Rimini Marathon: il racconto di Elena Lorenzini all'esordio. Marco Fiore in 2h49
26-03-2023 18:33 - Eventi a cui partecipiamo
A Settembre decido che il 2023 sarebbe stato l’anno della mia prima maratona. Tutto girava nel modo giusto, perché aspettare? E se poi il treno l’avessi perso? Chiedo consiglio ad un’amica maratoneta su dove andare, considerando che volevo fare i lunghi col freddo e che quindi il periodo di gara ideale sarebbe stato marzo/aprile. Mi convince per Rimini: 26 marzo 2023. Metto il primo “mattone” a fine settembre pagando la quota d’iscrizione.
A metà dicembre inizio la preparazione. Incomincia un nuovo capitolo fatto da più tempo da dedicare alla corsa, più km, più lunghi in solitaria, tante rinunce ad eventi di condivisione e tanto pilates. I mesi scorrono veloci, con impegno, sacrificio e fortunatamente senza influenze e infortuni. E quella data che inizialmente sembrava così remota, pian piano diventa più vicina e concreta e anche l’ansia e la paura iniziano a farmi compagnia.
Il giorno prima della prima maratona arriva. Un giorno di presa di coscienza, dove si tirano le somme, dove ti domandi se potevi fare di più, diversamente o meglio. Il giorno dove ti ricordano che: la maratona ti dà tanto, ma non ti regala nulla.
E arriva anche il giorno “x”, dove tutti i rituali vengono portati a termine: colazione, vestizione, deposito borse, pit stop bagno e posizionamento in griglia. Stava per concludersi il lungo viaggio iniziato 4 mesi fa. Mancavano “solamente” le ultime 4 ore, quelle decisive, quelle dove raccoglierai quello che hai seminato, quelle che determineranno la tua felicità o la tua delusione, quelle che influenzeranno le tue scelte future. I primi 11 km li faccio assieme al mio ragazzo, emotivamente vinco facile, lui però poi torna indietro per concludere la mezza maratona e io, invece, porto avanti l’ennesimo lungo in solitaria. Il tempo passa, i km pure, sono concentrata, riesco a mantenere facilmente il passo. Alcuni dirizzoni non passano mai, il vento del lungomare ovviamente non manca, il sole cuoce e mi fa patire gli ultimi 5 km. Pochi visi conosciuti, qualche “forza Pisa”, due pacer speciali, finalmente il mio lungo mi riporta a Rimini, sul corso d’Augusto che mi avrebbe condotto al bellissimo Arco di Augusto. Cerco tra la gente un viso familiare…e finalmente lo vedo. Mi da l’ultimo urlo di incitamento che mi porta col sorriso dritta all’arrivo. Maratona finita, tempo rispettato, obiettivi raggiunti.
Sono una finisher, sono una maratoneta. Arrivata ennesima, ma gioia da podio!
(Dolori post? Gambe leggere, solo una splendida colite 😉)
Fonte: Elena Lorenzini
A metà dicembre inizio la preparazione. Incomincia un nuovo capitolo fatto da più tempo da dedicare alla corsa, più km, più lunghi in solitaria, tante rinunce ad eventi di condivisione e tanto pilates. I mesi scorrono veloci, con impegno, sacrificio e fortunatamente senza influenze e infortuni. E quella data che inizialmente sembrava così remota, pian piano diventa più vicina e concreta e anche l’ansia e la paura iniziano a farmi compagnia.
Il giorno prima della prima maratona arriva. Un giorno di presa di coscienza, dove si tirano le somme, dove ti domandi se potevi fare di più, diversamente o meglio. Il giorno dove ti ricordano che: la maratona ti dà tanto, ma non ti regala nulla.
E arriva anche il giorno “x”, dove tutti i rituali vengono portati a termine: colazione, vestizione, deposito borse, pit stop bagno e posizionamento in griglia. Stava per concludersi il lungo viaggio iniziato 4 mesi fa. Mancavano “solamente” le ultime 4 ore, quelle decisive, quelle dove raccoglierai quello che hai seminato, quelle che determineranno la tua felicità o la tua delusione, quelle che influenzeranno le tue scelte future. I primi 11 km li faccio assieme al mio ragazzo, emotivamente vinco facile, lui però poi torna indietro per concludere la mezza maratona e io, invece, porto avanti l’ennesimo lungo in solitaria. Il tempo passa, i km pure, sono concentrata, riesco a mantenere facilmente il passo. Alcuni dirizzoni non passano mai, il vento del lungomare ovviamente non manca, il sole cuoce e mi fa patire gli ultimi 5 km. Pochi visi conosciuti, qualche “forza Pisa”, due pacer speciali, finalmente il mio lungo mi riporta a Rimini, sul corso d’Augusto che mi avrebbe condotto al bellissimo Arco di Augusto. Cerco tra la gente un viso familiare…e finalmente lo vedo. Mi da l’ultimo urlo di incitamento che mi porta col sorriso dritta all’arrivo. Maratona finita, tempo rispettato, obiettivi raggiunti.
Sono una finisher, sono una maratoneta. Arrivata ennesima, ma gioia da podio!
(Dolori post? Gambe leggere, solo una splendida colite 😉)
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Ndr: presente anche Marco Fiore, qui a lato alcune sue foto, che ha chiuso la maratona con uno stratosferico 2h49 con podio di categoria.
Bravissima Elena e bravo Marco!
Fonte: Elena Lorenzini