di loro avrà trovato dentro di se le motivazioni giuste per arrivare in fondo. La Zetina sarà sicuramente avanti, ha ritrovato la forma dei tempi migliori, Nadia e Laura le ho viste sicure, concentrate e allegre fin dalla partenza e fino a quando le abbiamo perse di vista, Raffaella con il suo passo da "sergente" figurati se molla, anzi continuo a pensare che avrà saltato qualche ristoro per non perdere nemmeno qualche secondo, Francesca determinata come sempre saprà sicuramente reagire alle vicissitudini dell´ultimo periodo ed anzi da queste troverà la forza per arrivare.
Domenico è sempre al mio fianco, ed arriviamo anche al fatidico km 36 ma non ci facciamo nemmeno caso, rapiti come siamo da tutto ciò che è intorno a noi: da qui in poi infatti è ancor di più un tripudio di gente che ti applaude, ti incoraggia, ti batte le mani, i percorsi inevitabilmente più stretti fanno percepire maggiormente il calore umano dei romani e degli spettatori in generale. Come se non bastasse non c´è uno scorcio, una vista, una prospettiva che non faccia intravedere qualcosa di bello, è un susseguirsi di opere d´arte, piazze, palazzi, fontane, chiese. Ogni tanto penso, certo se c´era un po´ di sole .......
Mi guardo intorno nella speranza di scorgere moglie e figlio che si stanno aggirando per il centro guidati da un´amica, non sarà facile vederli, forse sarà più facile per loro distinguere la canotta con l´aquila, anzi le canotte, perché siamo in due, con Domenico infatti corriamo sempre appaiati, per me è stato un importante punto di riferimento e spero io per lui.
Si entra in piazza Navona, altro passaggio spettacolare, tra due ali di folla che incitano, molti stranieri che con le bandiere dei loro paesi incitano i loro connazionali ma non solo.
Al km 37 una banda intona l´inno dei bersaglieri, dico a Domenico che è quello che ci voleva per l´ulteriore spinta a correre gli ultimi chilometri, siamo ormai al primo passaggio in piazza Venezia, guardo intorno ma non vedo i miei, non ci sono o forse non li vedo, eppure questo era uno dei punti stabiliti ...... ma non ho troppo tempo per pensarci, bisogna correre gli ultimi chilometri, siamo in via del Corso alla fine della strada saremo a trentanove, manca sempre meno ed il bello è che riesco a godermi tutto ciò che mi circonda, a differenza di quanto avvenuto a Firenze negli ultimi chilometri.
In piazza del Popolo percorriamo l´anello completo intorno all´obelisco ed imbocchiamo via del Babuino, vedo due delle nostre "amiche" di Martinafranca che camminano, forse hanno dato troppo prima, un incoraggiamento al volo, un "dai, è finita" che so bene che lascia il tempo che trova se detto a chi, magari, non ha più energie nelle gambe o forse nella testa; anche tre miseri chilometri, dopo averne fatti trentanove, non sono uno scherzo.
Per fortuna per noi non è così, arriviamo in piazza di Spagna e qui il pensiero inevitabilmente corre a quanto accaduto qualche settimana prima in occasione della partita di calcio, quanta differenza, le solite due ali di folla che ti applaudono e naturalmente ti dicono che ......... ormai è finita !!
Siamo in leggera salita, si vede l´inizio del traforo che passa sotto i giardini del Quirinale, c´è tempo per l´ultimo ristoro, mentre rallento per fermarmi sto per scivolare, per fortuna rimango in piedi, i sampietrini sono bagnati e pieni di bucce di arance e limoni ridotti a poltiglia che li rendono ancora più pericolosi, comunque si riparte ed all´uscita siamo al km 41, ne manca poco più di uno; penso a Raffaella ed a quel chilometro che le è mancato in uno degli ultimi allenamenti, precisa com´è ha stressato tutti ed io, scherzando, che le dicevo vedrai sarà fondamentale ..... ti fermerai dopo il traforo; non so dove sia ora, ma quello che è certo è che non sarà quell´ultimo chilometro a fermarla!!
Ancora penso di nuovo alle altre aquile, la Zetina sarà già arrivata, penso, considerando che è partita più avanti e che non l´abbiamo incontrata, Nadia e Laura probabilmente sono più indietro, Francesca forse lo stesso, ma tanto ci ritroveremo tutti all´arrivo.
Sono gli ultimi metri di salita, Domenico mi dice <> infatti è così, rapida discesa che permette un arrivo veloce, secondo passaggio in piazza Venezia dove ancora do uno sguardo per scorgere i miei, niente da fare, comunque il solo pensiero che ci potessero essere o comunque vedermi mi ha aiutato in ogni caso, rivediamo invece Giovanni che ci saluta ed abbiamo ancora la forza di ricambiare, ormai ci siamo, accelerando ulteriormente si passa sotto il traguardo in mezzo ad altri tutti accomunati dallo stesso sentimento di gioia e contentezza; inoltre siamo ben sotto il limite delle quattro ore.
La gioia è grande, come sempre, sia per averla finita ma anche per averla finita bene, credo che siano le stesse sensazioni che prova Domenico, che è stato bravissimo alla sua prima Maratona, terminata con un ottimo tempo considerando guai fisici, allenamento, percorso e condizioni meteo !!
Un abbraccio a quello che è stato il compagno per tutta la corsa, un saluto veloce ad un ragazzo degli Ospedalieri che mi passa vicino e poi verso l´area predisposta ad attendere le altre aquile e famiglia.
La famiglia mi raggiunge dopo poco anche se al di la delle transenne, vede che sono in discreta forma e si tranquillizzano mentre intanto, potenza dei moderni mezzi tecnologici, i messaggi che rimbalzano da Pisa dicono che Valentina è arrivata con un ottimo 3:46. Non avevo dubbi ed oltre che essere contento per lei mi consolo per il fatto di non essere partito con lei, oggi per me sarebbe stato impossibile seguire il suo ritmo; i messaggi continuano ed informano che anche Raffaella è arrivata, mentre poco dopo vediamo arrivare, questa volta di persona, Nadia e Laura, bravissime e soddisfatte dall´impresa compiuta. Manca Francesca ma dalle foto seguenti capiamo che è arrivata anche lei, le mie sensazioni erano corrette!!
A questo punto anche le cattive condizioni del tempo passano in secondo piano, anzi, come ci dice il Presidente, non fanno che accrescere il merito di aver portato a termine la gara, mentre l´unico rammarico è quello di non esserci trovati tutti insieme almeno alla partenza e questo fa capire quanto sia radicato dentro di noi lo spirito di squadra.
Beh, cosa aggiungere a conclusione di questa bellissima giornata, che l´appuntamento è solo rimandato al prossimo anno, ricordate Aquile ....... 3 aprile 2016 !!!



Fonte: Andrea Giglia