Duathlon Olimpico della Versilia secondo il racconto di Angela Saba.
25-10-2023 14:22 - Triathlon, Bike, Duathlon, Aquathlon, Nuoto per Tri, etc
La cosa bella di questa gara è che me la sono goduta tutta, dall'inizio alla fine. Già in partenza l'intento era questo: assaporare il viaggio accettando tutto quello che sarebbe venuto e come sarebbe venuto, senza ansie. Mi sentivo carica, lucida, con la giusta dose di adrenalina pre-gara. Per rafforzare carica e concentrazione durante il viaggio per Marina di Pietrasanta mi sono isolata con le cuffie dell'iPod per ascoltare la “mia” musica, quella giusta per me. Mio marito è alla guida della macchina, non c'è bisogno dell'autoradio, io canto per tutto il viaggio. Arrivati a destinazione chiacchiero con la squadra, mi aiuta a far calare la tensione dell'imminente partenza della gara, ma quel giorno più che mai ho voglia di starmene per conto mio, così vado a vedere il mare che sento roboante intorno a me. E' bello impetuoso e agitato, so già che mi aspetta un duathlon, ma se avessero dato il via libera alla frazione swim l'avrei comunque affrontata senza tirarmi indietro, anzi la sfida sarebbe stata domare le onde o meglio assecondarne il moto con la remata. E invece duathlon appunto, 5-40-5, perciò un duathlon olimpico atipico, ma mentalmente sono pronta a fare anche 10-40-5.
Quella mattina, fatto nuovo e strano per me, l'idea di immergermi in mare è poca… bagnarmi, sentire il freddo addosso non mi alletta troppo, invece ho tanta voglia di montare in bici e dare gas alle gambe. E' strano e bello rendermi conto che la bici non mi terrorizza più in gara come le prime volte e che anzi è la cosa che più ho voglia di fare. La prima frazione run l'affronto con l'idea di correrla al 90% di energia e velocità, senza bruciare tutto e subito, parto in fondo al gruppo e pian piano recupero qualche posizione superando un po' di ragazze. La prima transizione scivola via senza le solite incertezze, sono lucida e faccio tutto a modo. Riparto in bici sola, la ragazza con cui mi ero messa d'accordo per fare scia l'ho lasciata alle spalle nella corsa, perciò accetto l'idea di fare la gara in solitaria senza troppi drammi o paure.
E invece no. Sul finire del primo giro sopraggiunge una ragazza, Dejanira, l'avevo già adocchiata la settimana prima nel duathlon sprint di Tirrenia, ma a differenza della volta precedente mi dice: “attaccati a me”. Non me lo faccio ripetere due volte, le sono dietro e non la mollo più fino a quasi il termine della frazione bike. Le urlo subito che quando vuole le do il cambio, mi risponde “non ti preoccupare”. Con lei mi ritrovo a fare 34/36 di velocità e quando ci superano i “treni” degli uomini Dejanira pedala con ancora più energia per resistere ai sorpassi e provare a tenere testa anche se lontane dalla scia e la velocità sale da 36 sale a 38/40. Fatico parecchio per starle dietro ma non la mollo, fatico ma al tempo stesso la osservo ammirata, guardo le sue gambe spingere in maniera regolare, due pistoni in movimento, uno spettacolo. Ad un certo punto ci ritroviamo in mezzo a un treno di uomini che ci stanno superando, wow! E' bellissimo, vanno a 41 e più, io e lei nel mezzo per pochi attimi, ignare ed involontarie protagoniste di quell'assalto. Mentalmente mi dico “allora è questa la scia”, sensazioni curiose e bellissime, sorpresa, eccitazione, paura, il cuore che batte veloce in quei pochi secondi … Non possiamo uscire agilmente da questo sciame in movimento senza tagliare loro la strada e rischiare di cadere e/o farli cadere, ma poi piano piano ci mettiamo sulla parte sinistra della carreggiata per lasciarli defluire verso la zona cambi, senza generare problemi, rispettando le regole, mentre a noi manca ancora un giro. A meno 3-4 km dal termine della frazione bike prendo un gel in previsione dell'ultima frazione run, rallento perché ancora non ho dimestichezza. Perdo velocità e perdo la scia, Dejanira, la mia fortissima compagna di gara, prosegue nella sua corsa, la osservo con ammirazione raggiungere un uomo, stargli dietro un attimo e poi superarlo nella volata finale verso la zona cambio. A quel punto mi rendo conto che nel starle dietro ho speso parecchie energie e me ne residuano poche contro vento, mi faccio forza e termino anche io. In zona cambio riesco ancora una volta a fare tutto bene, parto per l'ultima frazione. Il primo km di corsa è sempre il più duro, le gambe non rispondono bene, sono cedevoli, molli, ma poi iniziano a collaborare, al termine del primo giro raggiungo Nicola (Davini) lo traino un po' ma sul finire è lui che accelera e traina me e insieme tagliamo il traguardo. Dejanira è davanti a me, ha terminato la gara qualche secondo prima, istintivamente ci abbracciamo. Un bellissimo abbraccio. La ringrazio più volte e le faccio i complimenti per la sua ottima tenuta in bici, per la sua forza e per la generosità del suo spirito sportivo. Arriviamo al podio tutte e due, io seconda di categoria M3, lei prima di categoria S4. Ci facciamo qualche foto assieme, ci scambiamo i contatti e ci salutiamo con la promessa di ritrovarci nel 2024. Termino la gara con la sensazione positiva di essere sempre più in sintonia con questo bellissimo sport, lo sento sempre più nelle mie corde, mi è affine, ci piacciamo. Mi piace praticarlo, mi piace vivere l'esperienza della gara, alle volte va male o non mi soddisfa fino in fondo, alle volte va inaspettatamente bene, ogni volta però mi insegna o mi svela qualcosa.
L'abbraccio finale con Dejanira è stata però l'emozione più bella e forte. Fare esperienza del puro, spontaneo e autentico spirito sportivo ha tenuto acceso il sorriso per un bel po'.
Fonte: Angela Maria Saba
Quella mattina, fatto nuovo e strano per me, l'idea di immergermi in mare è poca… bagnarmi, sentire il freddo addosso non mi alletta troppo, invece ho tanta voglia di montare in bici e dare gas alle gambe. E' strano e bello rendermi conto che la bici non mi terrorizza più in gara come le prime volte e che anzi è la cosa che più ho voglia di fare. La prima frazione run l'affronto con l'idea di correrla al 90% di energia e velocità, senza bruciare tutto e subito, parto in fondo al gruppo e pian piano recupero qualche posizione superando un po' di ragazze. La prima transizione scivola via senza le solite incertezze, sono lucida e faccio tutto a modo. Riparto in bici sola, la ragazza con cui mi ero messa d'accordo per fare scia l'ho lasciata alle spalle nella corsa, perciò accetto l'idea di fare la gara in solitaria senza troppi drammi o paure.
E invece no. Sul finire del primo giro sopraggiunge una ragazza, Dejanira, l'avevo già adocchiata la settimana prima nel duathlon sprint di Tirrenia, ma a differenza della volta precedente mi dice: “attaccati a me”. Non me lo faccio ripetere due volte, le sono dietro e non la mollo più fino a quasi il termine della frazione bike. Le urlo subito che quando vuole le do il cambio, mi risponde “non ti preoccupare”. Con lei mi ritrovo a fare 34/36 di velocità e quando ci superano i “treni” degli uomini Dejanira pedala con ancora più energia per resistere ai sorpassi e provare a tenere testa anche se lontane dalla scia e la velocità sale da 36 sale a 38/40. Fatico parecchio per starle dietro ma non la mollo, fatico ma al tempo stesso la osservo ammirata, guardo le sue gambe spingere in maniera regolare, due pistoni in movimento, uno spettacolo. Ad un certo punto ci ritroviamo in mezzo a un treno di uomini che ci stanno superando, wow! E' bellissimo, vanno a 41 e più, io e lei nel mezzo per pochi attimi, ignare ed involontarie protagoniste di quell'assalto. Mentalmente mi dico “allora è questa la scia”, sensazioni curiose e bellissime, sorpresa, eccitazione, paura, il cuore che batte veloce in quei pochi secondi … Non possiamo uscire agilmente da questo sciame in movimento senza tagliare loro la strada e rischiare di cadere e/o farli cadere, ma poi piano piano ci mettiamo sulla parte sinistra della carreggiata per lasciarli defluire verso la zona cambi, senza generare problemi, rispettando le regole, mentre a noi manca ancora un giro. A meno 3-4 km dal termine della frazione bike prendo un gel in previsione dell'ultima frazione run, rallento perché ancora non ho dimestichezza. Perdo velocità e perdo la scia, Dejanira, la mia fortissima compagna di gara, prosegue nella sua corsa, la osservo con ammirazione raggiungere un uomo, stargli dietro un attimo e poi superarlo nella volata finale verso la zona cambio. A quel punto mi rendo conto che nel starle dietro ho speso parecchie energie e me ne residuano poche contro vento, mi faccio forza e termino anche io. In zona cambio riesco ancora una volta a fare tutto bene, parto per l'ultima frazione. Il primo km di corsa è sempre il più duro, le gambe non rispondono bene, sono cedevoli, molli, ma poi iniziano a collaborare, al termine del primo giro raggiungo Nicola (Davini) lo traino un po' ma sul finire è lui che accelera e traina me e insieme tagliamo il traguardo. Dejanira è davanti a me, ha terminato la gara qualche secondo prima, istintivamente ci abbracciamo. Un bellissimo abbraccio. La ringrazio più volte e le faccio i complimenti per la sua ottima tenuta in bici, per la sua forza e per la generosità del suo spirito sportivo. Arriviamo al podio tutte e due, io seconda di categoria M3, lei prima di categoria S4. Ci facciamo qualche foto assieme, ci scambiamo i contatti e ci salutiamo con la promessa di ritrovarci nel 2024. Termino la gara con la sensazione positiva di essere sempre più in sintonia con questo bellissimo sport, lo sento sempre più nelle mie corde, mi è affine, ci piacciamo. Mi piace praticarlo, mi piace vivere l'esperienza della gara, alle volte va male o non mi soddisfa fino in fondo, alle volte va inaspettatamente bene, ogni volta però mi insegna o mi svela qualcosa.
L'abbraccio finale con Dejanira è stata però l'emozione più bella e forte. Fare esperienza del puro, spontaneo e autentico spirito sportivo ha tenuto acceso il sorriso per un bel po'.
Fonte: Angela Maria Saba