Rimini Marathon: la mia prima maratona

27-04-2015 23:39 -

Un anno fa lessi un librettino di un autore che amo molto Haruki Murakami ,"l´Arte di correre", un uomo che ha unito due passioni che me lo fanno sentire particolarmente vicino: la letteratura e lo sport. Per me quel libro è stato magico perché mi ha fatto riaprire un cassetto in cui avevo chiuso un sogno. Era estate e qualcosa scattò dentro di me: la sfida! Perché io no?
Premetto che sono più propensa a leggere che a scrivere e in particolare a parlare di emozioni ma quando Andrea chiede non si può dire di no e perciò eccomi qui a provare a raccontare questa impresa. Si per me è stata davvero un´impresa anzi, "l´Impresa"! Portare a termine questa maratona ma soprattutto trovare il tempo in tutti questi mesi di preparazione per allenarmi è stata durissima e ha comportato sacrifici consistenti: frigorifero spesso vuoto a casa perché mi ero dimenticata di fare la spesa, lezioni preparate in fretta dopo cena, sabati sera a letto presto perché la domenica c´erano i lunghi, ripetute devastanti dopo pranzo perché alle 16,30 Livia usciva da scuola, ma la sfida vera è stata in realtà con me stessa. Ho cominciato a correre , come sanno bene Nadia e Raffa, a cui devo davvero molto, combattendo con l´ansia con la quale ho giocato io stessa tanto per esorcizzarla... "ansiagirl" ,me lo sono scritto sulla maglietta alla mezza maratona di Ravenna...Tutte le volte che iniziavo a correre c´era una parte di me che veniva fuori e mi toglieva fiducia in me stessa. Il pensiero fisso era non ce la posso fare... I ventuno km li avevo già raggiunti da un anno ma valicare i trenta era per me , che rimanevo ultima anche alle arrancate ,( il Ciapetti ricorderà...) non un muro ma la Grande Muraglia . Mi sono allenata quattro e anche cinque volte a settimana e ho seguito in modo pedissequo la tabella che Raffa, mi ha prontamente passato dopo la sua prima maratona,. Ce la volevo fare a tutti i costi e con la fatica e l´impegno costante i risultati sono arrivati. Sono arrivati i fatidici trenta , i trentacinque e gli ultimi tanto temuti trentotto. Tanti allenamenti in cui in primo luogo le mie amiche più care Nadia e Raffaella mi sono state vicine e tante volte hanno sopportato le mie lamentele, ma anche amiche nuove come Francesca Mancini, che mi vuole sottrarre il titolo di ansiagirl, Laura, Francesca Battaglia e amici , Sergio, Emilio, Massimiliano ( che mi ha sempre detto che ce l´avrei fatta alla grande e mi ha aiutata a essere più fiduciosa ) , Alessandro, Pietro ( che mi ha fatto da angelo custode nei trentacinque chilometri al posto di Raffa che stava correndo la maratona di Roma ) . Sono arrivata cosi alla vigilia della partenza per Rimini convinta di potercela fare e più sicura di me stessa e delle mie capacità ma anche molto carica di emozione. A Rimini ritiro pettorale F90 in un clima di festa tra musica e piadine ,F90, sembra fatto su misura: il mio! La paura fa 90 e tutti i messaggi, davvero tanti ,che cominciano ad arrivare dagli amici mi fa capire che il giorno dei giorni è lì, ad un passo da me. Ci siamo! Paura di deludere qualcuno e di non essere all´altezza, l´ansia della vigilia ci può stare e la accolgo ,questa volta, come una vecchia amica. Nonostante la pressione riesco comunque a dormire. Ore 7.00 vestizione, foto di rito e via alla partenza, di fronte all´arco di Augusto. Non oso immaginare il momento in cui taglierò il traguardo sotto quell´ arco e al solo pensiero la gioia mi pare talmente tanta da pensare di non poterla contenere né realmente di poterla mai raggiungere. Quattro ore e più di corsa sono tante e tutti gli ultimi lunghi li ho fatti in compagnia perciò mi dico che forse è meglio correre in gruppo. Scelgo i palloncini verdi delle 4,15 che mi sembrano alla mia portata e finalmente con la bocca già priva di salivazione dall´emozione partiamo. Primi chilometri :sensazioni forti, euforia ma faccio fatica a respirare e a rompere il fiato ,le chiacchiere dei romagnoli però mi rintronano già al terzo km perciò allungo e mi ritiro con me stessa. Il paesaggio è quello del lungomare e correre sul mare è una delle cose che adoro di più! Penso alle mie corse a Castiglioncello e mi abbandono allo stato di benessere che mi fa sentire leggera e serena adesso. Le gambe sono sciolte, i dolori delle ultime settimane sono scomparsi, mi rendo conto di andare veloce, troppo, e di fare l´esatto contrario di quello che una maratoneta neofita deve fare. "Parti piano e poi rallenta" dice sempre Nadia e poi non lo fa mai nemmeno lei... Continuo, sostenuta ancora dalle sensazioni positive, passo il primo ristoro perché un sorso d´acqua me lo offre in corsa un podista che si affianca e decido di fermarmi dal decimo in poi. Passo anche i palloncini delle quattro ore e sono consapevole che sto sbagliando tutta la strategia della corsa ma arrivo agile al quindicesimo come se fossi appena partita .Le strade sono piene di gente e di bambini che battono il cinque e l´incitamento della folla mi carica di energia e buonumore. Intravedo anche un gruppo di ballerine brasiliane che suscitano diversi commenti al passaggio e rido anch´io alle battute prevedibili...Ho imparato ormai da un po´ a correre senza auricolare e ad ascoltare le sensazioni interne ma anche a guardarmi di più intorno e mi piace essere più consapevole di ciò che sto vivendo. Si prosegue e arriva il ristoro dei 21 km. Il mare è ormai lontano e siamo in aperta campagna e per di più il cielo si è completamente aperto e la pioggerellina mattutina è un ricordo, al contrario comincia a salire un´umidità che appesantisce di brutto le gambe. In pochi minuti la brezza del mare lascia il posto ad un caldo pazzesco. Il cappellino che avevo messo per la pioggia è ora provvidenziale perché mi ripara dal sole. Inizio a sentire inevitabilmente la fatica e comincio a scoraggiarmi. Ne mancano ancora 21 e vorrei essere già arrivata... mi faccio forza e riprendo a correre più piano, penso ad Enrico Capraia che dovrà fare 103 km ... E´ un folle mi dico ma chi non fu mai folle...dai se ne fa 103 lui ce la posso fare a farne meno della metà... ma mi viene anche da pensare machissenefrega io mi fermo lo stesso e comincio proprio a imprecare tra me e me, come abbiamo scherzato il giorno prima. Niente ,la testa non ne vuole sapere non riesco a concentrarmi. Si va avanti e chiedo aiuto alla mindfulness: inspiro e so che sto inspirando , espiro e so che sto espirando , qui e ora, in questo luogo , in questo momento... non funziona tanto quanto speravo ma riprendo piano piano il controllo di me stessa: il passo ormai è inevitabilmente rallentato. Pazienza arrivo comunque! Intanto mi raggiungono di nuovo i palloncini delle 4,15 ( quelli delle quattro orami sono lontani). Riprendiamo a correre insieme. Decido di concentrarmi nei chilometri successivi sulle persone che mi sono state vicine e sono davvero tante: penso ai messaggi di Sergio e rido, a penso alla mail del Presidente e ai suoi consigli , primitiva ma consapevole,( forse sono stata troppo primitiva , ho esagerato...) a Carlo Pernigotti, e alle chiacchierate a Napoli, a Francesca Battaglia e alla sua grinta, agli amici runcalettati del mare, e cosi vado avanti... In piazza Ganganelli Santarcangelo un sorriso per " lo zio Maggini" e mi scatta la foto uno dei Friends Running. Supero le crisi che riprendono ad intervalli e le difficoltà di un percorso del cavolo fatto di saliscendi e cavalcavia ( menomale che avevo scelto Rimini perché era in pianura) raggiungendo il trentesimo chilometro. Penso alle parole di Chiara Calvani: al trentesimo è finita. Visualizzare per percorrere la restante parte di 12 km, un percorso conosciuto, familiare: questo è un altro dei suggerimenti che mi sono stati dati; 12 chilometri sono poco più di un´arrancata, tre viali delle Piagge, avanti e indietro un via Turati-Asciano a/r... ce la posso fare, sono stanca e so che non farò il tempo che volevo ma diventerò una maratoneta e come mi ha scritto Roberto Tarfano "tutto il resto è aria fritta" ! Non posso mandare certo in fumo mesi di fatica e sacrifici e tornare a casa senza la medaglia. So che al traguardo ci sarà Livia che mi aspetta e farà il tifo per me e ci saranno le mie amiche più care: Raffa, Nadia, Patrizia e Francesca che non ringrazierò mai abbastanza e una volta a casa Francesco sarà contento di aver mangiato qualche schiacciatina di troppo in questi mesi e, anche se dice che preferiva una mamma casalinga più che una mamma maratoneta, io so che non è vero! E poi penso a Matilde e alle corse con lei ad Abudhabi e a come anche lei è tosta e determinata! Vado avanti e raggiungo il trentacinquesimo, ormai ne mancano sette e so che ci siamo quasi. Stiamo rientrando in città, vedo tanti intorno a me che camminano , una canotta degli ospedalieri a lato, è un tipo che si è infortunato, ma già il pensare a Pisa mi allarga il cuore . Inizia un lungo drittone di quelli che mi piacciono in fondo al quale all´improvviso, incredibilmente, inaspettatamente volano accanto a me le tre aquile che mi scorteranno fino all´arrivo. Sono pazze: Nadia, Raffaella e Francesca mi sono venute a prendere e corrono con me gli ultimi km. Mi emoziono dalla gioia nel vederle smanacciare e nel sentirmi chiamare da lontano, ci abbracciamo e perdo anche la concentrazione, ma per poco, perché il Sergente parte in tromba (del resto è fresca come una rosa è appena partita bella forza...) e di nuovo mi sembra di essere in San Rossore. Nadia comincia a incitarmi trascinante con la sua euforia " goditela ce l´hai fatta", Francesca è invece molto protettiva, si preoccupa che il passo sia quello giusto. Entriamo tutte insieme in città e vedo finalmente segnato il quarantesimo chilometro. Inizia di nuovo la festa, gente che applaude, e sul ponte di Tiberio i Kiss a palla con "I was made for lovin´you" mi mettono di nuovo le ali ai piedi e l´emozione è davvero incontenibile. Sento salire i brividi e arrivare le lacrime agli occhi che trattengo a stento , ora le gambe volano verso l´arco di Augusto che intravedo in lontananza ed è pura felicità!
Le mie charlie´s angels mi lasciano godere l´arrivo e si defilano; purtroppo non vedo Livia con cui volevo correre gli ultimi metri, non ci siamo capite, vedo però Patrizia che è rimasta ad aspettarmi al traguardo e arrivo! Ce l´ho fatta il mio sogno si è avverato e pensare che c´è chi pensa che la Bibbia sia il libro dei miracoli...
Ringrazio ancora tutti coloro che con affetto mi sono stati vicini e che non ho menzionato ma che ricordo ad uno ad uno !Voglio concludere con un omaggio a Sergio e al suo romanzo la Tavola dei Galilei :" i nostri sogni non sono mai inutili(...)ci narrano di noi e ci collocano laggiù dove la ragione non ci porrebbe mai (...) sono il luogo o l´attimo a a cui arrivare preparati anche se non abbiamo ancora ideato alcun viaggio".
Dedico questa mia "impresa" ad una persona che sarà nel mio cuore per sempre e che mi ha accompagnato nelle mie prime corse tanti anni fa sulle strade volterrane andando al passo e aspettandomi e incoraggiandomi sempre! Promessa mantenuta!

Fonte: Guia Bessi