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Calci: sette anni in Tibet con Buddah o sette anni sul Faeta colle boddeh?
19-01-2015 23:33 - Report su marce ludiche e vari commenti


Poi, poco dopo, in località Belvedere, in quel successivo qui e ora, il tipo scalpitante riconosce e riprende il Pelli col suo "passo costante del pelli" che, una volta notatolo, gli dice "che te lo dico a fare"; ma non lo dice col le parole: glielo fa solo capire. Tanto ormai si capiscono con gli occhi; quelli del babbo incosciente e scapestrato, e quelli del figlio... maturo, adulto e tutto d´un pezzo, che guarda il padre con la benevolenza e l´affetto che si prova istintivamente per un figlio un po´ così ma a cui si vuole bene lo stesso; anche se, in casi normali, la direzione di marcia di un simile sentimento, dovrebbe essere diametralmente opposta.
Poi, in un altro qui e ora, in zona S. Bernardo, il tipo riprende la Crucca con il suo "passo incostante della Crucca" che le fa patire le salite fino a quando non si scalda; poi... lei parte e non la trovi mai, a meno che un cinghiale le attraversi la strada e la faccia tornare sui suoi passi e fa come uno yo-yo.
Il babbo, qui, è tattico e, avendo imparato dalla bicicletta proprio sulle salite del Serra che per abbassare il cuore bisogna mettere un rapporto più duro, rallenta il passo e lo allunga, forse lo indurisce immaginando un deragliatore Campagnolo o Shimano collegato ai quadricipiti... e la Crucca è sempre più vicina. Ripresa e affiancata in salita; ma lei non se ne accorge: respira e cerca solo lo scollinamento. in discesa è lei a dire "vai pure, babbo, vai del tuo passo", mentre lui, di istinto aborigeno, aveva già messo la freccia a destra per andare a prendere la forestale per proseguire col corpo, e non solo col pensiero, sul TMP 44... Ma, mentre i pensieri montano sulla forestale, il corpo prosegue dritto verso Tre Colli. Testa sullo sterrato e in mezzo al bosco; corpo sull´asfalto a kapovoto in discesa; una discesa fatte tante volte in bici. E adesso a velocità quasi da bici.
Ma è in un qui e ora successivo che si consuma la vera svolta: km 10. Il Ferrisi è al ristoro. Un tipo simpatico offre al tipo che arriva da sotto una fetta di panettone su un vassoio di carta. "No grazie..." Poi dribla il generoso cameriere e vede fette di dolce preconfezionato che ricordano le girelle." Prendo quelle, grazie. E poi te! Questa è acqua o sali? Acqua? Allora un altro bicchiere di te, grazie". Poi si volta indietro... La crucca e il Pelli non arrivano. Due parole col Ferri... "Si va?" Il Ferri risponde okay e dice che è da poco passata Isa... Lui pensa "da poco? Come da poco?" A volte il corpo risponde prima della mente: prima si rimette in moto e poi, poco dopo, arriva il pensiero "allora riparto ora e magari la ripiglio..." Il Ferri non poteva saperlo ma aveva appena attivato una bomba; la bomba era il tipo in maglia gialla e pantaloncini neri. "Andiamo? Tanto la Crucca ci richiappa sul piano e in discesa..." Via a fiamma. Poco asfalto ancora e poi, dopo località Ciapetto, sterrato e salite che si alternano a falsopiani. Quando lui si accorge di aver perso il Ferri, si accorge anche di una canotta rossa e bianca là davanti. "non può essere Isa... Però corre come Isa... E c´ha i capelli da Isa... È Isa". Si può attivare una bomba già attiva? Sì, si può; soprattutto se non hai il cardio a romperti i coglioni e a ricordarti che sei troppo vecchio per queste stronzate, troppo fuori soglia, troppo riparato, troppo peso, troppo... "Fanculo all´età, alle caviglie, ai chili... Voglio riprendere Isa!" Km 12... La parte ancora ossigenata della corteccia cerebrale alza un ditino e parla a tutti i sistemi "capisco le vostre ambizioni e forse anche l´inutile follia... Ma vi faccio notare che siamo fuori soglia e anche fuori dal fuori soglia di emergenza; se continuate così qui, tra un po´, scoppia tutto e buonanotte..." Gli apparati sembrano tutti distratti, nessuno di loro ascolta la saggia parte di corteccia ossigenata: cuore e polmoni, insieme a muscoli tendini e legamenti, al fegato che, insieme ai muscoli, sprizza glicogeno da tutti i pori, si sono raccolti tutti dietro le retine come se fossero due maxi schermi digitali. Il film di oggi è "Caccia Isa". Si avvicina in salita. Forse ha qualche magagna. La corteccia ossigenata dice "fanculo tutti, se si crepa io l´avevo detto... Richiappiamo Isa! Via! Giù a fiamma!"
Poca discesa e poi finalmente eccoli fianco a fianco...
per farla breve... Poi Isa era dietro e io davanti. Ho anche saltato l´ultimo ristoro per non perdere tempo, passando a velocità smodata tra gente sana di mente che era lì per godersi le girelle e il te e tutto quel popo´ di panorama. Però, arrivato all´arrivo, ho preso consapevolezza di un fatto: c´è solo una cosa che è peggio di non riuscire a stare dietro a Isa e di conseguenza rimanere impacchettati nella propria ansia da prestazione e nella frustrazione che ti avvolgono rendendoti come immagine di te quella di una poltiglia di carne informe avvolta nel domopak; è superare Isa con la convinzione di aver dato troppo e lo scomodo pensiero di rischiare di essere ripreso superato e sverniciato con disonore, se non addirittura tumulato e sepolto in loco.
Lo so, non siete ancora pronti per questo genere di narrativa avveniristica. Forse sarà compresa e apprezzata un giorno dai vostri nipoti; o forse dai loro nipoti. D´ora in avanti racconterò le mie storie solo attraverso geroglifici lasciati sulla corteccia di pini, lecci (esclusa Nadia, patenti e affini), ulivi e castagni dei monti pisani. Mi ritiro per sette anni sul Faeta. È stato bello incontrarvi.
Grazie a tutti e arrivederci
Fonte: Enrico Marchetti