Triathlon di Gramolazzo (GarfaTri): la prima volta di Pietro Gustinucci

16-08-2015 22:05 -

Compulsato dal Presidente e dal suo implacabile mastino da guardia, noto ai più come "Il Sergente Menconi", dalle cui grinfie difficilmente potrei sfuggire, mi accingo a raccontare le emozioni del mio primo triathlon.
Nel descrivere questo esordio potrei dirvi che pensavo di trovarmi di fronte a un manipolo di esaltati e che invece ho incontrato soltanto persone piacevoli e animate da un sano spirito sportivo, che alla partenza c´è una frizzante atmosfera di gara ma che sono davvero pochi quelli che aspettano lo sparo con le mascelle serrate dalla tensione e lo sguardo del killer, che fare un´esperienza del genere con un bel gruppo di amici è il miglior modo di iniziare e che uno sprint triathlon lo può fare anche uno che si allena davvero poco, come me, senza sentirsi minimamente a disagio. Potrei raccontare che la Garfagnana è sempre bella, che il sabato prima della gara ce la siamo goduta tra chiacchere, escursioni e cene, che gli organizzatori e i volontari sono stati gentilissimi, che far parte del PRRC è davvero piacevole e che ho ascoltato con la diligenza e l´umiltà del principiante i consigli dei più esperti e quindi mi sono risparmiato sia nella frazione di nuoto che in quella di bici che in quella di corsa, per dare poi tutto nella frazione "pasta party" nella quale credo di essere arrivato quinto assoluto e primo o secondo di categoria...!!!
In effetti, potrei e dovrei raccontare di questo, ma invece voglio dire soltanto che il triathlon è bello: una volta che hai capito che gomitate e lividi fanno parte del gioco, poi va tutto bene.
O, ma in fondo cosa ti aspettavi..!?!
Se da ragazzino tu avessi avuto voglia di studiare e avessi fatto il Liceo Classico come volevano i tuoi genitori, avresti saputo che "àthlon", si può leggere sia come "gara" e sia come "lotta" e ora non saresti qui a lamentarti del fatto che durante la frazione a nuoto nessuno sembrava particolarmente colpito dalla garbata cortesia con cui lasciavi strada a quelli che trovavano più vantaggioso passarti sopra che girarti intorno.
Per il resto, che dire, nel triathlon non manca davvero niente. C´è l´ACQUA, agitata in partenza ma poi calma e avvolgente, c´è il VENTO, che si è fatto sentire, a favore e contro, mentre andavamo in bici, c´è la TERRA, con cui riscopri il contatto diretto, duro ma rassicurante, nell´ultima frazione di corsa e infine c´è il FUOCO, quello che devi avere dentro di te per cercare di fare del tuo meglio, fosse anche soltanto per ringraziare chi ti ha convinto a fare questa bella esperienza.
Uno sport per tutti, insomma, filosofi classici compresi.


Fonte: Pietro Gustinucci