Tuscany crossing in Val d´Orcia: un urlo lungo 50 km .... anzi ... 53.

26-04-2015 22:30 -

Un urlo lungo 50 km..anzi 53.

"15:53 appuntamento at pisa fs", ultima comunicazione col babbo (enrico capraia)

è vero poteva passare direttamente sotto casa a prelevarmi, ma si è voluto rivivere e ricostruire il momento d´incontro di quel lontano 27 settembre 204 (gara a san galgano) dove ci incontrammo per la prima volta con lui e con polly, ma bando alle bodde, dopo foto di rito si parte, direzione casa di zio ( alessio sbrana), caffettino, carico di biscottini come se dovessimo da li a poco e poi via.

L´arrivo in terra d´orcia, ritiro pettorali e pacco gara (un po´ povero) ma vabè, come da programma si torna in hotel, dove da li a poco di troviamo seduti a tavola a ordinare l´impossibile, la cameriera-responsabile hotel e barista al tempo stesso resta palesemente sorpresa dalla capacità di dilatazione dei nostri stomaci continua a portare cardoidrati, e dopo esserci sbronzati di cibo e il sangue defluito uasi totalmente allo stomaco ci lasciamo andare a risate, storie, minchiate e di nuovo risate, sereni ma consapevoli e dopo il rigoroso amaro/grappino e foto di rito ci ritiriamo per deliberare in camera. Lui ( capraia) intervalla momenti goliardici e di ilarità a momenti silenziosi, controlla, ri-controlla e poi controlla ancora l´impossibile,materiale, cibo,integratori, scarpe,cip etc etc, io e lo zio un po più tranquilli ma sempre consapevoli riguardiamo le ultime cose..come fu e come nun fu..arrivò l´ora in cui cenerentola torna a casa e come dei bravi scolaretti cazzoni ma consapevoli si prova a dormire qualche ora..la sveglia suonerà tra non molto, io come sempre prendo "sonno" tardissimo, un sonno insonne contornato da soavi rumori respiratori dei due personaggi a fianco che come due cuccioli di panda ronfano serenamente.

Come fu e come nun fu si fecero le 3:40..l´ ora x,lui stavolta è impassibile, destro e sicuro nei movimenti ricontrolla tutto nei minime dettagli, basta via..si va.

Al partenza volti nervosi,incerti e taluni incazzati neri che scaldavano i motori ( ma che cazzo scaldi i motori che hai 100 km da fare) lui sereno forse un po preoccupato ma ormai la cazzata s´è fatta uindi banda alle bodde, ultimo meeting fra di noi," allora cazzo mettiti in testa 3 regole: 1 in salita camminare, 2 pcp( passo costante pelli) 3 testa...ore 5:00 sparo e partenza, morbida la sua partenza, come se volesse studiare la storia prima di scrivere la sua parte, come una iena che aspetta il momento giusto per farsi avanti.

ok..ora tocca a me e allo zio, si aspetta la navetta che ci porterà alla partenza ( montalcino), arriviamo..un po infreddoliti s´aspetta circa 2 ore la partenza, basta finalmente alle 8:30 si parte, passo costante con doppio freno a mano tirato per i primi 20 km circa, lo zio a volte si fa prendere dalle gambe e vuole allungare, poi mi guarda e capisce consapevolemente che la storia è ancora lunga, non si possono fare cazzate, altrimenti non s´arriva,si prende contatto col paesaggio, col terreno molto morbido e poco tecnico e dopo un po forse ci ha dato pure noia, abituati ai sassi e ai singol trak del monte pisano, ma vabè si va avanti insieme, paesaggi molto suggestivi, vallate su vallate,si scollinava di continuo, sali e scendi massacranti, prima salitella di 7-8 km che ci portano al 3 ristoro affamatissimi..si reintegra il più possibile..da li a poco ci saranno stati 4-5 km di sali e scendi e poi l´amiata, salitona abbastanza " impegnativa" che ci fa soffrire non poco ma s´affronta col nostro passo, i km cominciano a sommarsi nelle gambe, le zampe vorrebbero risentire ma lo spirito sovrasta tali impressioni e sensazioni negative, l´aspettavo la crisi..l´aspettavo e arrivò, e come un macigno legato ai piedi mi rallenta e tenta di sfinirmi..riprendo fiato, mangio le mie umili marmellatine e faccio i conti una bella botta di crisi, ci guardiamo con lo zio e grazie ai suoi incoraggiamenti continuo ad andare avanti, "cazzo monte amiata di.." piano piano si va avanti, la strada si impenna sempre di più..riprendo confidenza col fisico,riassetto il respiro, risento le forze, mi risento io, eccoci scollinati, ora dovrebbe essere tutta o uasi tutta discesa..si..sticassi...arrivati al 40km si entra in un bosco e da li a poco un vertical ci da un´altra mazzata, la una battuta tira l´altra e si scollina nuovamente e stavolta si scende dritto per dritto al 4 ristoro, provati ma sempre consapevoli ci si rimpinza nuovamente di tutto ciò fosse ingeribile, mi siedo un paio di minuti e mentre inzuppavo un pezzo di crostata alla marmellata in un bicchiere pieno di coca cola si siede vicino a me uno dei primi dieci finalisti della cento..guardo il suo orologio..segnava 92...cazzo..il mio pensiero volò a lui, chissà dov´era..chissà come stava, chissà. Basta col pancino pieno si ringrazia e si torna sul sentiero, e voilà..diluvio..7-8 km di pioggia...lo zio sereno come se nenti fussi ( come se non fosse successo nulla), io un po meno ma va bene uguale, trail è anche uesto e che cazzo. Voci al ristoro precedente ci avevano annunciato che sarebbe stato tutta discesa tranne gli ultimi 3 km..ma col cazzo..altre salitelle e ancora salitelle..un tratto che non finiva mai..poi finalmente il sentiero sale..vuol dire che siamo a meno 3 km..cazzo cazzo cazzo, ci siamo zio ci siamo, non ci credo..primi sorrisi nei volti, si ride, si fa conoscenza con la seconda classificata della 100 km, uno si aspetterebbe una super atleta con abbigliamento ultra mega light e cazzi e mazzi, e invece una ragazza normalissima con capelli slegati e zaino dell´invicta che ride insieme a noi gli ultimi km. Si vede il traguardo..ci si stringe la mano e si fa un urlo liberatorio all´arrivo..un urlo lungo 53 km.

Sfiniti ci accasciamo su un muretto, si prende la medaglia ( di ceramica che fa veramente cacare) e dopo un po si torna in hotel, adesso riposo per un po´.

Ore 19:56 vibra il cellulare, è il babbo. È vivo e prova a comunicare tramite un ipotetico arrivo intorno alle 23-23:30, il figlio comunica allo zio il presunto arrivo del top runner.

Dopo una cena senza precedenti in una trattoria-bettola senza precedenti si torna all´arrivo mezzi sciancati e s´aspetta godot...eccolo, arriva insieme ad un amico conosciuto li e col quale si era creata un´amicizia lunga circa 70 km ( si sono incontrati al 30km), entrambi con sguardo assente ma pur sempre consapevole si accasciano sul muretto, lo stesso che prima aveva retto il peso del mio culo e di quello dello zio. Poche parole,semplici, telefonata alla moglie per lui,parenti e amici da avvisare, poi il ritorno in terra natia, un ritorno silenzioso, una stanchezza silenziosa, una stanchezza che non finisce mai, lunga 103 km. Ma che te lo dico a fare...ma per davvero stavolta, un´impresa titanica...opto per il silenzio, silenzio come forma di rispetto per ciò che ha fatto, immenso.


Fonte: Salvatore Pelligra