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VERTICAL FAETA Amore a prima vista
12-01-2014 11:31 - Trail dei Monti Pisani e Vertical Faeta
Percorro il viale dei condotti con 2 ore di sonno accumulate nelle ultime 24 e coi doloretti ai quadricipiti femorali dovuti alle ripetute di ieri sulle salite delle "capanne".
Il pensiero è chiaro: Ma chi me lo fa fare?
Poi la strada finisce e lo slargo degli impianti sportivi di Asciano, brulica di magliette colorate.
Volti nuovi, facce conosciute, un macello di gente. Saluti, sfottò, strette di mano. Cancellata ogni fatica. Vertical Faeta, l´appeal era forte, ma la realtà supera la fantasia e siamo in tanti, tantissimi. Riconosco scalatori, sci-alpinisti, runner, iron man e anche le ragazze, sono di quelle toste, gente avvezza alle rocce e alle pelli di foca.
Partiamo: il riscaldamento è già competizione e il percorso per scaldare le giunture ( per gli amanti dei tracciati a beep di cane...questa volta ci siamo davvero...) è una cosa meravigliosa. Poi, sosta in paese per lo start e l´inizio della gara. Tra i molti, molte aquile: Comassi e Bellinvia, Lorenza Pratali, Matteo Vanni, il Ferrisi, Marco Boccio, Io. Pronti via ed è subito selezione; Cisternino, svolta a sinistra sul ponte e giù moccoli per la fatica. Primi rallentamenti, primi sorpassi. La chiesa di Mirteto con tutto il complesso monumentale ci incanta e, gara o non gara, ci fermiamo a foteggiare. Se l´impervia via dei monaci neri ci aveva impressionati, il bello doveva venire e la direttissima la Vertical verso il Faeta, ci irretisce e ci incanta. Silenzio, fatica, sudore, cortesi accostamenti sul sentiero stretto come una lama per far passare quello che ha più birra. Ansiamiamo, carponi, aggrappati ai rami e ai tronchi che per fortuna ci fanno da corrimano naturale. Salita, salita, solo salita. Ogni calcolo spazio temporale è annullato, corriamo da un secolo, ma il Garmin non è d´accordo e segnala incrementi chilometrici minimali... si va in verticale. Bivio, cartellino giallo con scritto VERTICAL, alzo gli occhi: gli alberi si diradano, è fatta mi dico... E invece parte l´ultimo chilometro, massacrante silenzioso, impervio, ma una voce conosciuta arriva da lontano. Chiama tutti per nome, stimola, da forza, incita e spinge tutti verso il casottino fatidico, quello verde con la scritta CINGHIALI CE N´E´?
Arrivati, sorrisi,, volti stremati, fa caldo o sembra caldo, è gennaio ma sono in canottiera e vai con le pacche i "cinque" e i sorsi d´acqua. I primi si stanno freddando ed ecco il Marione Comassi che non ti aspetti. Si va, giù per la discesa, ci accompagna per sentieri sconosciuti, ci indirizza verso valle fino a mezza costa e poi cilascia. Lui, il Marione, risale verso il Bellinvia, che c´è da portare a valle il resto della truppa. Ci salutiamo e restiamo in quattro, quattro aquile festanti, ma anche silenziose, perché si corre come mai avremmo pensato di fare dopo quell´ascesa verticale. E poi di nuovo Mirteto e poi il piano e il Matteo Vanni che apre una bottiglia di prosecco e festeggia gli anni con amici sudati ed infangati.
Vertical Faeta, per molti, forse non per tutti, a meno che non si disponga di una buona preparazione ed una gande dose di motivazione, ma è stato Amore. Da lassù, la nostra Pisa e i mille caseggiati, come conchiglie sparse ed i paesi a far da corona di pietre preziose alla città che portiamo stampata sui giubbini fashion, ma soprattutto, nel cuore.
A Mario e Francesco, il mio personale ringraziamento e l´augurio che la voglia di fare, li porti e ci porti presto a sudare nuovamente sui nostri monti, patrimonio inesplorato e senza pari.
Il pensiero è chiaro: Ma chi me lo fa fare?
Poi la strada finisce e lo slargo degli impianti sportivi di Asciano, brulica di magliette colorate.
Volti nuovi, facce conosciute, un macello di gente. Saluti, sfottò, strette di mano. Cancellata ogni fatica. Vertical Faeta, l´appeal era forte, ma la realtà supera la fantasia e siamo in tanti, tantissimi. Riconosco scalatori, sci-alpinisti, runner, iron man e anche le ragazze, sono di quelle toste, gente avvezza alle rocce e alle pelli di foca.
Partiamo: il riscaldamento è già competizione e il percorso per scaldare le giunture ( per gli amanti dei tracciati a beep di cane...questa volta ci siamo davvero...) è una cosa meravigliosa. Poi, sosta in paese per lo start e l´inizio della gara. Tra i molti, molte aquile: Comassi e Bellinvia, Lorenza Pratali, Matteo Vanni, il Ferrisi, Marco Boccio, Io. Pronti via ed è subito selezione; Cisternino, svolta a sinistra sul ponte e giù moccoli per la fatica. Primi rallentamenti, primi sorpassi. La chiesa di Mirteto con tutto il complesso monumentale ci incanta e, gara o non gara, ci fermiamo a foteggiare. Se l´impervia via dei monaci neri ci aveva impressionati, il bello doveva venire e la direttissima la Vertical verso il Faeta, ci irretisce e ci incanta. Silenzio, fatica, sudore, cortesi accostamenti sul sentiero stretto come una lama per far passare quello che ha più birra. Ansiamiamo, carponi, aggrappati ai rami e ai tronchi che per fortuna ci fanno da corrimano naturale. Salita, salita, solo salita. Ogni calcolo spazio temporale è annullato, corriamo da un secolo, ma il Garmin non è d´accordo e segnala incrementi chilometrici minimali... si va in verticale. Bivio, cartellino giallo con scritto VERTICAL, alzo gli occhi: gli alberi si diradano, è fatta mi dico... E invece parte l´ultimo chilometro, massacrante silenzioso, impervio, ma una voce conosciuta arriva da lontano. Chiama tutti per nome, stimola, da forza, incita e spinge tutti verso il casottino fatidico, quello verde con la scritta CINGHIALI CE N´E´?
Arrivati, sorrisi,, volti stremati, fa caldo o sembra caldo, è gennaio ma sono in canottiera e vai con le pacche i "cinque" e i sorsi d´acqua. I primi si stanno freddando ed ecco il Marione Comassi che non ti aspetti. Si va, giù per la discesa, ci accompagna per sentieri sconosciuti, ci indirizza verso valle fino a mezza costa e poi cilascia. Lui, il Marione, risale verso il Bellinvia, che c´è da portare a valle il resto della truppa. Ci salutiamo e restiamo in quattro, quattro aquile festanti, ma anche silenziose, perché si corre come mai avremmo pensato di fare dopo quell´ascesa verticale. E poi di nuovo Mirteto e poi il piano e il Matteo Vanni che apre una bottiglia di prosecco e festeggia gli anni con amici sudati ed infangati.
Vertical Faeta, per molti, forse non per tutti, a meno che non si disponga di una buona preparazione ed una gande dose di motivazione, ma è stato Amore. Da lassù, la nostra Pisa e i mille caseggiati, come conchiglie sparse ed i paesi a far da corona di pietre preziose alla città che portiamo stampata sui giubbini fashion, ma soprattutto, nel cuore.
A Mario e Francesco, il mio personale ringraziamento e l´augurio che la voglia di fare, li porti e ci porti presto a sudare nuovamente sui nostri monti, patrimonio inesplorato e senza pari.
Fonte: Sergio Costanzo