Cima Tauffi (60km) com'è bella la corsa in montagna

19-07-2015 20:11 -

Cima Tauffi Trail 2015 60 km 4.000 D+
Insieme al Ultra Trail del Mugello corsa a maggio, il CTT e´ la gara obbiettivo dell´anno. Nel 2014 feci la 35km.
Approfitto della gara per abbinare un uscita in moto con gli amici.
Partiamo venerdì mattina con moto e valigie cariche, direzione Passo dell´Abetone, passiamo Sestola, dove pranziamo e arriviamo a Fanano nel pomeriggio. Alle 16:30 sono in palestra per il controllo materiale obbligatorio e ritiro il mio pettorale. Dopo di che proseguiamo fino a Porretta Terme, sulle strade panoramiche dell´appenino, posto ideale per i bikers.
Sabato mattina mi sveglio alle 5, prendo la moto direzione Fanano. La moglie e l´altra coppia di amici staranno alle terme tutto il giorno.
Sulla linea di partenza, trovo Francesco, Federico e Cristina, faranno la Light 35 km 2000 metri di dislivello, ma che di light non ha niente. Federico arriverà terzo, Francesco ottavo e Cristina purtroppo si ritirerà. Facciamo due parole veloci, ma tra tutti non siamo dei grandi chiacchieroni, almeno io di sicuro.
Alle 7 daranno lo start, e mi posiziono appena dopo le prime linee, non voglio rimanere bloccato da alcune strozzature che ci sono subito all´inizio del percorso. Puntuali si parte.
Al contrario del Mugello non ho i bastoncini, che nell´occasione mi hanno distratto dall´alimentarmi con costanza. Voglio partire molto piano e tenere un ritmo che mi permetta di stare con le pulsazioni cardiache molto basse. Forse a causa del ritmo "rilassato", che dopo pochi km prendo una storta al piede destro. E poco dopo ruzzolo sul sentiero e mi sbuccio ginocchia e gomito. Non sono ancora sul Cimone che sono nervoso e penso gia´ ad un eventuale ritiro.
Arrivo sul Monte Cimone(2165 m slm) abbastanza fresco e riposato, tocco la statua in cima, e riparto velocemente. Ora inizia il tratto di cresta, fino al Libro Aperto(1937 m slm), spettacolare è dir poco. La giornata non è delle più limpide, ma il paesaggio mozza il fiato per la sua bellezza. Al ritiro non ci penso più, anzi ho voglia a tutti i costi di arrivare in fondo.
Proprio in cresta raggiungo Cristina. E´ in piena crisi. Mi dice che gli viene da svenire, gli offro acqua e caramelle zuccherate, mi risponde che ha tutto e mi rassicura che posso lasciarla sola e proseguire al mio ritmo. So che ha molta più esperienza di me e che sarà prudente.
Raggiungo il Rifugio Tamburri (1230 m slm), mangio un po´ di pizza e coca, un po´ di frutta varia. Ricarico le borracce, una di acqua e una con i sali. E riparto. Da qui in poi il percorso lungo si divide dal corto e per me iniziano sentieri nuovi mai percorsi.
In basso si corre in mezzo al bosco e il vento non arriva, in alto e in cresta su sentieri in pieno sole. Bevo spesso piccoli sorsi, anche quando non ho sete.
Sto ancora bene e le gambe rispondono alle miei sollecitazioni. Salgo Il Monte Lancino (1700 m slm), ridiscendo alla La Pilaccia a 1400 mt e risalgo sulla Cima Tauffi a 1798, meraviglioso paesaggio. Bevo e mangio regolarmente. Muscolarmente mi sento ok, la caviglia non da molto fastidio e le escoriazioni hanno smesso di bruciare. Ma sotto il piede sinistro sento che si sta formando una vescica. Non ho grosse alternative, tiro dritto e non me ne preoccupo.
Arrivo al Rifugio Capanne Tassoni (1317 m slm). Ristoro. Da qui in poi farò un po´ di km con un altro concorrente, non parliamo molto, ma ci scambiamo qualche battuta durante i sorpassi e contro sorpassi che avvengono frequentemente. Da quello che mi dice l´anno passato ha fatto la lunga chiudendo in 11h30´. Proprio il tempo che voglio io. Mi aggancio e mi faccio trascinare fino allo Spigolino(1827 m slm), dove nell´ultimo tratto di salita lo stacco. Mi lancio in discesa, le gambe reggono, ma anche il piede destro ha problemi di vesciche. Inizio a soffrire terribilmente. Ma averlo distaccato mi gasa. Ogni tanto mi giro per vedere a che punto è. Ho preso un discreto vantaggio. Spingo forte, forse troppo, fino al Rifugio Duca degli Abruzzi (1794 m slm). E in fatti arriva la crisi. Mi maledico per aver voluto strafare. Non riesco a mangiare cibo solido, solo frutta e liquidi.
Riparto cercando di correre nei tratti in piano. E per quel che mi riesce, anche in discesa, ma il dolore sotto i piedi e forte. Cammino tutte le poche salite che incontro.
Arrivo sofferente e completamente bollito all´ultimo ristoro, Lago Pratignano (1307 m slm). Qui trovo tutti sorridenti , mi offrono birra e salsiccia. Solo la parola "salsiccia" mi da la nausea, ma accetto molto volentieri un bicchiere di birra gelata. Mangio a forza cioccolata e frutta insieme. Mi siedo su una sedia e perdo un po´ di tempo a scazzare con i volontari, si lamentano un po´ che tutti passano alla svelta, quasi senza salutare. Ma vuoi vedere che sono messo bene in classifica?!? So´ già che chiuderò la gara sotto le 11h e sono felicissimo cosi, ma chiedo come sono in classifica, mi dicono 22° o 23°, non ricordo . Al cervello arriva la notizia con qualche secondo di ritardo, mi faccio coraggio e riparto, cercando di mantenere la posizione. Mancano 10 km, ho sofferto tanto fino a qui e mi dispiacerebbe fare lo stesso errore del Mugello, dove mi hanno sorpassato un tantissimi negli ultimi chilometri finali, perché avevo mollato di testa. Stringo i denti e cerco di correre sempre, ma non riesco.
Vengo raggiunto da un gruppo di tre o quattro corridori che vanno al doppio della mia velocita´. Provo a cogliere l´occasione e mi accodo, facendomi tirare. Funziona. Mi riprendo e riesco di nuovo a correre, sia in pianura che in discesa.
Arriviamo al campeggio, qui mi ricordo perfettamente l´ultimo tratto.
Cerco di centellinare le ultime forse. Uno del gruppo ci scappa via, lo lasciamo andare. Rimaniamo in due o tre.
Mancano poche centinaia di metri, e provo lo sprint finale. Riesco a raggiungere due atleti prima del traguardo. Le tante persone presenti in paese applaudono, mi incitano. Tocco con i piedi il tappeto rosso dell´arrivo, alzo gli occhi al cronometro 10h16´. Non ci volevo credere. Sento il doppio bip del tappeto dei cronometristi. E´ finita. Fuori sorrido e ringrazio. Dentro di me in pochi attimi rivedo ore e ore di allenamenti e sacrifici per arrivare fino a qui. L´asticella 2015 è stata raggiunta, con grande soddisfazione.
Come è bella la corsa in montagna.

Fonte: Pietro Leoncini